09 settembre 2025
09 settembre 2025

Bertola: "Udinese opportunità importante, qua posso crescere senza fretta"

Il difensore a Udinese Tonight

Inter vs Udinese 31-08-2025 101 © Foto Petrussi.jpg
L'ospite di Udinese Tonight questo lunedì è stato Nicolò Bertola, arrivato a Udine in estate dallo Spezia. Con lui si è parlato, tra le altre cose, dell'ambientamento a Udine, delle prime due partite di questo campionato, del suo percorso in azzurro e anche dei suoi studi all'università.

“Sono belle giornate. Adesso stiamo cercando di far ambientare i nuovi, poi devono rientrare i nazionali. Non vedo l’ora che il gruppo sia al completo per prepararci per Pisa” esordisce Bertola, che ha ora due compagni di squadra italiani in più: Zanoli e Zaniolo. “Sono due begli innesti, ci portano qualità. Sono giocatori importanti che ci daranno sicuramente una mano, è positivo avere diversi italiani in rosa. Giusto prima gli stavo parlando un po’ della città, devono ancora trovare casa”.

Il campionato di Nicolò è iniziato con due presenze da titolare contro Verona e Inter: “Sono felice di aver giocato, ma penso di poter fare molto meglio. Un po’ ho sentito l’emozione, ma credo di aver fatto comunque abbastanza bene, spero di essere piaciuto”. Non manca però l’autocritica: “Contro il Verona ho fatto tanti errori, anche con la palla tra i piedi. L’emozione ha giocato un suo ruolo, ma il salto dalla Serie B si sente, ci vuole tempo per ambientarsi in un campionato così intenso. Poi a Milano è andata meglio, quando giochi contro squadre del genere ti esalti. Il loro gol l’ho rivisto tante volte, non dovevo andare a terra ma ero convinto Thuram tirasse. Il mister mi ha tolto perché ero ammonito, ma Calhanoglu non lo avevo nemmeno preso”.

L’esordio in Serie A di Bertola, però, era già arrivato nel 2022 con la maglia dello Spezia, ironia della sorte proprio a Udine: “È stato indimenticabile, avevo 19 anni, è stata un’emozione incredibile. Poi abbiamo vinto quella partita e ci siamo pure salvati. Ero entrato in campo da centrocampista”. In quel momento sulla panchina dello Spezia sedeva Thiago Motta: “Mi ha detto solo di godermi il momento. È un grande allenatore, molto emotivo, non ha peli sulla lingua ma difende sempre i suoi giocatori. Ho imparato molto da lui in quell’annata”. Lo Spezia non ha avuto paura di lanciare Bertola, che ha un messaggio per le squadre italiane: “Fate giocare i giovani e dategli il tempo di sbagliare. Non bisogna mettergli fretta, il livello è altro, si fanno gli errori, ma non bisogna crocifiggere un giocatore al primo sbaglio. Anche in Italia abbiamo diversi talenti, ma all’estero li fanno giocare. Qui c’è paura del giudizio, se metti in campo un ragazzino e questo sbaglia la partita poi tutti criticano”.

All’inizio del mercato estivo, Nicolò Bertola è arrivato a Udine dallo Spezia: “È un’opportunità importante, ho scelto l’Udinese perché è una società che ti fa crescere senza fretta, spero di poter fare bene. Il club era interessato a me da mesi, poi con il mio procuratore abbiamo aspettato fine stagione per vedere cosa fare. Mentre ero infortunato ho sentito spesso l’Udinese e abbiamo deciso di prendere questa strada, avevo anche altre opzioni in Serie A e all’estero ma avevo già dato la mia parola all’Udinese. Mi hanno cercato tanto e mi sono sentito voluto, poi il club ha una grandissima storia ed è una grandissima società”. Ad accoglierlo, Nicolò ha trovato il responsabile dell’area tecnica Gokhan Inler: “Mi ha dato subito disponibilità, poi con lui mi hanno spiegato la storia dell’Udinese e mi hanno fatto vedere lo stadio e tutto il resto, per me è una cosa bellissima. Inler è sempre presente al campo, ci dà consigli, capisco perché sia così apprezzato qui”.

Anche con mister Runjaic l’impatto è stato positivo, nonostante le differenze linguistiche: “All’inizio ho fatto un po’ di fatica perché il mio inglese non è il massimo. Il mister è molto diretto ed esigente, vuole che lavoriamo tanto. Mi parla spesso e mi aiuta, sono contento di lui”. E anche i compagni hanno subito aiutato Bertola: “Soprattutto Kabasele mi aiuta tanto, spesso mi dà consigli, è un giocatore di grande esperienza. Con Kristensen comunichiamo molto in campo, mi dà sicurezza. Cerco di prendere spunti da tutti i miei compagni”.

Per ora Nicolò Bertola ha giocato da braccetto nella difesa a tre, che è il ruolo che preferisce: “Mi trovo meglio in una difesa a tre, perché sono più abituato, e mi sento più a mio agio da braccetto, dove posso anche sganciarmi. Il ruolo di centrale non mi si addice, bisogna avere grande fisicità, come Kristensen che lo fa molto bene”. D’altronde, il giocatore in attività preferito di Nicolò è uno dei migliori braccetti italiani: “Bastoni. È un giocatore moderno, che gioca palla al piede, è forte sull’uomo, si spinge in avanti, mi piace molto. Ho scambiato la maglia con lui ancora quando ero allo Spezia. Il mio idolo in assoluto però è Nesta”. Tra le caratteristiche di Bertola c’è anche la propensione al gol: “Lo scorso anno sono partito a bomba, con tre gol prima di gennaio. Lavoravamo tanto sulle palle inattive. La sento come una mia caratteristica, mi piace segnare e spero di farlo ancora”.

Fino allo scorso anno, Bertola ha vestito la maglia dello Spezia, che ha indossato per la prima volta quando aveva sette anni: “Ho iniziato nella San Marco di Carrara, poi lo Spezia mi ha visto a un torneo locale e mi ha voluto. Per un anno mi allenavo da entrambe le parti e poi giocavo nella mia squadra a Carrara: facevo tre allenamenti lì e due a La Spezia, mi portava su e giù mia nonna. La mia famiglia mi ha sempre sostenuto, mio padre giocava a calcio – anche se non ad alti livelli – e mi sono appassionato anche guardando le sue partite”. L’addio al club ligure è arrivato poi dopo 15 anni: “È stato un dispiacere enorme, ma sentivo che era il momento di fare il salto di categoria. Avrei voluto farlo con loro, ma poi non è successo. L’esperienza non si è chiusa nel migliore dei modi ma sarò sempre riconoscente allo Spezia. È sempre emozionante parlarne”.

Mentre giocava nello Spezia, Nicolò è stato convocato più volte in Nazionale U21: “È stato un sogno che si è esaudito due stagioni fa con la prima convocazione, poi è arrivata la prima gara ufficiale nel giorno della qualificazione all’europeo. Quella partita non la dovevo nemmeno giocare, poi al titolare è venuta la febbre”. Ora per il difensore bianconero manca solo la Nazionale maggiore: “Spero che questa convocazione arrivi, sarebbe un altro sogno che si realizza”.

Bertola si è già ambientato a Udine, dove vive da solo per ora: “È una bellissima città, penso di aver già visitato tutto, ho fatto anche qualche giro in centro a piedi ed è tutto molto tranquillo, mi trovo bene. Ho anche già mangiato il frico e mi è piaciuto molto. Questo mese è venuta a trovarmi la mia ragazza, ma adesso tornerà a Roma perché studia economics and finance lì”.

E nel tempo libero? Si studia: “Sono iscritto all’università, scienze motorie con indirizzo calcio. L’annata appena conclusa è stata un po’ particolare e non ho dato esami, ora ricomincerò a studiare, mi manca l’ultimo anno. Non è impossibile coniugare università e calcio, se togli i momenti in cui siamo al campo abbiamo tanto tempo libero, poi adesso si può fare tutto online, quindi è tranquillamente fattibile”.