31 July 2019
31 July 2019

La carriera di Ilija

Il nuovo attaccante bianconero

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Il gol come un istinto, una passione, un irrefrenabile vizio. Provate a domandare a Ilija Nestorovski il valore di una vittoria scévra di un suo autografo sul tabellino dei marcatori, e ciò che vi verrà fornita come degna risposta sarà l’essenza più primordiale e sanamente egoistica dell’attaccante in sé. Il gol per l’attaccante di Prilep non rappresenta né il mezzo, né lo scopo: è più che altro la sua personale e limpida interpretazione del tutto, cui si sommano un’ammirevole forza d’animo e un’innata capacità nel trovare la porta avversaria. Un intrigante mix di elementi che, non a caso, tra la scorsa Serie B e la Coppa Italia gli hanno permesso di mettere a referto 15 gol e 5 assist in 28 presenze, cui si somma un determinismo statistico non proprio indifferente: nel solo girone d’andata della cadetteria, infatti, la punta macedone ha portato in dote ben 13 dei 39 punti complessivi coi quali il Palermo si è laureato Campione d’Inverno, ovviamente al rimbombare del coro «re Ilija, re Ilija, grida la Sicilia», creato per lui appositamente dai più accesi sostenitori rosanero. Ma non solo: ad arricchire il biglietto da visita con cui Nestorovski si presenta a Udine c’è anche un prestigioso nono posto nella classifica all-time dei migliori marcatori di sempre nella storia del Palermo: 39 per l’esattezza, due in più rispetto a un certo Edinson Cavani in novantanove presenze ufficiali, che a distanza di tre anni dal suo approdo in Italia lo rendono uno dei tre stranieri a rientrare nella top ten, proprio in compagnia dell’uruguaiano del PSG e dell’argentino Santiago Vernazza.
A disegnare la rotta di Ilija verso Palermo fu Maurizio Zamparini, che nel gennaio del duemilasedici s’innamorò perdutamente del suo modo di inquadrare la porta, decidendo di investire sul macedone pur sapendo che sarebbe rimasto altri sei mesi in Croazia, in quanto extracomunitario e dunque non tesserabile nell’immediato. Ai tempi Nesto-gol (il suo soprannome al giorno d’oggi) militava in Prva Liga nell’Inter Zaprešić e nel mese di marzo la squadra dei «Keramičari», i ceramisti, era obbligata a traversare le calme acque del fiume Sava per raggiungere il campo sportivo di Medsave, a causa dei continui allagamenti dell’impianto di Zares. Sulla cresta dell’onda, al contrario, ci viaggiava proprio Ilija, grazie alla sua inarrestabile vena realizzativa: 25 centri in 33 match. Un degno sequel dopo due stagioni in Druga HNL, seconda divisione del calcio croato, dove Nestorovski era riuscito a laurearsi per due volte consecutive capocannoniere con le 20 reti del primo anno e le 24 di quello successivo. Numeri monstre che peraltro gli valsero l’interesse da parte di tutte big del campionato e il secondo gradino del podio come miglior calciatore della lega, alle spalle di Marin Tomasov del Rijeka. Giunto finalmente a Palermo, nell’estate del 2016, Nestorovski non solo si è dovuto far carico della vacante eredità di Paulo Dybala e Andrea Belotti, volati a Torino con due destinazioni diverse, ma anche del ramificato scetticismo che notoriamente ha sempre contraddistinto il popolo rosanero. I primissimi dubbi, tuttavia, lasciarono immediatamente spazio ai dati di campo: al suo primo anno in Italia Ilija non riesce ad evitare la retrocessione dei siciliani, ma dimostra tanto. Attaccamento alla causa, alla maglia, alla piazza. Và in doppia cifra segnando cinque delle sue undici reti stagionali nelle prime 11 partite, come Fabrizio Miccoli sette anni prima e, peraltro, con la sua Macedonia si toglie lo sfizio di trafiggere l’Italia durante una gara valida per le qualificazioni agli ultimi Mondiali. 
Ilija è un attaccante da manuale, non aspetta l’occasione buona. Il gol lo cerca, se lo procaccia, se lo conquista. Seppur dotato delle qualità tipiche del centravanti, sia nell’atletismo che nel gioco aereo, ridurre la definizione di Nestorovski a semplice uomo d’area di rigore potrebbe risultare un enorme tranello: mancino naturale, infatti, il macedone sa rendersi parte integrante della manovra collettiva nonché un abile finalizzatore anche con l’ausilio del piede debole. Nel suo repertorio non mancano i tentativi acrobatici e i calci di punizione. Filippo Inzaghi in persona, due anni fà, proprio in occasione di una sfida al vertice della cadetteria, tra il suo Venezia e il Palermo, incensò Nestorovski come «di tutt’altra categoria, da Serie A». Parole che al giorno d’oggi risuonano quanto mai profetiche per Ilija, che solo cinque anni prima, dopo una sfortunata esperienza in prestito con il Metalurg Skopje, aveva addirittura pensato di appendere gli scarpini al chiodo dopo un periodo di depressione, dal quale uscì grazie alla vicinanza della sua famiglia. La sua storia ha valicato i confini nazionali sbarcando in Inghilterra, dove in tanti addetti ai lavori hanno accostato il percorso del nostro nuovo attaccante a quello di Jamie Vardy del Leicester City: paragoni non casuali e che, se non per forza autobiografici, trovano un terreno fertile e comune in virtù quali l’umiltà dettata dallo sforzo, il desiderio di rivalsa e di non porsi alcun limite per raggiungere il traguardo prestabilito. Infatti dopo gli esordi nel Prileb Pobeda, club che lo accolse quando aveva dieci anni e che lo fece esordire nel professionismo a sedici, Ilija riuscì a segnare 39 reti in 96 gare distribuite su tre annate. Le ottime prestazioni lo portarono allo Slovácko nel 2010, nella 1. Liga ceca, dove a causa della giovane età Ilija faticò a ritagliarsi uno spazio tra i titolari. Due prestiti non fruttuosi come quelli dei due anni seguenti, prima col Viktoria Žižkov e poi proprio col Metalurg, avrebbero potuto condizionare chiunque. Ma non Nestorovski: che in terra croata ha ritrovato sé stesso, e in Italia è riuscito ad adempiere al suo destino, quello che ha sempre sognato. Dobredojde, car Ilija!