01 maggio 2020
01 maggio 2020

ALBERTO ZACCHERONI

Seconda parte della quinta puntata della rubrica "Gli allenatori della Storia Bianconera"

zaccheroni per sito.jpg
1996/97 
Questa stagione viene inaugurata con la celebrazione del centesimo anniversario della fondazione dell'Udinese (1896), ricorrenza che viene ricordata dapprima nel Salone del Parlamento Europeo del Castello di Udine alla presenza delle massime autorità istituzionali della Regione Friuli Venezia Giulia nonchè dei vertici dello Sport nazionale. Il 6 settembre c'è il bis a Tarcento cui partecipano numerose vecchie glorie tra cui il famoso “Raggio di Luna” Arne Selmosson che aveva fatto sognare il popolo bianconero nella stagione 1954-55 quando l'Udinese si classificò in campionato al secondo posto alle spalle del Milan. I Pozzo sono più che mai decisi a rinforzare la squadra, hanno idee chiare, blindano Bierhoff che è richiesto dal Parma e Poggi che Galeone vorrebbe nel Perugia assieme a Desideri. Rimane anche Rossitto per il quale si erano fatti avanti Milan, Fiorentina e Roma. Gino Pozzo, che ha ormai la responsabilità del mercato, scommette su Marcio Amoroso, 22 anni, attaccante del Flamengo, pur essendo reduce da un lungo stop dopo essere stato operato al ginocchio. Marcio arriva a Udine il 16 luglio del 1986 assieme a Zico e viene presentato in piazza Matteotti riempita da 5 mila festanti tifosi. Zico nel prendere la parola garantisce per il suo connazionale, “non solo non vi deluderà, ma vedrete che aiuterà l' Udinese a crescere...”. Il Galinho è stato facile profeta. Sempre in tema di mercato, la società acquista dalla Cremonese anche il portiere Turci, fa rientrare per fine prestito da Firenze Alessandro Orlando e dalla Fiorenzuola arriva Claudio Clementi. Non basta, può essere tesserato anche il ghanese Mohammed Gargo, svincolatosi dopo un anno di inattività. ”E' un mercato fantastico – commenta Zaccheroni. In seguito l' Udinese “scopre” che Amoroso ha una nonna italiana e ciò gli consente di ottenere la cittadinanza italiana (nel settembre 1986) di conseguenza si libera un posto per l’acquisto di un altro atleta con lo status di extracomunitario: la mezzala egiziana Hazem Emam, considerato il miglio giocatore del suo Paese tanto che viene soprannominato il Baggio delle Piramidi. Tutto sembra filare liscio, attorno all' Udinese c'è giustificato entusiasmo, c'è fiducia, ma ecco che ha sfortuna è in agguato: il 24 agosto nell’amichevole di Reggio Emilia, Turci, nel tentativo di rinviare il pallone, scivola e si frattura il perone della gamba destra e viene operato rimanendo out per oltre tre mesi. I bianconeri debuttano in campionato nell’anticipo di sabato 7 settembre con l’Inter che vince rubacchiando per 1-0. Stroppa, in uno scontro con Fresi, si frattura il perone e anche lui rimane out per due mesi. Quell'episodio scatena la tifoseria che dà mandato ad un legale per denunciare l'autore del fallo su Stroppa. Non succederà nulla. Amoroso nel frattempo scalpita, vuole giocare, ma Zac, che gli concede 13′ nella vittoriosa trasferta di Cagliari (3-1) al terzo turno, lo invita ad avere pazienza, non lo ritiene ancora pronto per il calcio italiano. L'Udinese nel frattempo ha in prova l'irlandese Gerry Mc Mahon che però non convince, mentre Amoroso non ci sta a raccogliere le briciole e durante l'intervallo di un'amichevole infrasettimanale che i bianconeri disputato a Fagagna attacca di brutto il suo allenatore che definisce incompetente. Zac non si scompone, il brasiliano continua a fare il panchinaro, il 24 novembre contro la Juve entra negli ultimi 23', è nervoso, sbaglia oltre il lecito, si merita alcuni fischi. Pure Eman accusa l'allenatore di avere scarsa fiducia in lui. Per il tecnico romagnolo il primo bomber di scorta è Claudio Clementi ed è lui il prescelto per la sostituzione di Bierhoff che l'1 dicembre nella vittoriosa gara casalinga con il Parma, 3-1, subisce la lesione del legamento della caviglia sinistra tanto da essere operato. Rimarrà fuori per due mesi. Il 15 dicembre l' Udinese ospita la Fiorentina, Zaccheroni un'ora prima dell'inizio comunica ai suoi la formazione e nell'undici di partenza c'è Clementi, non Amoroso. Apriti cielo. Marcio la prende male, piange, vuole lasciare lo spogliatoio, chiama Gino Pozzo, gli riferisce che non ha più intenzione di rimanere a Udine ed è disposto ad accettare l'offerta del Valencia che lo aveva richiesto un mese prima. Viene però bloccato da capitan Calori che gli rifila anche un ceffone riuscendo a calmarlo. Poi in fase di riscaldamento Clementi avverte un fastidio muscolare che non consente a Zaccheroni di rischiarlo. Dentro dunque Amoroso e il brasiliano sarà lo splendido protagonista del match vinto dai bianconeri per 2-0, segnerà entrambe le reti. Torna un po' di sereno in casa bianconera, Zaccheroni e Amoroso ora si sorridono con l'attaccante che diventa titolare; nel frattempo la società ha ingaggiato dalla Roma anche Massimiliano Cappioli per disporre di un valido cambio in mezzo al campo.
Nonostante “l'esplosione” del brasiliano, non è bel periodo per i bianconeri che inciampano per due volte consecutive, 2-3 a Verona, 4-5 in casa con la Sampdoria anche perché l’assenza di Bierhoff si fa sentire, eccome. I bianconeri interpretano sempre il 4-4-2, ma nelle partitine di allenamento provano sovente il 3-4-3. C’è aria di crisi, traballa anche la panca di Zaccheroni e Pozzo (Gianpaolo) ordina il ritiro che scatta il 7 gennaio a Celle Ligure dove i bianconeri si ricompattano, ritrovano serenità, tranquillità e fiducia nelle loro possibilità e il 12 gennaio pareggiano a Piacenza (0-0) anche se sono ritardati in classifica, occupano la tredicesima piazza. Piano, piano la squadra ritrova continuità di risultati, migliora la qualità del suo gioco, anche se è dolorosa la sconfitta interna (2-3) con la Lazio.

LA SVOLTA
Il 13 aprile 1997 l' Udinese è di scena al “Delle Alpi” contro la capolista Juventus. Dopo 4′ il belga Regis Genaux, acquistato a gennaio dal Conventry City, si fa espellere per proteste nei confronti dell'arbitro Bettin, ma Zaccheroni non fa entrare un altro difensore a scapito di un attaccante come sembrerebbe consigliare la logica e la squadra prosegue il match adottando il 3-4-2. Alla fine vince clamorosamente per 3-0 con gol di Amoroso (due) e Bierhoff. La domenica successiva a Parma che è secondo in classifica, Zaccheroni inaugura ufficialmente il 3-4-3 che lo renderà famoso e vincente. L’Udinese vince per 2-0. L’ultima parte della stagione è un crescendo della squadra bianconera (vince a Firenze per 3-2 alla trentesima giornata, 3-0 in casa contro il Verona il turno successivo, 4-0 sempre al “Friuli” contro il Piacenza per cui è del tutto indolore lo 0-4 alla trentaduesima giornata a Genova contro la Sampdoria (in cui Gargo rimane vittima di un grave incidente, lesione del crociato anteriore). Poi l’1 giugno 1997 all’Olimpico di Roma la squadra di Zac firma il suo capolavoro: vince 3-0 e conquista il pass per partecipare per la prima volta nella sua storia alla Coppa Uefa. E’ il trionfo con i tifosi (quasi 10 mila provenienti dall'intero Friuli) che invadono piazza Primo Maggio a Udine per dar sfogo al loro entusiasmo.

1997-98: L’UDINESE È TERZA

La squadra bianconera è ormai la regina delle provinciali, ma gioca con l’autorità e il piglio delle grandi. In estate Gino Pozzo cede Fabio Rossitto al Napoli, ingaggia l’esterno destro danese Martin Jorgensen e sin dalla prima amichevole ad Arta Terme Zaccheroni si “innamora” di Bachini “pescato” dalla primavera, pure lui un esterno. Viene tesserato il regista belga Walem che ha il compoasso nel piede, viene acquistato anche il francese Fernandes, un mediano che si definisce il nuovo Desailly. In realtà è un bluff e dopo aver fatto parte della squadra che è scesa in campo alla prima di campionato con la Fiorentina (giocando solo il primo tempo) viene sbolognato al Monza. Contro i viola di Malesani i bianconeri sono anche sfortunati oltre a pagare la grande giornata di Batistuta, autore di tre gol, perdono ben presto Amoroso espulso per proteste e devono giocare la ripresa con un uomo in meno e la Fiorentina ringrazia espugnando il “Friuli” per 3-2. La sconfitta è indolore: gli uomini di Zac, che è riuscito a infondere la mentalità vincente alla propria squadra, praticano un calcio sempre più concreto, sempre più spettacolare, sempre più offensivo; società, allenatore e tifoseria sono tranquilli e anche il debutto in Coppa Uefa è positivo: il 16 settembre i bianconeri affrontano a Lodz in Polonia il Widzew e perdono (0-1) per un gol di Bogusz al 18′ della ripresa, ma si rifanno con gli interessi a Udine il 30 settembre, 3-0 con reti di Bierhoff, Poggi, Locatelli.

L'AJAX 
Nel secondo turno l’undici udinese deve vedersela con l’Ajax, la più forte delle partecipanti. All’andata ad Amsterdam la compagine bianconera per quasi tutto il primo tempo subisce l’iniziativa dei Lancieri, ci si mette pure Zaccheroni che impostando la squadra con il 4-4-2 schiera i centrocampisti a rombo con il risultato che l’Ajax è padrona in mezzo. Meno male che Turci si esalta in tre interventi splendidi, ma nulla può al 28′ sulla conclusione di Dani. Nella ripresa è un altro match, è l’Udinese che si fa preferire, ma il risultato non cambia.
Nel ritorno, il 4 novembre 1997, ci sono 40 mila persone sugli spalti, ma è l’intera terra friulana che spinge con il cuore i bianconeri verso la qualificazione. Gli olandesi vanno subito in affanno, Poggi e Bierhoff sono irresistibili, il primo va a bersaglio al 26′ dopo un errore di Oliseh, poi il tedesco raddoppia al 33′ su assist di Helveg facendo esplodere il “Friuli”. L’Udinese sta per centrare un’autentica impresa di fronte ad un pubblico “impazzito” di gioia, la difesa degli olandesi è sistematicamente in difficoltà, scricchiola ad ogni tentativo offensivo dei bianconeri, la squadra di Zaccheroni è padrona del campo, ma ecco che al 35′ della ripresa Arveladze trova il guizzo vincente e segna il gol-qualificazione gelando i 40 mila. La delusione è davvero tanta, ma in seguito sarà mitigata dall’ottimo cammino dei bianconeri in campionato. Ecco però che tre giorni dopo la sfida di ritorno con l’Ajax per l’Udinese si profila un’altra beffa: a Torino contro la Juventus di Lippi perde 4-1, ma il risultato è bugiardo, un gol non convalidato a Bierhoff (il pallone superato di quasi un metro la linea bianca prima del recupero di Ferrara) con il risultato fermo sullo 0-0) innervosisce oltremodo i friulani che si disuniscono e subiscono quattro reti.
L’Udinese reagisce come sanno fare le grandi compagine, vince quattro gare di seguito e pareggia a Bari (0-0) alla dodicesima giornata. Poi compie un autentico capolavoro: il 21 dicembre 1997 infligge la prima sconfitta stagionale alla capolista Inter (1-0) con lo straordinario gol di Bierhoff che all’ultimo istante prende l'ascensore e di testa su cross da sinistra di Bachini e spedisce il pallone all’incrocio, imprendibile per Pagliuca. Un capolavoro che fa esplodere con una prolungata ovazione il “Friuli” L’undici di Zaccheroni ora è terzo, a meno tre dalla Juve, a meno quattro dall’Inter. Non è finita: il 1998 si apre con un’altra affermazione a Roma contro i giallo rossi per 2-1, mentre l’Inter a Milano stende la Juve 1-0.
L’Udinese è seconda e comincia a sognare sospinta dal miglior Bierhoff di sempre, probabilmente allora la miglior punta centrale al mondo dopo il brasiliano Ronaldo, gioca diverte, ma sa essere cinica. Peccato che il 18 gennaio 1998 a Bergamo (1-1 con l’Atalanta) Amoroso sia vittima di un serio incidente: in uno scontro con Rustico subisce una lesione in regione emitoracica che richiede il ricovero ospedaliero. Rimane out un mese a mezzo. Per fortuna Bierhoff continua ad avere il gol facile (vincerà la classifica cannonieri con 27 reti, 2 più di Ronaldo), la squadra si mantiene in terza posizione e lotta gomito a gomito con la Lazio per non farsi superare, il suo passo è regolare. Walem è abile geometra, Giannichedda è un mastino insuperabile, Poggi funge da spalla ideale di Bierhofff con Locatelli terzo attaccante. Bachini e Walem sulle corsie fanno un lavoro “mostruoso” in entrambe le fasi. In porta Turci è il…miglior Turci di sempre.

EMPOLI
In casa friulana qualcuno sogna la clamorosa impresa. Zaccheroni in cuor suo sa che l' Udinese può superare sia l'Inter, sia la Juventus. L'1 marzo 1998, però, i bianconeri affrontano ad Empoli la squadra allenata da Luciano Spalletti che all'andata aveva pareggiato, 2-2. Giocano male, svogliati, slegati tra i vari settori, giustamente vengono punti (0-1) e la sconfitta manda su tutte le furie Zaccheroni “Con la sconfitta odierna– si rivolge ai suoi –vi siete dati la zappa sui piedi. Il successo vi avrebbe garantito di giocare domenica prossima con la Juventus una sfida spareggio per lo scudetto…”. Sette giorni dopo al “Friuli” davanti a 40 mila persone, con incasso record, 2 miliardi 186 milioni di lire), l’Udinese pareggia 1-1 (reti di Bachini e Del Piero) e scivola al quinto posto. La ripresa è immediata, Bierhoff è sempre devastante, ma alla ventisettesima giornata la Lazio espugna il “Friuli” (2-0) dopo 90′ impeccabili meritandosi anche gli applausi del pubblico friulano. Poi la squadra di Eriksson va in crisi, conquista un punto nelle rimanenti sette gare e l’Udinese ne approfitta: quando mancano tre turni alla fine, in testa c’é la Juventus con 69 punti, l’Inter ne ha 66, la Lazio 56, l’Udinese e il Parma 55, ma gli uomini di Zaccheroni sono protagonisti di un rush finale splendido, vincono a Napoli (3-1), battono in casa l’Atalanta (1-0 con gol al minuto 91′ di Calori), espugnano il campo di Vicenza (3-1) con Bierhoff che firma il gol numero 1000 dell’Udinese in A e concludono a quota 64 con cinque punti di vantaggio sulla Roma, sette su Parma e Fiorentina, otto sulla Lazio. Per la seconda volta consecutiva accedono alla Coppa Uefa.

IL MILAN
Con lo splendido terzo posto si conclude la triennale esperienza friulana di Alberto Zaccheroni. E' in parola con il presidente dell'Inter Massimo Moratti, poi questi ci ripensa, non vuole giubilare Gigi Simoni che, pur non avendo vinto il campionato, ha pur sempre guidato i nero azzurri al successo in Coppa Uefa. Zaccheroni rimane male, è deluso, ma si consola con la chiamata da parte del Milan che ha da poco dato il benservito a Fabio Capello. Oltre a Zaccheroni si trasferiscono alla corte di Silvio Berlusconi pure Helveg e Bierhoff. Ed è subito scudetto con Bierhoff che favorisce l'impresa confezionando 19 reti. L'anno dopo l'undici rossonero è terzo (ma pesa la sconfitta con la Lazio nella Supercoppa italiana, 1-2), nel 2000-01 il tecnico di Meldola viene esonerato nel marzo 2001 dopo il pareggio casalingo con il Deportivo La Coruna per la Champions League. Nel 2001-02 subentra in corsa alla guida della Lazio al posto di Dino Zoff, riesce a centrare l'obiettivo della partecipazione alla Coppa Uefa, ma non viene confermato; il 22 ottobre 2003 viene ingaggiato dall' Inter subentrando all'esonerato Hector Cuper. Chiude al quarto posto, l'undici nero azzurro è qualificato per la Champions, ma non basta per la riconferma di Zac. Nel settembre 2006 è alla guida del Torino, ma il 26 febbraio 2007 è sostituito da Gianni De Biasi. Tue anni dopo Zaccheroni torna ad allenare: il 29 gennaio 2010 sostituisce Ciro Ferrara al timone della Juve, ma la squadra non è sufficientemente attrezzata per lottare per i posti di vertice anche se centra l'obiettivo di partecipare all'Europa League e il tecnico non verrà riconfermato. Poi accetta l'offerta della Federcalcio Giapponese e guida quella nazionale dal 2010 al 2014; nel 2016 è responsabile tecnico del Beijing Guoan, quindi dal 2017 al 2019 è il ct della nazionale degli Emirati Arabi. 

G.G.