29 July 2019
29 July 2019

Coppa UEFA 2008: riviviamo il match di ritorno

Udinese-Borussia Dortmund

UC_Udinese-Borussia-2_news-banner_ap.jpg
«Il calcio è un gioco semplice: ventidue uomini rincorrono un pallone per novanta minuti e alla fine i tedeschi vincono». Avrebbe anche avuto ragione, ancora una volta, la sentenza Lineker, nella partita tra Udinese e Borussia Dortmund, valida per il ritorno del primo turno di Coppa UEFA. Sarebbe pure andata così, o avrebbe potuto: non fosse stato per i supplementari, per la lotteria dei calci di rigore e, soprattutto, per Samir Handanovič. A distanza di due settimane dal capolavoro del Westfalenstadion gli uomini di Pasquale Marino sono chiamati ancora una volta a dissetar l’epica calcistica: un’ultima, grande battaglia per conquistare l’approdo alla fase a gironi. Jürgen Klopp all’antivigilia della partita promette di vendere cara la pelle, optando per una formazione canonica ma compatta: un 4–4–2 con centrocampo a rombo, con il brasiliano Paulo César Tinga nei panni del trequartista, a servizio della coppia d’attacco composta da Tamás Hajnal e dal rientrante Alexander Frei. Pasquale Marino d’altro canto, rispetto alla vittoriosa gara d’andata, schiera Giovanni Pasquale titolare in luogo di Luković e Antonio Di Natale come ala sinistra del tridente completato da Simone Pepe e Antonio Floro Flores, preferito ancora una volta a Fabio Quagliarella, che entrerà in campo solo nella seconda frazione. 
36638_gallery.jpg
Il Borussia Dortmund, come promesso, del resto, parte forte e nei primi quattro minuti sfiora ben due volte il gol del vantaggio: prima con un velenoso tiro da fuori di Florian Kringe e poi con un colpo di testa ravvicinato di Frei, neutralizzato da una straordinaria parata di Samir Handanovič. Un incontro ravvicinato del terzo tipo per l’attaccante giallonero, che troverà la saracinesca del portiere sloveno chiusa anche venti minuti dopo, sugli sviluppi di un calcio di punizione. Il rombo proposto da Klopp mette davvero a dura prova l’Udinese, che a sette giri d’orologio dal termine del primo tempo riesce finalmente a palesarsi dalle parti di Weidenfeller. Mauricio Isla tenta il tiro da fuori di potenza, ma è sul calcio d’angolo che ne consegue che ai bianconeri si presenta la grande occasione per archiviare ogni discorso qualificazione: Ferronetti stacca bene di testa, e angola il pallone altrettanto bene, ma Lee riesce a salvare il risultato, sulla linea di porta, immolandosi per i suoi. Purtroppo, la durissima legge del «gol sbagliato, gol subito» vale anche per noi: nel minuto di recupero concesso dall’arbitro spagnolo César Muñiz Fernández c’è Błaszczykowski che dal fondo del campo trasforma in oro una palla apparentemente inutile, permettendo ad Hajnal di sorprendere Handanovič. Il secondo tempo sembra quasi viaggiare sulla falsa riga del primo, ma declina più che altro in una sfida personale tra due estremi difensori d’altissimo profilo: Handa vola sul colpo di testa di Kringe dopo circa quattro minuti, mentre Weidenfeller blocca ogni tentativo di Quagliarella e spegne una conclusione perfetta sciorinata da Di Natale, diretta all’incrocio dei pali con un biglietto di sola andata. Come per il primo tempo, anche l’extra-time della seconda frazione declina in un sentimento di gelo e paura, che passo dopo passo si annida nel cuore dei tifosi e si impadronisce del cielo sopra lo Stadio Friuli: l’Udinese mostra dinamismo, equilibrio e propositività ma è allo scoccare del novantaduesimo minuto che in mischia, ancora Hajnal, riesce a spizzar la sfera quel tanto che basta con la punta del piede battendo Handanovič. Si và ai supplementari, e già si teme il dramma: pur sempre ipotetico, sì, ma comunque tangibile. Ma invece no, e anzi: è Weidenfeller a dover volare su un pallonetto di Quagliarella, e due bordate vergate da Inler e Pepe. Dagli undici metri Handanovič è l’eroe indiscusso: prima si vendica murando l’equalizer della partita, Hajnal, primo rigorista del Dortmund, e poi si ripete al quarto tiro dal dischetto, su Błaszczykowski. Finisce 4–3 per noi: con Aleksandar Luković decisivo, sorridente e sollevato, che corre per pochi metri prima di esser sommerso dall’abbraccio dei suoi compagni. Tra gironi e fasi finali l’Udinese avrà la meglio di squadre quali Tottenham, Lech Poznań e persino dello Zenit San Pietroburgo, prima della sfortunata eliminazione ai quarti per mano del Werder Brema. Un pezzo di storia, un frammento di cuore d’ogni singolo sostenitore bianconero che, malgrado il risultato dell'amichevole di sabato non sia stato positivo, ci auguriamo tutti di poter vivere presto ancora.
 
Articolo a cura di Daniele Pagani
 
TABELLINO: Stadio Friuli (Udine)/Coppa UEFA/primo turno/gara di ritorno
 
BORUSSIA DORTMUND (4-4-2): Weidenfeller, Lee, Kovač, Subotić, Schmelzer, Kehl, Kringe (Sadrijaj, 84’), Błaszczykowski, Tinga (Valdéz, 68’), Frei (Şahin, 78’), Hajnal (all. Klopp)
UDINESE CALCIO (4-3-3): Handanovič, Ferronetti, Domizzi, Coda, Pasquale (Luković, 55’), Isla, Inler, D’Agostino; Di Natale (Sánchez, 90’), Pepe, Floro Flores (Quagliarella, 68’) (all. Marino)
 
MARCATORI: Tamás Hajnal (45+1’, assist Błaszczykowski) e (90+2’, assist Valdéz)

LOTTERIA DEI PENALTY: Hajnal (parato), Domizzi (fuori), Şahin (gol), Quagliarella (gol), Kehl (gol), Pepe (gol), Błaszczykowski (parato), Inler (gol), Valdéz (gol), Luković (gol): 4–3