05 febrero 2019
05 febrero 2019

L'intervista

Daniele Pradè a Udinese Tonight

Il Direttore dell'Area Tecnica Daniele Pradè è intervenuto al Tonight di Udinews TV per parlare di Udinese-Fiorentina e della presa di posizione dei tifosi.
 

 
Direttore, come avete preso la contestazione di ieri allo stadio?
Non l’abbiamo presa bene. Dopo la partita abbiamo visto i video, l’abbiamo analizzata e metabolizzata: i ragazzi hanno dato il 100%. E’ giusto che il pubblico critichi, che abbia un atteggiamento non felice del momento, pero’ alla fine della partita ci doveva essere un cambiamento. Abbiamo giocato contro una squadra forte, che veniva da tanti risultati positivi, che aveva fatto 11 gol nelle ultime due giornate. Abbiamo fatto la nostra gara, abbiamo preso solo un gol per un episodio, per una prodezza singola. Se non ci aiutamo, se non c’è sinergia tra noi e il pubblico i risultati non arrivano. Il calciatore questa cosa la percepisce, sinceramente mi dispiace, sono amareggiato da quello che è successo ieri.
 
Nella contestazione tifosi e giornalisti si parla di un progetto tecnico che non ci sarebbe, più improvvisazione che programmazione. Lei cosa risponde?
Nel calcio non esiste la parola “progetto”, casomai esiste la parola "programma". Io ripeto un concetto che ho già espresso, e il concetto sono 52 milioni di investimenti, il concetto sono dirigenti che lavorano 24 ore su 24, il concetto è un allenatore che lavora sul campo e dà il massimo di sè stesso, il concetto sono calciatori a cui, come ragazzi e come professionisti, non si può dire nulla. E’ questa la programmazione. Poi purtroppo durante l’anno ci sono determinate situazioni che non funzionano, fa parte del lavoro, dello sport.
 
Abbiamo avuto degli infortunati che hanno pesantemente condizionato la nostra squadra, non abbiamo mai avuto Barack, Teodorczyk, Badu, abbiamo avuto l’infortunio di Samir. Sono queste le situazioni e questo è il momento di stringersi e andare avanti. La programmazione è questa, come si può dire che non c’è? Abbiamo fatto tantissimi cambiamenti, adesso stiamo diventando squadra, affrontiamo società che giocano assieme da tanti anni, come la Fiorentina con Pioli o la Sampdoria con Gianpaolo, ma noi diventeremo una buonissima squadra, daremo del filo da torcere a tanti.
 
La contestazione ha coinvolto anche Gino Pozzo, gli viene imputato di essere distante dalla società. Lei cosa ne pensa, cosa ci può raccontare?
Vengo all’Udinese avendo un contratto già fatto con la Sampdoria, ho scelto l’Udinese per quello che è la famiglia Pozzo, per quello che mi ha detto Gino Pozzo, per quello che è Gino Pozzo. Vengo con l’intenzione di esere il manager di questa società. Gino Pozzo come tutta la proprietà è fortemente coinvolto, sia a livello manageriale che a livello emozionale, danno il 100%. E’ una famiglia a cui non piace apparire, Gino Pozzo non appariva neanche quando si andava in Europa, non appare nemmeno al Watford. Ha scelto me per fare questo, quando c’è contestazione a Gino Pozzo c’è contestazione anche a Daniele Pradè. 
 
Ma cosa dire alla Famiglia Pozzo? Quest’anno sono 24 anni consecutivi di Serie A, in questo periodo è successo un cataclisma nel mondo del calcio, sono fallite società come Fiorentina, Parma, Torino, Bari, Avellino, ma anche realtà qui vicino come Venezia, Triestina, Vicenza, Mestre, Treviso. Siamo una società solida, che fa della programmazone aziendale un’eccellenza. Noi all’esterno siamo visti come una società modello su tutto. Com’è possibile che non ci sia questa reciprocità con i nostri tifosi? Questa dovrebbe essere un’identità, la nostra forza, la nostra coesione, il nostro orgoglio. Se non si parte da questo dove andiamo a finire? Non è che l’Udinese può vincere ogni partita, non lo fa nessuno. 
 
Stiamo facendo un lavoro che piano piano ci darà dei frutti, abbiamo rinunciato a tanti soldi anche a gennaio, di più non si può fare. Ribadisco il fatto che siamo una società dove tutti lavorano 24 ore al giorno per l’Udinese, non molliamo niente. La parte dirigenziale è composta dal Direttore Generale Franco Collavino per la parte aziendale, io sono responsabile dell’area tecnica e mi assumo la responsabilità delle cose che vanno e che non vanno. Tutti e due non ci dormiamo, come non ci dorme la Famiglia Pozzo. Ma noi vogliamo coesione con i nostri tifosi, non è possibile non averla, poi i risultati non arrivano. Se comincia una tensione tra gruppo e tifoseria poi è difficile portare a casa il risultato, e questo mi sembra che i ragazzi non lo meritino.
 
Il pubblico è preoccupato perchè non si aspettava questa posizione in classifica
Nessuno di noi si aspettava questi risultati, io per primo. Quando ho visto la squadra in ritiro pensavo dopo le partite iniziali di dover combattere per l’Europa. Non potevo pensare di non aver disponibili Barak, Badu, Teodorczyk, Samir. Abbiamo fatto anche un mercato di gennaio importante, con Okaka, Sandro, De Maio, chi ha fatto un mercato come noi? Il Milan che ha speso 70 milioni di euro? Se non ci si aiuta in queste occasioni diventa tutto difficile. Questa non è l’opinione solo della società, ma è la mia, rientra nelle responsabilità di un manager. 
Dalle difficoltà se non se ne esce assieme non se ne esce.