11 November 2019
11 November 2019

Udinese-Spal in pillole

La partita dei bianconeri tra numeri e statistiche

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La partita della Dacia Arena di ieri pomeriggio, valida per il dodicesimo turno di campionato, è stata l’incontro diretto numero 25 nella storia della Serie A tra Udinese e SPAL, con lo score aggiornato e complessivo che recita 9 successi in favore dei bianconeri, 8 per i ferraresi e 8 pareggi. Da quando la compagine di mister Semplici ha fatto il suo ritorno nella massima serie del calcio italiano (stagione 17/18) il bilancio delle sfide contro i friulani è in perfetta parità: 3 segni "X" e una vittoria a testa. L’Udinese peraltro non pareggiava da sei partite consecutive, dallo 0-0 contro l’Hellas Verona del ventiquattro settembre scorso, e tra le mura casalinghe ha perso 3 delle ultime 14 gare disputate (con Parma, Brescia e Roma). Si conclude senza reti anche la “sfida del gol” tra Andrea Petagna e Stefano Okaka, attualmente i migliori marcatori delle rispettive squadre con 3 reti a testa. L’Udinese sale a 14 punti in campionato, mentre la SPAL raggiunge quota 8 relegando così il Brescia all’ultimo posto in classifica.

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La chiave tattica

Il classico 3–5–2 scelto da Luca Gotti per fronteggiare la SPAL incarna la volontà di sfruttare al massimo le catene laterali e nasconde un innato camaleontismo a seconda delle due fasi del gioco. Ieri pomeriggio l’Udinese ha costruito la sua manovra in maniera ordinata e brillante, con Rodrigo De Paul e il rientrante Stryger Larsen che hanno ricoperto un ruolo fondamentale nel cuore delle trame costruite dai bianconeri: nel primo palleggio l’argentino si è abbassato più volte sull’out mancino, per ricevere lo scarico dei difensori e permettere così a Sema di scalare in attacco al fianco del tandem Okaka–Nestorovski, nella transizione difensiva, invece, l’esterno danese ha abbassato in maniera continua il suo baricentro posizionale al fine di comporre una linea a quattro, con Nuytinck sempre pronto a scalare nel ruolo di terzino sinistro. Un 4–3–3 mascherato, dunque, contraddistinto dall’intenzione di voler interpretare con razionalità entrambe le fasi di transizione. Sin dai primi giri d’orologio l’Udinese ha imbastito un giropalla rapido e meticoloso, al netto dell’indole difensivista e contropiedista della squadra ospite, arrivando al 59% di possesso palla e ad un tasso di accuratezza nel fraseggio pari al 90% intorno al quarto d’ora. La SPAL ha cercato di creare qualche grattacapo al reparto difensivo friulano attraverso i velenosi movimenti di Paloschi e ha persino sfiorato il gol del vantaggio con un grande stacco aereo di Kurtić, ma per quanto i ferraresi abbiano fatto registrare un numero maggiore di tiri (5-10, 1-1 on target), le occasioni da rete più limpide del primo tempo sono state prodotte dall’Udinese, con il palo di Nestorovski, e poi con De Paul e Mandragora. Gli uomini di Gotti hanno comunque mostrato più qualità degli avversari in termini di manovra, 53% a 47% nelle statistiche inerenti al possesso palla, con una precisione dell’85% (83% per la SPAL). Nella seconda metà di gara il carattere guizzante degli esterni di Semplici ha spinto l’Udinese a utilizzare Jajalo nei panni di primo scarico per i difensori, in luogo di De Paul, ma fino al settantesimo il match è rimasto inibito da una lunga fase di studio, con 4 ammonizioni (Floccari,Becão, Okaka, Felipe).
I dati relativi alle zone d’azione sono testimoni di una leggera supremazia friulana: il 45% del gioco si è sviluppato nella corridoio centrale, il 29% nella metà campo ospite e il 26% in quella dei padroni di casa. A venti minuti dal fischio finale l’Udinese aveva prodotto 8 tiri in porta a 13, ma nei successivi dieci minuti ha tentato altre 5 conclusioni, sfruttando soprattutto la fascia sinistra (45%) nella fase di transizione offensiva, mentre la fascia centrale e la catena di destra sono state utilizzate rispettivamente nel 22% e nel 33% dei casi. Al fischio finale i bianconeri hanno confermato la propria superiorità nell’amministrazione del pallone (60% a 40%, 85% a 78% di precisione), eguagliando la squadra ospite per numero di tiri tentati: 17 a 17 totali (1 a 3 on target), pur prevalendo in quanto a reali occasioni da gol prodotte (8 a 4). Il finale “thriller”, con il rigore assegnato alla SPAL attraverso l’On Field Review, avrebbe potuto sconvolgere le sorti di una partita ben interpretata dai bianconeri sotto il profilo mentale e del gioco, ma il primo penalty neutralizzato da Musso nel calcio italiano ha scongiurato un’ipotetica e immeritata sconfitta. L’estremo difensore argentino, inoltre, ha effettuato complessivamente 4 parate, tra cui una respinta in zona pericolosa. 

Un impeccabile Rodrigo Becão

Prestazione di grande spessore per il centrale difensivo brasiliano, autore di una prova perentoria e precisa. Becão ha amministrato il 5.8% del possesso palla bianconero attraverso 59 tocchi e ben 43 passaggi completati positivamente su 47 effettuati, dunque con un tasso di accuratezza pari al 91%. L’ottima qualità di palleggio viene corroborata e impreziosita da 2 passaggi intercettati, 18 recuperi difensivi, 2 spazzate e dal 100% di successo sia nei contrasti (2 su 2) che nei duelli aerei (3 su 3). 

Un Mato Jajalo a trecentosessanta gradi

Altra prova importante da parte del regista bosniaco, cervello e cuore del centrocampo bianconero. Mato Jajalo ha gestito il 6.9% del possesso palla attraverso 71 tocchi e 47 passaggi completati su 53 totali, con un tasso di precisione dell’85%. Oltre al 100% di successo nei dribbling, a impreziosire la prestazione del numero otto friulano ci sono 3 contrasti vinti su 3, 1 spazzata difensiva e 4 passaggi intercettati.

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