11 luglio 2019
11 luglio 2019

Il profilo di Rodrigo Becão

La carriera e le qualità del difensore brasiliano giunto a Udine dal Bahia

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Nato a Salvador nel gennaio del ’96, Becão è entrato nelle giovanili del Bahia su segnalazione dell’ex calciatore Luciano Baiano, che nel 2013 lo suggerì all’allora dt Aroldo Moreira. Lì, nella culla di Dani Alves e Serginho, giusto per citarne un paio che sono passati dalla Serie A, dove la torcida «Tricolor» rievoca ancora con orgoglio la prima Taça do Brasil della storia, vinta ai danni del Santos di un certo Pelé, Rodrigo è cresciuto come calciatore e come uomo: sempre all’insegna di quei valori autentici e sinceri che gli sono stati inculcati da un’umile infanzia.
Nel dicembre scorso il sito Sports.ru lo aveva definito senza eccessivi giri di parole «la fortuna del CSKA»: miglior difensore della Prem’er-Liga, un esponente moderno di quella dottrina do futebol che ha reso celebri campioni come l’ex Inter Lúcio e David Luiz. Addirittura più conosciuto in Russia che in Brasile. Infatti il debutto con il Bahia risale al 28 novembre del 2015, in un match di Campeonato Brasileiro Série B, contro l’Atlético Goianense. La stagione seguente invece, vissuta più che altro con la formazione sub–20, ha fatto da apripista per un biennio pieno di soddisfazioni: tra i primi trofei, una Copa do Nordeste e un Campeonato Baiano, una manifestazione quest’ultima in cui Rodrigo ha trovato anche il primo gol in carriera, fino ad arrivare all’esordio in Copa Sudamericana contro i boliviani del Deportivo Blooming.
Dalle ventitré presenze complessive rastrellate con il Bahia alle trentasei stagionali col CSKA Mosca, delle quali 28 in Prem’er-Liga, una in Coppa di Russia, una nella Supercoppa nazionale vinta ai danni della Lokomotiv e 6 in UEFA Champions League: titolare nel 93% delle occasioni (36 partite su 38), giocando l’89% dei minuti totali a disposizione (3182’). Grandi numeri che peraltro, volendo essere interpretati in un’ottica più dogmatica, testimoniano quanta fiducia abbia riposto Viktar Hančarėnka nelle qualità di Rodrigo.
Con una vagonata di buone ragioni si direbbe, soprattutto ripensando alle prestazioni super che il gigante di Bahia ha sfoderato nella fase ai gironi di UCL: prima con la Roma, antipasto del suo futuro nel calcio italiano, e poi nel doppio (e trionfante) confronto col Real Madrid, nel quale ha nullificato un certo Karim Benzema con una marcatura asfissiante. La fisicità e il gioco aereo, del resto, sono il suo grande punto di forza. E non potrebbe essere altrimenti dall’alto dei suoi centonovantuno centimetri d’altezza, con delle eccellenti doti nello strappo e nelle progressioni che sopperiscono decisamente bene ad un’ipotetica prima difficoltà nello scatto breve.
Tuttavia in Becão scorre pur sempre sangue brasiliano, verdeoro, e si sà: buon sangue non mente. Nato come centrale difensivo in una linea a quattro, Hančarėnka lo ha impiegato principalmente come intermedio di destra, in un sistema a tre, nel quale Rodrigo ricopriva un ruolo fondamentale nella prima fase d’impostazione, dovendo cercare la transizione verticale sul mediano Mário Fernandes. Uno stile di gioco e un’inquadratura tattica che sicuramente potranno giovare alle idee di mister Igor Tudor. Bem-vindo em Udine, Rodrigo!

Articolo a cura di Daniele Pagani