09 diciembre 2019
09 diciembre 2019

Udinese-Napoli in pillole

Il match analizzato tra numeri e statistiche

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Il match della Dacia Arena di ieri sera, valido per la quindicesima giornata di campionato, è stato lo scontro diretto numero 75 nella storia della Serie A tra l’Udinese e il Napoli: il bilancio complessivo delle sfide tra le due compagini è di 29 vittorie per i partenopei, 17 per i friulani, e infine 29 pareggi. L’ultimo trionfo bianconero risale all’aprile del 2016 (3–1 con doppietta di Bruno Fernandes, e gol di Théréau), mentre un segno X non si vedeva addirittura dal 2014 (sempre per 1-1). Per il Napoli di Ancelotti è il 5° pareggio nelle ultime 7 partite (con 2 sconfitte). Lasagna trova la sua terza rete in campionato (5^ stagionale), la seconda consecutiva dopo quella segnata al Bologna in Coppa Italia. 

La chiave tattica
Al netto del multiforme 4–4–2 di Carlo Ancelotti, con Callejón titolare sulla fascia destra e la coppia Mertens–Lozano in attacco, Luca Gotti ha optato per un 3–5–2 non troppo diverso da quello visto in Coppa Italia contro il Bologna, seppure con qualche assestamento di natura tattica. In fase difensiva l’Udinese ha schierato un 5–3–2 impostato sulla marcatura a uomo, con i tre interni di centrocampo votati a un pressing alto e costante, e il tandem Lasagna–Okaka incaricato di congestionare le prime linee di passaggio dei palleggiatori difensivi partenopei, agendo soprattutto nella zona di Zieliński e Fabián Ruiz. In fase di costruzione della manovra De Paul e Fofana hanno avuto un ruolo nevralgico transitando spesso verso gli esterni, in modo da creare una fonte di scarico secondaria per Stryger e ter Avest. Già intorno al primo quarto d’ora la partita ha dato l’impressione di esser imbottigliata in una lunga fase di studio: il Napoli ha proposto un lungo possesso palla arrivando al 58% (con tasso d’accuratezza dell’89%), senza riuscire a costruire delle reali occasioni da gol, mentre l’Udinese pur non sfigurando in termini qualitativi (42% di possesso palla, precisione dell’84%) ha “azzardato” di più in attacco, seppure con due conclusioni abbastanza velleitarie di De Maio e Fofana. I bianconeri sono riusciti, d’altro canto, a difendersi con grande attenzione dalle trame offensive del Napoli: solo nella prima metà di gara la difesa friulana ha ingaggiato 5 contrasti (1 De Maio e 4 Nuityinck), senza perderne uno, mentre a centrocampo De Paul (1), Mandragora (2) e Fofana (3) hanno intercettato 6 passaggi (su 12 intercetti totali, a 2). Non a caso il gol del vantaggio di Lasagna, che già nello scorso campionato aveva segnato agli azzurri, al San Paolo, nasce proprio da un recupero a centrocampo di Fofana. A quel punto il Napoli, dovendo rincorrere, ha vertiginosamente aumentato la sua presenza nella metà campo friulana (solo Koulibaly–Manolas dietro la linea del pallone) e ha incrementato la mole di gioco gestita fino al 65% (309 passaggi totali, tasso di precisione dell’88%). L’Udinese nella costruzione della manovra ha subito un calo a livello qualitativo (78% di precisione), ma ha enormi meriti nel non aver concesso nemmeno un tiro nello specchio della porta agli avversari. Di fatto alla Dacia Arena si è visto il primo tempo con meno conclusioni on target della Serie A dal primo turno a oggi (1, il gol di Lasagna). Il Napoli in campo ha imposto una notevole supremazia territoriale, come testimoniano i numeri inerenti alle zone d’azione: il 48% del gioco si è sviluppato lungo il corridoio centrale, il 40% nella metà campo bianconera e solamente il 13% in quella ospite. A prescindere da queste statistiche l’Udinese ha comunque mostrato una certa pericolosità offensiva, concludendo il 40% delle occasioni da gol create dall’interno dell’area di rigore, provando dunque nel 60% dei casi soluzioni dalla lunga gittata. Nella fase di transizione offensiva gli uomini di Gotti hanno effettuato 5 attacchi centrali, 9 attacchi a sinistra e 18 a destra, mentre in difesa sono arrivati 70 recuperi (a 52), poi 41 spazzate (a 6), 18 duelli aerei vinti (a 15) e 16 passaggi intercettati (a 4). Il Napoli è riuscito comunque a prevalere nei contrasti vinti (9–12), ma non in termini percentuali: 86% per i friulani (9 vinti su 12) e 50% per i partenopei (12 su 24). La squadra di Ancelotti ha tentato 18 conclusioni a 5 (solo 3–1 on target) e ha egemonizzato il possesso palla (69%–31%, poco prima dell’ora di gioco gli azzurri avevano effettuato il doppio dei passaggi degli avversari, 404 a 202), ma l’Udinese ha saputo mantenere il sangue freddo nonostante il pareggio di Zieliński e l’arrembaggio finale subito. Di certo ciò che ha fatto la differenza è stata l’attenzione messa in mostra dai bianconeri in ogni singola fase della gara, contro un avversario importante e altresì desideroso di riscatto.

La consistenza di Seko Fofana
Dei 595 minuti raccolti in questo campionato, in 10 presenze, i 90 di ieri sera sono stati senza alcun dubbio i migliori del centrocampista ivoriano sin qui. Fofana ha amministrato solamente il 2.2% del possesso palla bianconero, attraverso 39 tocchi e 18 passaggi completati positivamente su 20 totali (tasso di accuratezza del 90%), ma la sua prestazione individuale si arricchisce notevolmente con 2 conclusioni tentate verso la porta protetta da Meret e 4 dribbling riusciti su 6 (67% di successo). La menzione d’onore non può che andare all’assist per il momentaneo 1–0 di Lasagna, dopo un’ottima iniziativa personale, che sino alla rete del pareggio di Zieliński (69’) ha sostanzialmente spaccato in due l’equilibrio della partita. Sostanza, attenzione e coraggio.

La solidità di Bram Nuytinck
Tra Mertens, Callejón e le incursioni al veleno di Fabián Ruiz di sicuro il centrale difensivo olandese non ha avuto a che fare con una clientela semplice, eppure la sua prestazione complessiva incarna e nobilita lo spirito di sacrificio messo in mostra da tutta la squadra bianconera. Nuytinck ha gestito il 3.5% del possesso palla friulano (3^ field leader dietro a Mandragora e De Paul) attraverso 54 tocchi compiuti (field leader) e 31 passaggi completati positivamente su 34 effettuati, dunque con un tasso d’accuratezza del 91%. In fase difensiva, peraltro, l’olandese vanta 8 spazzate, 13 recuperi difensivi contro gli attaccanti del Napoli (2^field leader dopo ter Avest, a 14), 1 passaggio intercettato e infine anche il 100% di contrasti vinti (4 su 4). La ciliegina sulla torta di una partita pressoché perfetta.