Il nostro Gerard Deulofeu, protagonista sulle colonne del prestigioso quotidiano spagnolo "Marca". Rileggi l'intervista del numero 9 bianconero:
Il fisico di Gerard Deulofeu, nato a Riudarenes nel 1994, non mente. È molto asciutto. “Bisogna lavorare molto, altrimenti non ce la fai” – afferma, alludendo al grave infortunio al ginocchio patito lo scorso 29 febbraio nella gara contro il Liverpool. La scorsa giornata ha certificato il suo pieno recupero. Deulofeu ha infatti segnato un gol nella partita vinta dall’Udinese in casa contro il Verona per 2-0.
Il fisico di Gerard Deulofeu, nato a Riudarenes nel 1994, non mente. È molto asciutto. “Bisogna lavorare molto, altrimenti non ce la fai” – afferma, alludendo al grave infortunio al ginocchio patito lo scorso 29 febbraio nella gara contro il Liverpool. La scorsa giornata ha certificato il suo pieno recupero. Deulofeu ha infatti segnato un gol nella partita vinta dall’Udinese in casa contro il Verona per 2-0.
È passato un anno dal suo infortunio. Come ha trascorso questo periodo?
Questi 12 mesi hanno rappresentato un processo di apprendimento, ho imparato come trasformare un problema in un’opportunità. Sono rimasto positivo sin dall’inizio e questo mi ha consentito di imparare e di conoscere bene il mio corpo. Ora so cosa fare e conosco i miei limiti. Da questo punto di vista l’infortunio mi ha insegnato moltissimo.
È stato più difficile dal punto di vista fisico o psicologico?
È un processo mentale. Pazienza e costanza sono fondamentali. Ora sto lavorando come non mai, è quello di cui ho bisogno. Quando sono ritornato al campo, in ottobre, le due gambe non erano ancora allo stesso livello. Per questo motivo, devo continuare a lavorare.
Ha affermato che voleva fare cose che il suo corpo non le consentiva. A cosa si riferiva?
Io sono un tipo di giocatore particolare: veloce, abile nell’uno contro uno e nel cambio di direzione…ho dovuto ripartire da zero, perché, oltre al legamento, mi ero infortunato anche ai due menischi. Ero stato molto tempo fermo e avevo perso parecchio tono muscolare. Ora il corpo inizia a rispondere come voglio io.
Torniamo all’estate. Barcellona, Siviglia, Everton, Milan e Watford. Perché l’Udinese?
È stata una situazione particolare. Eravamo retrocessi in Championship e l’infortunio era grave. Avevo diverse offerte, alcune anche dalla Liga, ma nessuna di realmente concreta. Quindi abbiamo parlato con il presidente e abbiamo deciso che Udine sarebbe stato il miglior posto per rientrare dall’infortunio e accumulare minuti nelle gambe.
Era arrivato a titolo temporaneo, ma ora ha firmato fino al 2024.
Sono contentissimo di essere all’Udinese. È un club molto ben organizzato e a me interessa soltanto il presente. Credo di poter fare grandi cose qui.
Nelle ultime due partite è stato il migliore in campo. Si è conquistato un rigore nell’1-0 sullo Spezia, mentre contro il Verona ha provocato l’autogol avversario per poi segnare il gol del definitivo raddoppio.
Sto facendo passi avanti. Sono settimane che mi sento molto bene e questo si riflette sul campo.
Com’è stato segnare dopo 13 mesi?
Inizialmente non sapevo se mi avrebbero assegnato il gol. Quando ho visto il pallone entrare al 91º minuto sono impazzito di gioia. Avevo una grandissima voglia di dedicare un gol ai miei figli.
Ora ha 26 anni. Abbiamo già visto il miglior Deulofeu?
Ci sono stati momenti nella mia carriera in cui ero soddisfatto del livello che avevo raggiunto, ma non voglio mettermi un limite. Sicuramente ora sono un Gerard Deulofeu più completo.
Cosa può darvi l’arrivo di Fernando Llorente?
È un’ottima persona e un grandissimo professionista, con una carriera incredibile alle spalle. Lo ammiro molto. Inoltre, in campo ci completiamo molto bene. Mi piace giocare con questo genere di attaccanti. L’ho già fatto con Lukaku all’Everton e con Deeney al Watford.
Guardiola ha dichiarato che Deulofeu è uno dei migliori giocatori che ha visto nell’uno contro uno. Come si trova giocare da punta?
Sono un giocatore polivalente. Posso giocare a sinistra, a destra o in avanti. Nel Watford giocavo come punta e sono stati gli anni in cui ho avuto più continuità e anche maggiore prolificità in fase realizzativa. Sono contento se gioco più vicino alla porta avversaria, dove vengono create le occasioni.
Lei conosce Luis Enrique e quest’anno ci sono gli Europei. Si vede in lizza per un posto in Nazionale?
La Nazionale per me è il massimo. Mi dà entusiasmo. Credo che se riesco a rendere ai miei livelli, potrò aspirare alla convocazione, ma non deve essere un’ossessione. La continuità con l’Udinese è quello che potrebbe regalarmi la maglia della Spagna.
Ha detto che Koeman non le aveva dato niente all’Everton. Come lo vede nel Barcellona?
È periodo di elezioni. Sono molto grato per gli anni trascorsi a Barcellona e auguro a tutti il meglio. Spero che arrivi la persona più indicata per far funzionare le cose.
Pensa che Messi continuerà a giocare lì?
Non lo so. Farebbe senz’altro la gioia dei tifosi blaugrana. L’unica cosa che possiamo fare è godercelo, perché è un fenomeno.