18 dicembre 2020
18 dicembre 2020

Marvin Zeegelaar al Gazzettino

L'intervista all'esterno olandese

DSC_6522.JPG
Si riporta di seguito l’intervista a Marvin Zeegelaar pubblicata nell’edizione odierna del Gazzettino.
 
 
Ci sono anch’io, sembra dire Marvin Zeegelaar, 30 anni, da due stagioni in forza all’Udinese. In effetti, nel processo di crescita della squadra bianconera incide non poco pure lui. Tanto che da alcune gare viene sistematicamente utilizzato da Gotti, che gli chiede di presidiare la corsia di sinistra per spingere e difendere. Un compito che sta eseguendo con abnegazione, diligenza e risultanze molto buone. Vedi la gara di Roma con la Lazio. Pian piano ha trovato una buona condizione generale e tiene per tutti i 90’, contrariamente a quanto avveniva all’inizio. Ma c’è un perché, una scusante vera.
 
«Diciamo che ad agosto sono stato condizionato dal Covid-19, con relativa quarantena - confida -. Niente allenamenti, poi ho ripreso gradualmente. Normale che in avvio abbia un po’ stentato, ma ho tenuto duro e alla fine il lavoro sta pagando. Sto migliorando: credo di poter dire di essere abbastanza soddisfatto per il contributo che garantisco alla squadra, ma posso e devo fare di più. Questo è il mio obiettivo, anche se quello primario è rappresentato dalla crescita dell’Udinese. Aggiungo che quando all’inizio mi è stato chiesto di andare in campo ho sempre dato tutto, pur non essendo al meglio. Non mi sono mai tirato indietro, tutta la squadra ha fatto il possibile per riscattare l’avvio non dei migliori».
Lei è soddisfatto, dunque?
«Lo ripeto: posso fare di più, ma sono contento di come la squadra si sta comportando. Da 5 turni siamo in serie positiva e si pratica un buon calcio».
Aver ritrovato vecchi compagni che aveva conosciuto nel Watford, come Pereyra, Deulofeu e Pussetto, quanto l’ha aiutata?
«È importante in generale, nel caso specifico lo è ancor di più perché sono uomini veri, come del resto gli altri compagni. Ecco perché l’Udinese è un ottimo gruppo che crescerà ulteriormente».
 
Lei ha sottolineato che la partenza sua e di tutta la squadra sia stata stonata per una serie di circostanze, ma ritiene che i 14 punti che sono il vostro bottino rispecchino fedelmente quello che avete messo in campo?
«Ci sono sempre dei rimpianti. Gare, per esempio, in cui non ci siamo comportati nel rispetto del nostro potenziale. Ci sono rimpianti per l’inizio non dei migliori e per non essere riusciti a sconfiggere il Crotone. Ma è importante soprattutto il risultato finale, per cui siamo chiamati a fare il salto di qualità: a maggio tireremo le somme».
 
È a Udine dal gennaio 2019 e ha disputato 32 match in campionato. Ricorda più volentieri quelle che le hanno dato maggiori soddisfazioni a livello personale?
«Credo di aver disputato una buona prova nel girone di ritorno del torneo 2018-19 a Napoli. Pur perdendo 4-2 fui abbastanza soddisfatto dalla mia prestazione, però nel calcio conta il collettivo. Quindi dico che ho ben impressa in mente la sfida casalinga con l’Inter, che terminò 0-0. Un punto d’oro per noi, un po’ meno per gli avversari che erano giunti alla Dacia Arena baldanzosi e in cerca di successo per ipotecare l’accesso alla Champions League.
Quella sera l’Udinese fece una partita molto convincente e tutti noi recitammo un ruolo importante».
 
Ora c’è il Cagliari, poi dovrete affrontare il Benevento, ultima gara del 2020: avete la possibilità di farvi un grosso regalo di Natale e di farlo a tutto l’ambiente.
«Noi stiamo bene, faremo il possibile per sfruttare questo momento. Certo vorremmo fare a tutte le componenti dell’Udinese un grosso regalo, oltre che ovviamente a noi stessi, ma è preferibile concentrarsi su domenica: ci attende una battaglia in cui dovremo mettere tecnica, intelligenza, condizione atletica e fiducia. Attenzione, però: nell’ipotetico caso di rimanere imbattuti nelle prossime due gare, o addirittura di vincerle, dovremo evitare qualsiasi
proclama, perché non avremo fatto nulla di particolare. Conta solo il risultato finale, bisognerà comunque darci dentro, lavorare duramente, seguire in tutto e per tutto il nostro mister».
 
Il Cagliari è squadra di tutto rispetto, ma qual è il vero pericolo cui potreste andare incontro?
«I pericoli ci sono sempre, contro chiunque, e aumentano nella misura in cui noi non ci comportiamo nel rispetto delle nostre possibilità. I sardi sono una buona squadra, lo sappiamo, ma se noi sul piano della cattiveria agonistica sapremo emularli potremo anche farcela puntando su una buona tecnica. Però nemmeno loro scherzano da questo punto di vista».
 
A chi si riferisce?
«Joao Pedro e Simeone sono attaccanti bravi, tecnici, in grado di farci male - conclude l’olandese -. Però l’Udinese è attrezzata per disinnescare i loro tentativi, nonché quelli di tutti gli altri rossoblù».
 
La squadra anche ieri ha lavorato in palestra, limitatamente a coloro che hanno affrontato il Crotone, mentre tutti gli altri si sono allenati al Bruseschi. A parte Forestieri, che non dovrebbe essere convocato per la trasferta. Ci sarà invece De Maio.