20 maggio 2020
20 maggio 2020

L'intervista di patron Pozzo a La Gazzetta dello Sport

Le parole del patron bianconero pubblicate sull'edizione odierna del quotidiano

pozzo.jpg
Di seguito l'intervista integrale rilasciata dal patron bianconero Gianpaolo Pozzo a La Gazzetta dello Sport

Quando tornerete a giocare pensa che l’Udinese agguanterà ancora la salvezza? Avete un vantaggio di tre punti.
Sarà un po’ come tornare dopo una guerra. I calciatori sono fermi sul divano da due mesi e mezzo. Ma la squadra fino alla sosta stava rispondendo molto bene. Eravamo imbattuti da  quattro partite di fila, tutte pareggiate con Brescia, Bologna, Verona e Fiorentina. La squadra mi era sembrata decisa mente in crescita. Non abbiamo mai sentito veramente la paura.

Merito del nuovo allenatore Luca Gotti?
Mi piace molto.
 
Se la sentirebbe di confermarlo?
Per me è confermato. Sta facendo molto bene, sta valorizzando i calciatori e per noi è una cosa fondamentale perché da anni perseguiamo una certa politica che ci porta a prendere dei potenziali talenti per poi farli esplodere e dar dopo loro la possibilità di arrivare su grandi palcoscenici.

Cosa le piace di Gotti?
È bravo a convincere i giocatori. Sa trattare con loro, si fa capire e voler bene.
 
Cosa non ha funzionato, invece, col tecnico Igor Tudor, l’uomo che, comunque, nelle ultime due stagioni, vi aveva aiutato a conquistare due difficili salvezze?
Mi creda. Io lo stimo, è un tecnico che ha qualità e ne sono convinto. Purtroppo ha avuto degli scontri all’interno con alcuni calciatori. E questo
ambiente, purtroppo, ti mette di fronte a una scelta: mandare via i giocatori o l’allenatore.

 
Che idea ha di questa Udinese?
Che sia una squadra forte. Con ottimi elementi, di valore internazionale. Ho fiducia.

Avete un campione come Rodrigo De Paul diventato titolare fisso della Nazionale argentina, ma forse manca un simbolo. Non varrebbe la pena di investire su un calciatore simbolo?
Dovrei trovare un altro Totò Di Natale. Il sogno resta quello. Mica facile. Vede, Di Natale nel 2010 non andò alla Juve, rinunciammo a 30 milioni, ma ci ha ripagati con tutti i gol che ha fatto con la maglia dell’Udinese. Tante volte mi dico che vorrei tanto pescare un altro Di Natale.

Avete sperato che potesse diventarlo Kevin Lasagna che è alla terza stagione in bianconero, ma finora di gol ne ha segnati in campionato soltanto 22...
Di Natale è esploso tardi, a 28 anni. Lasagna ne compirà 28 ad agosto e ha tutte le potenzialità per esplodere. Io sento che ha questa possibilità. È già arrivato in Nazionale. Noi in lui crediamo molto.

Dopo Samir Handanovic a Udine si vede la crescita e la progressione di un altro grande portiere, l’argentino Juan Musso. Che piace a tanti club. Il suo direttore sportivo, Pierpaolo Marino, gli consiglia di fare un altro anno in Friuli. Lei è d’accordo?
Credo che Marino abbia assolutamente ragione. Musso è molto forte, ma deve stare un altro anno qui a Udine per completare totalmente la sua
maturazione.


Ci sono altri calciatori da vendere... De Paul e Fofana scalpitano.
Per questo la lunga sosta ci penalizza. Non possiamo lasciare fermi i nostri giocatori che sono un patrimonio. Così si svalutano.

Voi, invece, in questi anni avete valorizzato la Dacia Arena, lo stadio che tutti vi invidiano. E il merito è anche di sua figlia Magda. Di Gino, che conduce il mercato del club, sappiamo, ma di Magda che fa vivere lo stadio tutto l’anno molto meno.
Ha sempre fatto questo Magda. È laureata in business administration. Fa il suo mestiere e bene. Come lo fanno il nostro direttore generale Franco Collavino, Marino e l’imponente staff che abbiamo. Con lo stadio stiamo facendo miracoli, pur con tanti ritardi burocratici. Siamo sempre in lotta con la burocrazia. Mancano ancora due terzi di quel che vogliamo realizzare tra ristorante, bar, piscina. Abbiamo ventimila metri quadrati che aspettano le licenze. Le autorizzazioni. La città ha bisogno di una struttura come questa e quando avremo completato potrà davvero vivere in pieno 365 giorni l’anno. Come avete visto con la Dacia Arena, qui la voglia di lavorare e rimboccarsi le maniche non manca. Ma non mancano neppure gli ostacoli.

A proposito di stadio: cosa farete con gli abbonati che non potranno venire per un po’ a vedervi?
Rimborsiamo la quota non usufruita. È nostra assoluta priorità risarcire i nostri tifosi.
 
Torniamo all’inizio: da 25 anni siete in serie A. Quali sono i suoi vanti, il suo orgoglio?
La Champions League che abbiamo conquistato sul campo. E proprio questo stadio. Ma ho ancora un sogno: tornare in Europa con l’Udinese.