07 ottobre 2019
07 ottobre 2019

Fiorentina-Udinese in pillole

I numeri della partita

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Il lunch match andato in scena ieri, all’Artemio Franchi di Firenze, è stato l’incontro diretto numero ottantasette nella storia della Serie A tra Fiorentina e Udinese, con lo score totale ed aggiornato che recita 41 successi in favore dei gigliati, 20 in favore dei bianconeri e infine, a chiudere, 26 pareggi. A decidere le sorti della partita ci ha pensato Nikola Milenković, alla sua seconda rete stagionale dopo quella realizzata contro il Napoli, alla prima giornata di campionato. 

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La chiave tattica
Una partita giocata a testa alta, probabilmente persa nel momento migliore della squadra durante il secondo tempo. La Fiorentina riesce ad aver ragione dell’Udinese ma non senza faticare, grazie a un gol sopraggiunto sugli sviluppi di un calcio d’angolo: la situazione di gioco prediletta per i gigliati di Vincenzo Montella, che non a caso hanno segnato 4 delle loro 12 marcature stagionali da corner. Le statistiche inerenti alle zone di azione suggeriscono l’idea di una gara combattuta e interpretata con assennato metodismo da entrambe le compagini: il 43% del gioco complessivo si è sviluppato nella fascia centrale del campo, il 32% nella metà campo bianconera e il 25% restante in quella viola.
Nel corso del primo tempo la Fiorentina è riuscita a imporsi nei dati inerenti alle occasioni da gol create (per 8 a 4) e al possesso palla (54% a 46%) incontrando tuttavia l’ostica resistenza bianconera, che complessivamente ha prodotto 12 spazzate a 6, 4 intercetti a 3 e 10 contrasti vinti su 13 completati (77% di successo, contro il 63% viola). L’Udinese dal proprio canto, che già nel primo tempo aveva dimostrato una qualità di palleggio non troppo dissimile da quella dei padroni di casa, con l’81% di precisione nei passaggi, durante la seconda frazione ha sensibilmente ristretto la forbice per quanto riguarda la mole di gioco amministrata: il 49.7% (contro il 50.3% toscano), perdendo relativamente poco sotto il profilo percentuale nell’accuratezza del fraseggio (dall’81% al 78%).
E a tal proposito: tutte le occasioni da gol prodotte dai bianconeri (8) sono arrivate attraverso un’azione manovrata e nel 63% dei casi sono state concluse dall’interno dell’area di rigore. La Fiorentina, invece, è arrivata alla conclusione 9 volte attraverso i calci piazzati su 16 chance totali. La fase di transizione offensiva dei bianconeri è ripartita equamente tra fascia destra e sinistra (36%), mentre il corridoio centrale è stato sfruttato solo nel 28% delle trame d’attacco costruite dagli uomini di Igor Tudor.

Il ritorno di Rodrigo De Paul
Tudor gli ha cucito addosso un abito ibrido: interno di centrocampo nella fase di copertura, ma con spiccate tendenze offensive, al ribaltamento del fronte d’attacco. Al suo ritorno in campo, dopo i tre turni di stop rimediati a San Siro, contro l’Inter, Rodrigo De Paul si è immediatamente distinto come centro di gravità della manovra bianconera: «el diéz» argentino ha gestito il 7.5% del possesso palla bianconero, completando positivamente 80 tocchi e il 77% dei passaggi tentati (46 su 60). A questo s’addizionano anche il 100% di successo nei dribbling (2 su 2) e il 67% nei contrasti tentati (2 su 3).

La guardinga partita di Samir
La prestazione del centrale difensivo brasiliano è stata ancora una volta attenta e precisa. Come suo solito a trecentosessanta gradi. Al cospetto di un reparto avanzato dall’alto coefficiente di fantasia e imprevedibilità, tra i numeri di Samir, spiccano il perfetto score nei contrasti vinti (5 su 5, il 100% di successo) e la precisione nel primo palleggio, con 43 passaggi completati positivamente su 47 totali (91%). A questo si aggiungono anche 4 spazzate difensive e 1 passaggio intercettato.

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