26 febbraio 2019

Il Barone Parlante

L'arrivo a Udine

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E’ un friulano d’adozione, ha scelto Udine come casa, ha scritto pagine bellissime della nostra storia e ogni settimana lo troviamo ad accompagnarci su Udinews TV: Franco Causio per gli udinesi è un Campione di Famiglia, con tante cose da raccontare della sua incredibile carriera fuori e dentro dal campo.
Ogni settimana scopriremo una tappa del suo percorso, e non potevamo che partire da questo:
 
L’ARRIVO A UDINE
 
Semplicemente, qualcuno non mi voleva più a Torino. L’allenatore di allora sembrava avere altre idee: non gli andavo più a genio per il suo gioco, per il modo di essere.
 
Avevo alle spalle due giovani come Marocchino e Fanna, e io avevo trent’anni. Era come se, tutto d’un tratto, per qualcuno fossi diventato logoro. È allora che si materializzò il mio trasferimento a Udine, e la sensazione di non essere più ritenuto utile si trasformò in grande grinta: volevo fare bene e dimostrare tutto, e la risposta arrivò ancora una volta sul campo, giocando altri nove anni, vincendo anche il Mondiale. 
 
Una volta a Udine, fu un vantaggio importante trovare ad allenarmi Enzo Ferrari: eravamo stati compagni di squadra al Palermo nella stagione 69/70. 
 
Allora, ai tempi del Palermo, ero un ragazzo di 18 anni, facevo anche il militare. Condividevo l’appartamento proprio con Ferrari e con Silvino Bercellino. Quando ero in licenza trascorrevo il tempo con loro, e quindi il rapporto con Enzo, quando sono arrivato a Udine, era già stretto e di lunga data: era un amico, mi è stato vicino a Palermo consigliandomi in un momento in cui ero molto giovane, e in cui avrei potuto anche perdermi. 
 
Arrivato a Udine, non dimenticherò mai la prima volta che ci siamo incontrati: siamo scoppiati a ridere, gli ho anche chiesto scherzando se dovevo dargli del Lei, ma eravamo Enzo e Franco. Lo ritrovai come allenatore vincente, capace. Aveva appena conquistato il Campionato nazionale Primavera e aveva fatto crescere un gruppo con calciatori importanti come Cinello, Miano, De Agostini, Gerolin, Borin, Papais, 7 o 8 ragazzi che, assieme a Ferrari, fecero tutti il salto in prima squadra.
 
Un amico come allenatore e una squadra di giovani talenti: questo fu il mio primo anno a Udine. Ci salvammo con largo anticipo, divertendoci e togliendoci delle belle soddisfazioni.
 
Fu un ottimo inizio, e nei miei anni successivi qui a Udine Dal Cin ha migliorato di anno in anno la squadra, forse anche grazie a un nome di richiamo come il mio.
 
Ad aprire la mia avventura udinese fu una telefonata del Vecio, Enzo Bearzot, che mi disse: “oh, guarda che vai nella mia terra, fai vedere quello che vali perché se mi dai le risposte giuste il primo convocato per il Mondiale sei tu”. Mi diede una carica incredibile, eravamo in vista dei Mondiali di Spagna ’82, era il traguardo che volevo raggiungere e per farlo mi dedicavo ogni giorno con Cleante Zat, il preparatore atletico, a sedute aggiuntive, e questo mi aiutò molto per centrare l’obiettivo e andare in Spagna.
 
In quella telefonata Bearzot mi disse anche “noi friulani siamo più duri di voi meridionali”, col tempo ho capito cosa voleva dire: che ci unisce questa grande importanza che diamo all’amicizia, che non concediamo facilmente ma che quando nasce è vera e profonda. Anche per questo ho deciso di rimanere qui, dove vivo da più di 30 anni.

Franco Causio