02 diciembre 2019
02 diciembre 2019

Lazio-Udinese in pillole

La sfida dell'Olimpico tra numeri e statistiche

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Il match dell’Olimpico di ieri pomeriggio, valido per il quattordicesimo turno di campionato, è stato l’incontro diretto numero 81 nella storia della Serie A tra Lazio e Udinese, con 38 vittorie in favore dei biancocelesti, 24 per i friulani e, infine, 19 pareggi. La squadra di Simone Inzaghi conferma il suo ottimo status di forma: 2 segni "X" e 7 successi (dei quali 6 consecutivi), con l’ultimo risultato a sfavore che risale al 25 settembre scorso, al Meazza con l’Inter. Ciro Immobile, autore di una doppietta, sale a quota 17 gol in 14 presenze, dunque 1 ogni 66 minuti (1.2 ogni 90’): l’attaccante di Torre Annunziata per la seconda volta in carriera riesce ad abbattere il traguardo delle 15 marcature prima del mese di dicembre (sempre con la Lazio nel 2017), come per Giuseppe Meazza (Ambrosiana Inter) e Felice Borel (Juventus) nel 1933, Luca Toni (Fiorentina) nel 2005.

Statistiche: powered by OPTA

La chiave tattica

Una partita a specchio. Luca Gotti per la sfida contro la Lazio ha scelto il classico 3–5–2 con Samir a sinistra e Walace vertice basso del centrocampo, a causa della squalifica di Jajalo e dell’infortunio di Sema. In fase difensiva il sistema di gioco della squadra mutava in un 5–4–1 coi due esterni pronti a abbassare il proprio raggio di azione sulla linea dei difensori, e Nestorovski a coadiuvare il pressing dei centrocampisti, agendo come vertice alto di un rombo. Un incipit tattico, quest’ultimo, applicato anche dalla Lazio di Inzaghi, con Joaquín Correa a ricoprire le medesime funzioni del macedone. Per certi versi sono mutati solamente l’approccio e l’interpretazione delle due squadre in termini di fase offensiva: l’Udinese ha puntato sul rientrante Stefano Okaka, posizionalmente schierato su Acerbi al fine di conferire profondità alla manovra bianconera. La compagine biancoceleste, invece, ha optato per un atipico 3–2–3–2: sul ribaltamento di fronte Luis Alberto si staccava dal centrocampo salendo sulla trequarti con Lazzari e Lulić al suo fianco, lasciando il tandem Leiva–Milinković a presidiare la mediana. Una chiave di lettura che più volte ha costretto Troost Ekong a lasciare la sua posizione da ultimo uomo, per uscire in marcatura sui palleggiatori laziali. Nel corso del primo tempo la Lazio ha tentato 13 tiri (5 on target) contro i 5 dell’Udinese (0 on target) dominando in termini di pericolosità offensiva, ma entrambe le squadre hanno dimostrato grande qualità di palleggio (precisione: 89%84%) con climax intorno al quarto d’ora (91%89%), praticamente eguagliandosi nei dati relativi al possesso palla (52%48%). L’Udinese ha dispensato equamente la fase di transizione offensiva tra fascia destra e sinistra, rispettivamente con 20 e 22 attacchi, mentre il corridoio centrale del campo è stato sfruttato solamente nel 24% dei casi. I bianconeri hanno persino concluso il 70% delle proprie iniziative offensive dall’interno dell’area di rigore, ma la solidità della retroguardia laziale (la quarta miglior difesa della Serie A dopo Juventus, Inter e Hellas Verona), non ha lasciato troppo margine di manovra agli avversari: 21 tiri totali a 10 (di cui 6–0 on target) e 6 grandi occasioni da gol create a 2 (Nestorovski e Mandragora). I numeri inerenti alle zone d’azione parlano di una partita combattuta: difatto il 27% del gioco si è sviluppato nella metà campo ospite, il 25% in quella biancoceleste ed il 48% lungo la fascia centrale del campo. Le due squadre, peraltro, si sono praticamente equivalse nel possesso palla (51.6%48.4%), nella precisione del fraseggio (90%87%) e nei contrasti (15–18, in favore dell’Udinese), ma evidentemente la qualità dei singoli a disposizione di Inzaghi si è rivelata il fattore determinante di questa partita.

Il rientrante Rodrigo Becão

Il difensore brasiliano ha fatto il suo ritorno da titolare, sul centrodestra della retroguardia friulana. Becão ha amministrato il 4.4% del possesso palla totale dell’Udinese attraverso 65 tocchi e un tasso d’accuratezza nel fraseggio pari all’88% con 46 passaggi completati positivamente su 52. Il centrale difensivo ex CSKA, inoltre, ha completato con successo il 100% dei suoi contrasti (3 su 3), 5 spazzate difensive, 2 intercettazioni e 15 recuperi difensivi (field leader bianconero, a –1 da Senad Lulić e dal rumeno ȘtefanRadu, i field leader della partita).