25 agosto 2019
25 agosto 2019

Il laboratorio di Zaccheroni

Con il tridente Bierhoff-Poggi-Amoroso e il 3-4-3 ha fatto grande l'Udinese

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IL DOPPIO EX

Ad Udine ha lasciato ricordi indelebili, il suo 3-4-3 ha fatto la storia dei successi dell'Udinese dal 1995 al 1998 con piazzamenti che ancora oggi sono il vanto della Società. Mister Alberto Zaccheroni ha portato i bianconeri prima al 10° posto, poi al 5° con conseguente piazzamento in Coppa Uefa ed infine al terzo posto dietro Juventus e Inter. Erano gli anni di Bierhoff e Amoroso e di una squadra che iniziava ad imporsi per gioco e mentalità.

L'allenatore di Meldola è il grande doppio ex della partita di oggi avendo allenato sia l'Udinese sia il Milan, club con cui nella stagione 1998-99 ha vinto lo Scudetto.

Come vive questa partita?
“Ho vissuto anni splendidi alla guida dell'Udinese e del Milan. Erano gli anni d'oro del calcio, delle "sette sorelle", eravamo a cavallo tra la fine degli anni '90 e l'inizio degli anni 2000. Ho avuto la fortuna di allenare grandi campioni. Ho avuto il merito di costruire giocatori che si sono affermati in quel periodo, altri consacrati”. 

All'Udinese ha compiuto un capolavoro. Qual è stato il segreto?
“Per raggiungere i risultati dovetti mettere pressione ai miei giocatori. Gli allenamenti della settimana erano per me e per la squadra un laboratorio. Era importante l'approccio alla seduta del martedì, tutti concentrati. Iniziava la settimana e da lì capivo che testa avessero i ragazzi. Era cambiata la mentalità ed era valorizzata la cultura del lavoro. L’Udinese aveva Bertotto-Calori-Pierini e dietro non passava nulla. Per non parlare degli attaccanti Poggi-Bierhoff-Amoroso sempre in doppia cifra”.

E al Milan?
“Ho avuto la grande fortuna al Milan di avere la possibilità di lavorare come ad Udine e mettere in pratica le mie idee. All'epoca i rossoneri venivano da piazzamenti deludenti con i precedenti allenatori ed importante furono le figure all'interno dello spogliatoio di Costacurta, Maldini e Albertini che si misero a disposizione.  Ho spiegato loro che avevo idee diverse e che se applicate correttamente avrebbero portato vantaggi alla squadra e di conseguenza al rendimento dei singoli. Arrivò lo Scudetto, inaspettato e bellissimo per questo”. 

Che partita si aspetta?
“Tudor e Giampaolo giocano con due moduli differenti. L'Udinese visto in questo precampionato gioca con il 3-5-2, il Milan 4-3-1-2. E' una partita interessante, tra due squadre che hanno giocatori importanti ma è ancora presto per dare giudizi. Sicuramente sarà partita aperta perché è la prima giornata di campionato e le squadre non sono ancora collaudate del tutto. Difficile fare pronostici, ma penso che il pubblico si divertirà”. 

Udinese-Milan, per chi tiferà?
“Considero Udine casa mia e per come sono stato trattato dalla società e dai friuliani non mi sembrava nemmeno di essere uscito dalla mia Romagna. Quando ho lasciato Udine per andare al Milan ero dispiaciuto perché sapevo cosa avrei lasciato. La famiglia Pozzo ha rispettato le mie idee calcistiche e mi ha permesso di lavorare con serenità. Gliene sarò sempre grato”.

(P.G.)