14 marzo 2019
14 marzo 2019

Udinese Story

Ciriano Snidero, primo bianconero a raggiungere le 100 presenze in Serie A

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8 maggio 1955, l'Udinese - ancora abbagliata dallo sfavillante 3-2 sul Milan conquistato nel turno precedente in un “Moretti” stracolmo - é di scena a Busto Arsizio contro la Pro Patria. Il risultato della giornata precedente le aveva consentito di portarsi a meno uno dai rossoneri per cui il grande sogno di vincere lo scudetto avrebbe potuto concretizzarsi. Il Diavolo rossonero aveva però dei santi in paradiso e vinse le rimanenti cinque gare, mentre i bianconeri di Bigogno conquistarono due vittorie e tre pareggi concludendo al secondo posto a quattro lunghezze dai rossoneri (44 a 48). 

Quel 8 maggio a Busto i bianconeri, pareggiando 2-2, capirono che il sogno tricolore non si sarebbe concretizzato. Il solo Cirano Snidero, nato a Udine l’1 febbraio 1958, si consolò perché contro i bustocchi centrò, primo dei bianconeri, il fatidico traguardo delle 100 gare in Serie A. Da allora nella classifica dei centenari sono entrati altri 54 atleti dell' Udinese: Totò Di Natale guida il gruppo con 385 presenze, seguito da Valerio Bertotto, 323 e Giampiero Pinzi 305. L'ultimo in ordine cronologico è Rodrigo De Paul che ha raggiunto tale traguardo nell’ultimo match giocato con la Juventus.

Cirano Snidero - un mediano che sapeva francobollarsi sull’avversario - aveva cominciato a tirare calci a un pallone nei ragazzi dell’Udinese. Purtroppo però erano anche tempi di guerra e il club fu costretto a rivedere la sua attività privilegiando solamente la prima squadra ed eliminando il settore giovanile. 

Ma Snidero - che era studente al collegio “Bertoni” di Udine - trovò spazio nel Ricreatorio Festivo Udinese, per anni fucina di talenti, e nel 1946) passò alla Serenissima Pradamano, quindi alla Pro Cervignano. Aveva 19 anni e su di lui c’erano le attenzioni di numerosi club professionistici: fu vicino al Genoa, ma un dirigente dell'Udinese con metodi assai sbrigativi gli fece firmare il cartellino di affiliazione alla società bianconera. Quasi un'imposizione quella del dirigente che gli ricordò che “tu sei udinese e hai già militato con il nostro sodalizio”. Era il 1947, la squadra bianconera era in B, poi retrocessa in C per la ristrutturazione della serie cadetta che comprendeva un solo girone composto da 18 squadre, le prime sei di ogni tre gironi e dato che l'Udinese concluse il suo girone in undicesima posizione dovette ripartire dalla C. 
Snidero si impose subito per la sua grinta, per la continuità di rendimento, per come impediva all'avversario di nuocere, per la sua grande generosità, per il senso tattico e – perché no – per una discreta tecnica. 

Rimase all'Udinese sino al termine del torneo di B 1955-56 (203 gare disputate tra C, B e A e 6 reti segnate), poi passò all'Alessandria dove rimase cinque anni (tenne a battesimo un certo Gianni Rivera) per poi chiudere a 33 anni la carriera nel Pordenone in C. 

Il mediano il 26 gennaio 1955 a Milano - gara di recupero contro i rossoneri che terminò 2-2 con doppietta di Bettini negli ultimi 5’ - non fece toccare pallone al grande Juan Alberto Schiaffino, la mente dei rossoneri, allora il più grande calciatore al mondo assieme a Di Stefano del Real Madrid. 
Il “pepe” fu sistematicamente anticipato, di tanto in tanto subì anche qualche fallo, si innervosì per alcune frasi di Siderno e poi - quando l'arbitro Corallo fischiò un presunto fallo del rossonero fallo sul rivale bianconero - si scagliò contro il fischietto (Corallo fu protetto da tre giocatori) cui non rimase altro che espellere l'esagitato uruguaiano. 
Schiaffino prima di abbandonare il campo strofinò davanti a Corallo pollice ed indice per poi dirgli: “Voi arbitri italiani siete tutti venduti”. Schiaffino fu squalificato per cinque giornate poi ridotte a tre.

Guido Gomirato