
Il primo bianconero a parlare nella stagione 2025/26 è Daniele Padelli, che ha fatto la sua comparsa ai microfoni di Udinese Tonight. Con il portiere, fresco di rinnovo per un’ulteriore stagione, si è discusso della sua longevità calcistica, del clima di questo inizio di preparazione e delle prospettive, sue e della squadra, per la nuova stagione.
Con il nuovo accordo con la società, si aggiunge una nuova pagina alla carriera di Padelli, iniziata nei primi anni duemila: “Dovrebbe essere la mia ventiquattresima stagione da professionista, da una parte è un piacere, dall’altra meno (ride, ndr). Devo ringraziare veramente la società, l’ambiente, la città, la curva, un po’ tutti, perché lo scorso anno poteva veramente essere l’ultimo, però alla fine qualcosina mi ricordo ancora come si fa e penso che un matrimonio si faccia in due: io sono felice di continuare a fare il calciatore con questa maglia addosso e se mi è stato proposto il rinnovo penso che anche per la società sia una cosa positiva”.
Com’è stato per lui riaprire anche quest’anno l’armadietto? “Ha cigolato, come le mie spalle e le mie ginocchia (ride, ndr). È bello, perché vuol dire che tu, comunque, lavori seriamente e sei apprezzato. Un conto è arrivare nel professionismo, un altro è rimanerci in pianta stabile e questo mi riempie d’orgoglio. Sono anche contento di festeggiare qui i miei quarant’anni, tra l’altro. Non è un traguardo che mi spaventa, sono abbastanza tranquillo perché è un anno che dico di averne quaranta. Poi con tutti questi ragazzi giovani devo essere giovane pure io. Anzi, giovanile, perché giovane ormai non posso esserlo più. Mi tengono ben sveglio”.
Da ormai qualche giorno, assieme a lui sono tornati al lavoro anche gli altri bianconeri: “Abbiamo ricominciato da poco, sono i primi giorni, c’è ancora un po’ di aria di vacanza, ma già stamattina con il primo vero allenamento sul campo quest’aria è stata un po’ messa da parte. Ora si comincia a fare sul serio, si comincia a preparare quella che poi sarà un’annata importante. C’è aria buona, c’è aria fresca, tanti ragazzi sono tornati dai vari prestiti con un po’ di esperienza in più. Chiaro, siamo in tanti e bisognerà fare delle scelte; qualcuno è arrivato, qualcuno arriverà, qualcuno andrà via, ma fa parte del percorso di crescita di una squadra saper accettare anche questi momenti un po’ di incertezza e lavorare per un obiettivo, che è la prima partita di campionato”. Per la squadra, nessuna distrazione, nemmeno dal mercato: “È normale, alla fine questo è il nostro lavoro, e se tanti cercano i tuoi giocatori vuol dire che sono giocatori forti, che lo scorso anno hanno fatto bene, che sono prospetti importanti e che la squadra dello scorso anno era una squadra importante. Se si riuscisse a confermare la maggior parte di questi giocatori si potrebbe creare quella base su cui costruire un campionato, o due, tre, quattro campionati”. Padelli si aspetta anche qualche sorpresa da giocatori che non erano a Udine lo scorso anno: “Devo vedere un po’ i ragazzi che sono tornati dai prestiti, perché hanno qualità importanti. Fatemeli vedere qualche giorno e poi vi saprò dire chi può impressionare”.
Padelli è soddisfatto delle conferme arrivate nelle ultime settimane, prima tra tutte quella di mister Runjaic: “Sicuramente è positivo, perché cominciare da zero non è facile. Anche per il mister è stata un’annata complicata, perché era la sua prima in Serie A, ma è andata molto bene ed è giusto che si continui con chi ha portato l’Udinese a fare un campionato di buon livello e anche per noi giocatori è importante perché adesso conosciamo già le metodiche di lavoro, le idee e soprattutto la persona. È fondamentale il rapporto umano all’interno di un qualsiasi gruppo di lavoro. Ora anche lui conosce meglio la squadra, il campionato, la città, la curva, la società, ed è meglio per lui lavorare con la sicurezza di avere un tempo più lungo per portare avanti il suo progetto”. Padelli si augura anche un’ulteriore conferma: “Spero che Sanchez possa rimanere, perché è veramente come vedere un bambino allenarsi; lui ama questo sport, questa società e questa terra. Spero rimanga con noi, ma ognuno fa le proprie scelte e sappiamo che la sua annata non è stata del tutto positiva. Ha l’età giusta per poter scegliere il suo futuro”.
Per iniziare bene la nuova stagione bisognerà cancellare il finale di stagione della precedente, a cui il portiere bianconero sa trovare una motivazione: “Sappiamo come e quando ci siamo salvati l’anno prima, quindi una volta che siamo arrivati alla fatidica quota 40 punti a livello mentale è successo di dire “Oh, siamo salvi, siamo tranquilli” e questo ha portato a un po’ di minore attenzione e concentrazione. È chiaro che quest’anno è un altro capitolo, perché la scorsa stagione ripartivamo dalla base dell’anno prima, che era un mezzo disastro, mentre quest’anno partiamo da una base importante, quindi non abbiamo alibi. Dobbiamo fare un campionato migliore dello scorso, cercando di essere più costanti. È la costanza che fa la differenza, non gli exploit di due o tre partite, se batti quelle sotto di te e te la vai a giocare con quelle sopra di te sei una squadra costante”.
Quali sono invece gli obiettivi personali di Daniele Padelli? Andrà all’inseguimento di qualche record? “Da un lato spero che un campione come Modric venga in Serie A, dall’altro spero non venga in modo da essere il più vecchio in attività (ride, ndr). Poi mi hanno detto che se dovessi fare una presenza dopo il 5 maggio diventerei il giocatore più anziano nella storia dell’Udinese. Al di là di questo, il mio obiettivo è, come sempre, di dare una mano ai ragazzi, alla società, a chi ne ha bisogno, sappiamo tutti che il mio ruolo è questo. Lo scorso anno c’è stata anche la possibilità di giocare ed è stato bellissimo, mi sono divertito, è stato perfetto, ma se non dovesse capitare anche quest’anno non sarebbe un dramma. Però se ci fosse la possibilità di fare qualche minuto mi farebbe piacere”.
Infine, un messaggio per i tifosi, da parte di un giocatore che ha iniziato la sua settima stagione in Friuli: “Posso solo che ringraziarli per quello che ci hanno dato lo scorso anno e che hanno sempre dato da quando sono qua. Anche a me personalmente, perché andare sotto la curva da solo dopo la partita con il Parma è stata una di quelle emozioni che poi ti porti dentro come uomo e come giocatore, quindi posso solo dire grazie. Ho un’unica richiesta: continuate a stare vicini a questi ragazzi, perché ne hanno veramente bisogno e penso che insieme si possa creare qualcosa di bello”.