04 febbraio 2019
04 febbraio 2019

A mente fredda

Udinese-Fiorentina Match Analysis

Il racconto della partita

 Termina 1–1 la partita della Dacia Arena tra l’Udinese e la Fiorentina, nell’indelebile ricordo di Davide Astori, omaggiato dall’intera cornice di pubblico presente allo stadio con un lungo e commovente scrosciare di applausi al minuto 13.
Davide Nicola opta per il classico 3–5–2 con la new entry De Maio, titolare fin da subito al posto di Opoku, a completare la retroguardia con Bram Nuytinck e Troost-Ekong. Davanti invece Kevin Lasagna e Okaka partono dalla panchina – insieme ai recuperati Teodorczyk e Ingelsson – in favore del tandem TUTTO argentino, con De Paul a supporto di Ignacio Pussetto. Nella Fiorentina, reduce dalla pirotecnica vittoria (3–4) a Verona contro il Chievo e dalla «Chef-d'œuvre» in Coppa Italia con la Roma, Stefano Pioli deve fare a meno dell’infortunato Vitor Hugo, e dello squalificato Marco Benassi, decisivo nel match di andata al Franchi di Firenze. A centrocampo ci sono Edimilson Fernandes e Gerson a fianco di Veretout, mentre nel tridente offensivo Mirallas vince il ballottaggio su Simeone, andando a completare il reparto insieme a Federico Chiesa e all’ex bianconero Luis Muriel, autore di 4 gol in altrettante gare dal suo rientro nel calcio italiano. Nel pacchetto arretrato, infine, c’è Laurini (preferito a Ceccherini) a completamento di Milenković, Pezzella e Biraghi.
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E proprio da lì, sin dalle prime battute di gioco, la Fiorentina inizia a tessere la sua manovra attraverso un giro–palla spigliato e costante, al cospetto però di una Udinese ordinata e particolarmente grintosa, pronta a sfruttare gli errori in costruzione della «Viola» per tentar di colpire in ripartenza. Una breve e routinaria fase di studio, di fatto, che dopo circa una decina di minuti abdica in favore delle prime emozioni, che si tingono del nostro bianconero: Mandragora trova De Paul in area di rigore ma l’argentino, dopo aver lasciato sul posto Milenković con un dribbling secco, apre troppo il piattone, calciando a lato, a tu per tu con Lafont. La risposta della Fiorentina arriva al 22’ con un colpo di testa di Muriel, che tuttavia pecca sia in forza che in precisione, mentre un minuto dopo e al 25’ sono necessarie due grandi chiusure di Nuytinck e Troost-Ekong per far fronte alle velenose incursioni di Chiesa. La Fiorentina inizia a carburare, tant’è che sul calcio d’angolo successivo ci vuole un miracolo di Musso – che rasenta il felino – per evitare la rete di Pezzella. Ma l’Udinese non molla, e al 39’ va vicina al gol con Pussetto: che si inserisce in area alle spalle di un disattento Veretout, stoppa a seguire un cioccolatino incartato da De Paul, ma conclude calciando sull’esterno rete. Si chiude così la prima frazione di gioco: con i bianconeri ben schierati e insistenti nel cercare il pressing sul portatore di palla avversario a partire dalle retrovie, e altrettanto determinati nel congestionare le numerose verticalizzazioni tentate dai centrocampisti «Viola» verso gli esterni offensivi.
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Nel secondo tempo Pioli prova a “pescare” il jolly dal mazzo, buttando nella mischia Simeone per uno spento Mirallas, ma è il nostro acume nella lettura del gioco a fare la differenza. E infatti, ogni sforzo, si concretizza al 55’: Biraghi e Veretout cercano lo schema corto su un calcio d’angolo a favore, il francese sbaglia il controllo palla e permette a Pussetto di mettere il turbo del centometrista. L’argentino, una volta giunto nei pressi dell’area di rigore avversaria, sventaglia un cross al bacio sul secondo palo sul quale si avventa in spaccata Stryger Larsen, che riesce a bucare Lafont. Pioli a questo punto manda in campo anche Pjaca al posto di Gerson, passando dal solito 4–3–3 ad un 4–2–4 iperoffensivo, ed effettivamente – dopo le tante folate offensive prontamente stroncate dalla nostra difesa (e da Nuytinck in particolare) – riesce a riequilibrare le sorti della gara: ad un tentativo di Muriel dalla lunga distanza subentra Edimilson Fernandes, che stoppa la sfera e scaglia un rasoterra potente e “chirurgico” sul quale Musso non ha scampo, a dieci minuti dal nostro vantaggio. La Fiorentina a questo punto si galvanizza per il pareggio agguantato e infatti, in seguito di una provvidenziale chiusura di Nuytinck su una bella triangolazione al limite dell’area di rigore tra Pjaca e Edimilson, ci vogliono ancora una volta gli ottimi riflessi di Musso per neutralizzare un tiro ravvicinato di Chiesa, che sulla risposta del portiere argentino ribatte calciando a lato. Nel frattempo Nicola manda in campo Stefano Okaka al posto di De Paul, per conferire un maggior peso specifico al reparto offensivo, e quattro minuti più tardi è proprio un tiro sporcato dell’ex Watford a finire sui piedi di Pussetto, che tuttavia si ritrova in equilibrio precario, finendo per calciare ancora una volta sull’esterno rete. La Fiorentina, d’altro canto, reagisce con un’indole pugilistica grazie al tandem Muriel-Chiesa all’81’: il colombiano anticipa in area De Maio, poi si allarga e alza un invitante lob sul secondo palo per il figlio d’arte, che di testa – in tuffo – riesce a eludere la marcatura di D’Alessandro, ma senza inquadrare lo specchio della porta. A cinque minuti dal triplice fischio Nicola manda in campo anche Lasagna al posto di Pussetto, mentre Pioli sostituisce Laurini con Ceccherini. Ed è proprio quest’ultimo, in pieno recupero, dopo tre calci d’angolo consecutivi, a costringere Musso ad un altro, fondamentale intervento.
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Qualche secondo prima del terzo minuto di recupero Orsato sancisce la fine della partita: la Fiorentina di Pioli và incontro al decimo pareggio in campionato (insieme al Torino, in attesa del Cagliari domani sera) salendo a quota 31 punti; mantenendo le sue ambizioni europee con un distacco di due, sole lunghezze dalla Sampdoria, sesta, e cinque dalla zona-Champions, presidiata dal Milan di Gattuso. L’Udinese, dal proprio canto, raccoglie un pareggio contro una squadra che ultimamente aveva dimostrato una semplicità disarmante nel fare gol – 16 nelle ultime cinque tra Serie A e Coppa Italia – salendo a quota 19 punti. L’avvicinarsi in classifica del Bologna targato Sinisa Mihajlović e dell’Empoli potrebbero generare qualche apprensione, ma anche il Cagliari e la SPAL – rispettivamente al quindicesimo e al quattordicesimo posto – non sono di certo a una distanza proibitiva. Domenica alle 15:00 ci aspetta una partita ostica con il Torino di Walter Mazzarri, all’Olimpico. Sperando che il risultato di ieri possa rivelarsi utile al fine di assumere sempre più una maggiore consapevolezza (e fiducia) nei nostri mezzi.
I pensieri e il cuore invece, in questo giorno, ad undici mesi di distanza, non possono che andare lassù: tutti vicini, insieme, nel ricordo di Davide.
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La partita in pillole

Quello di ieri è stato il quarantatreesimo scontro in terra friulana tra l’Udinese e la Fiorentina: lo score parla di 15 vittorie da parte dei bianconeri, 12 per la «Viola» e – dopo l’1-1 di ieri – 16 pareggi. L’Udinese ha applicato una strategia più attendista che temeraria, tant’è che il 30% del gioco totale nell’arco dei novanta minuti s’è sviluppato nella nostra metà del campo, con la Fiorentina che – al contrario – ha cercato di costruire la sua manovra con rapidità e ordine, sin dalle retrovie. Di fatto le statistiche legate al possesso palla sono tutte a favore degli uomini di Pioli (59% contro il 41% dell’Udinese) e tre dei cinque field leader della Fiorentina in quanto a passaggi completati sono dei difensori: Germán Pezzella (66), che insieme a Jordan Veretout è anche il giocatore che ha gestito la maggiore percentuale del possesso palla della «Viola» (con 86 tocchi su 658 e l’8.6% del fraseggio), Milenković (56) e Laurini (51). D’altro canto, invece, se si considera l’indole maggiormente acuta e guardinga impostata da Davide Nicola, spiccano i 6 intercetti di Nuytinck – seguito da Behrami (5) – i 7 contrasti vinti da D’Alessandro e i 5 duelli aerei in cui Mandragora ha avuto la meglio sul diretto avversario. Una trincea che, a differenza della partita con la Samp, ha portato in beneficio la rete del momentaneo vantaggio firmata da Stryger Larsen. Inoltre, se la Fiorentina ha generato gran parte delle proprie occasioni da gol sulla fascia destra (il 51%), presidiata da Chiesa, l’Udinese ha fatto lo stesso con D’Alessandro sulla sinistra (il 52%). I nostri ragazzi si sono rivelati caparbi nello sfruttare le occasioni create con un tiro nello specchio e un gol su 9 tentativi effettuati, peraltro riuscendo a concludere a rete nell’area di rigore «Viola» nel 67% dei casi. Al contrario la Fiorentina, complice anche l’attenta fase difensiva friulana, volta a chiudere qualsiasi linea di passaggio negli ultimi venti metri, ha cercato la conclusione da fuori area nel 36% delle occasioni, su 14 tentativi.