C’è, ovviamente, una punta di dispiacere. Per un pareggio incassato allo scadere, mentre già si pregustava da sé il golpe da corsari, a San Siro, contro l’attuale seconda forza del campionato. L’1–1, però, è anche il terzo risultato utile consecutivo. Un segno tangibile che la squadra ha potenzialità importanti, da mettere in mostra fino al termine della stagione. Per Rodrigo Becão si tratta del secondo gol in maglia bianconera, del secondo contro il Milan. Un déjà–vù sotto tantissimi aspetti. Vuoi perché ha segnato a Gianluigi Donnarumma, e vuoi perché l’assist da calcio d’angolo porta la firma di Rodrigo De Paul (il quinto per lui in questa Serie A), dalla stessa bandierina e dallo stesso lato di campo. Una bella polaroid dai colori ravvivati.
A cambiare è stato solo il palcoscenico della recita: quella volta era la nostra Dacia Arena, e questa volta, invece, la Scala del Calcio. Becão, comunque, oltre alla rete, ha fornito una prestazione difensiva di alto livello: 4 contrasti vinti su 6, cui si aggiungono 2 passaggi intercettati e ben 8 recuperi difensivi completati. Una statistica, quest’ultima, in cui ha dominato in concomitanza SimonKjær. Uno in più di Bonifazi, che ha abbinato alla sua solita esuberanza atletica tanta qualità in fase d’impostazione: 3.3% di possesso palla con una precisione nei passaggi dell’81% (25su 31), 2 dribbling riusciti su 2, e infine 100% di successo nei contrasti e nei duelli aerei ingaggiati. Certo, il Milan ci ha provato di più: 11 tiri tentati a 6, 7 a 2 nello specchio della porta. La voce delle reali occasioni da gol create, però, ci rivela un lato della medaglia da cui si può dedurre come l’Udinese non abbia prodotto poi così tanti pericoli offensivi in meno rispetto ai rossoneri: 4–3, tra cui spicca il prodigioso salvataggio sulla linea di Romagnoli su Nestorovski. Ci sta, in fondo, quella punta di dispiacere. Più che altro, perché abbiamo visto una squadra che non è stata affatto inferiore al cospetto di un avversario illustre, che ha lottato ad armi pari con entusiasmo e determinazione. E, di conseguenza, abbiamo visto una squadra meritevole solo di tanti applausi. Per come gioca la partita, e per come la vive.
A cambiare è stato solo il palcoscenico della recita: quella volta era la nostra Dacia Arena, e questa volta, invece, la Scala del Calcio. Becão, comunque, oltre alla rete, ha fornito una prestazione difensiva di alto livello: 4 contrasti vinti su 6, cui si aggiungono 2 passaggi intercettati e ben 8 recuperi difensivi completati. Una statistica, quest’ultima, in cui ha dominato in concomitanza SimonKjær. Uno in più di Bonifazi, che ha abbinato alla sua solita esuberanza atletica tanta qualità in fase d’impostazione: 3.3% di possesso palla con una precisione nei passaggi dell’81% (25su 31), 2 dribbling riusciti su 2, e infine 100% di successo nei contrasti e nei duelli aerei ingaggiati. Certo, il Milan ci ha provato di più: 11 tiri tentati a 6, 7 a 2 nello specchio della porta. La voce delle reali occasioni da gol create, però, ci rivela un lato della medaglia da cui si può dedurre come l’Udinese non abbia prodotto poi così tanti pericoli offensivi in meno rispetto ai rossoneri: 4–3, tra cui spicca il prodigioso salvataggio sulla linea di Romagnoli su Nestorovski. Ci sta, in fondo, quella punta di dispiacere. Più che altro, perché abbiamo visto una squadra che non è stata affatto inferiore al cospetto di un avversario illustre, che ha lottato ad armi pari con entusiasmo e determinazione. E, di conseguenza, abbiamo visto una squadra meritevole solo di tanti applausi. Per come gioca la partita, e per come la vive.