23 luglio 2023
23 luglio 2023

Si presenta Zemura: “In campo è una battaglia. Voglio vincere”

Il laterale sinistro si racconta a TV12

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Jordan Zemura parla con consapevolezza ai microfoni di TV12. Pesa bene ogni frase. Lo si capisce ascoltando cosa rappresenti per lui il bianconero che, a partire da qualche settimana fa, è la sua seconda pelle: “Approdare in questo fantastico club significa molto: giocare contro calciatori in un campionato difficile, uscire dalla mia zona di comfort, l’Inghilterra, dove ho vissuto tutta la mia vita per trasferirmi in Italia, e ovviamente poter imparare la lingua e la cultura dell’Udinese”. Zemura crea legami nuovi, mantenendo nel frattempo quelli che porta con sé da una vita. “Quando sono arrivato a Udine ho portato mia madre – racconta – è rimasta impressionata dallo stadio e dall’importanza del club. Ci hanno dato il benvenuto come fossimo già parte della famiglia, ci hanno fatto sentire a nostro agio”.

Sarà il primo zimbabwese della storia della Serie A, ma fino a qualche mese fa non lo sapeva nemmeno lui. “L’ho scoperto poco prima di firmare il contratto, me l’hanno detto i parenti – svela sorridendo – È fantastico e voglio ispirare le persone del paese mio e dei miei cari. Spero di non essere l’ultimo”. Il classe ’99 seguiva il campionato italiano già da piccolo. Lo definisce “uno dei migliori al mondo”, e arrivarci rappresenta la prosecuzione di un viaggio iniziato anni fa: “Giocare negli stadi che vedevo da bambino mi rende immensamente orgoglioso. Non vedo l’ora di cominciare davanti ai tifosi”. L’Udinese ospiterà la Juventus nella gara inaugurale. “Sarà un gran bel modo di iniziare – commenta il laterale sinistro, non facendo assolutamente nulla per nascondere l’emozione – I ragazzi ci hanno giocato l’ultima partita della scorsa stagione, ma ora si ricomincia da zero. Siamo concentrati, stiamo lavorando duramente, il mister vuole che ci miglioriamo. Sì, sarà un grande inizio”. L’avversario che Zemura attende di più, però, non gioca per i torinesi. “Credo che sia Raphael Leao, è un talento fantastico. Affrontare giocatori come lui mi permetterà di vedere di che pasta sono fatto”, spiega. La conoscenza del calcio locale è ottima in generale, tanto che ammette di “conoscere la storia dell’Udinese da prima di venire qui.Sapevo già che fosse un club con una grande storia e in cui hanno militato grandissimi giocatori, come Antonio Di Natale e Alexis Sanchez. So anche che è stato fondato nel 1896, ho studiato!”, assicura prima di lasciarsi andare a una risata limpida.

Udine e l’Italia sono il presente, ma i primi calci al pallone risalgono ai tempi delle giovanili nel suo paese natìo, l’Inghilterra. “Ho cominciato dall’under 8 del QPR, poi sono passato al Charlton nell’under 12. Nelle academies ho trovato grandi allenatori e persone che mi hanno aiutato tanto. Le cose non hanno funzionato come avrei voluto, ma nel calcio succede – dice – Ho imparato molto da allora e auguro il meglio ai due club”. Poi arriva il Bournemouth, dove esordisce tra i professionisti. “Posso dire solo belle cose del posto e della sua comunità. È accaduto tutto molto velocemente: gli insegnamenti, gli errori, i risultati – racconta ripensando alle tre stagioni giocate con la maglia ‘cherry’, il cui momento topico è rappresentato dal secondo posto in Championship nel ‘21/’22 valso l’approdo in Premier League – Il mio ricordo preferito è il giorno della promozione matematica. Vincemmo 1-0 contro il Nottingham Forest, tutti giocammo bene perché eravamo determinati. Per la prima volta in vita mia ebbi la sensazione di stare andando in guerra, mi sentivo in trincea. Poi a fine partita i tifosi hanno invaso il campo, ci hanno abbracciati, io sono finito senza maglietta! È stata una splendida serata”. La Championship lo ha formato come calciatore, abituandolo a ritmi estenuanti. “È uno dei campionati più duri in cui si possa giocare. È logorante – spiega Zemura – perché giochi spesso e contro squadre molto diverse sparse in tutto il paese. Il tuo corpo e la tua mente devono essere pronti, finisci di giocare il sabato e devi essere subito concentrato sulla gara di martedì”.

Dopo tre stagioni con il Bournemouth, l’arrivo all’Udinese. “La prima impressione che ho avuto è di quanto sia forte il legame tra le persone di questo club. Mi hanno accolto tutti a braccia aperte. Non sono stato molto felice di cantare per tre volte durante la cena – ridacchia mentre racconta del suo battesimo con la squadra – Ma almeno sono riuscito a coinvolgere tutti con ‘Sweet Caroline’! È un gruppo allegro e ognuno di noi ha voglia di lavorare e migliorare. Si è visto anche in queste prime amichevoli che giochiamo l’uno per l’altro”. Interrogato sui suoi compagni, Zemura afferma di essere rimasto colpito dalla qualità dei compagni, in particolare “da Florian Thauvin, un campione del mondo con una prestigiosa carriera”. Il bianconero con cui ha legato di più però è Festy, lo conoscevo già perché avevamo giocato contro quando era al Derby. Poi mi diverto molto con Axel, King ed Enzo – dice parlando di Guessand, Ehizibue ed EbosseCon Brenner abbiamo scambiato le nostre prime impressioni su Udine, dato che siamo arrivati insieme. Sa che voglio andare in vacanza in Brasile, proverò a farmi portare a San Paolo”. Nella squadra “i più divertenti sono Kamara, che ha una grande energia dalla colazione alla cena, e Abankwah. James fa cose che non capisci come gli vengano in mente”.

Dopo i compagni, il laterale condivide i suoi pensier sul mister Andrea Sottil: “Lavora duro, è molto concentrato sul suo compito. Vedere un allenatore così devoto alla squadra e ai singoli giocatori ti spinge a volergli dare tutto, dimostrargli che meriti uno come lui in panchina. Sa come tirare fuori il meglio di noi”. Per contribuire alla causa bianconera il prima possibile, Zemura prova “a essere una spugna, assorbire quello che mi dice. Per questo sto prendendo lezioni di italiano. Capisco qualcosina, ma devo ancora imparare molto”, e si descrive come “qualcuno che dà il 100%, va sempre all’attacco e cerca di pungere gli avversari e sostenere i suoi compagni. In campo per me è una battaglia, bisogna voler vincere e per farlo devi essere determinato”. Il 23enne è chiamato a riempire la fascia sinistra occupata fino alla scorsa stagione da Destiny Udogie, “un ottimo giocatore. Ho visto molte partite dell’Udinese da quando ho saputo che sarei venuto, sarà una bella sfida non farlo rimpiangere. Mostrerò quello che so fare”.

Dotato di un mancino preciso, Zemura ammette che gli piacerebbe calciare qualche punizione. “Tanti qui sanno batterle e sono avanti a me nelle gerarchie, ma se posso le provo. Magari un giorno staremo vincendo 3-0, guarderò il mister e mi darà il permesso di battere. Chissà…”, dice sorridendo, con un velo di speranza negli occhi. Speranza che lascia il posto all’ammirazione quando gli viene chiesto chi sia il suo modello di riferimento. “Non ho un modello inteso come qualcuno a cui avrei voluto somigliare – chiarisce – ma qualcuno che mi ha aiutato a superare le difficoltà e ispirato. È Junior Stanislas, ho molto rispetto per lui, mi ha aiutato a integrarmi appena arrivato al Bournemouth. È una bravissima persona, mi ha fatto capire come il calcio sia fatto di alti e bassi, l’importante è non crocifiggersi né sentirsi invincibili, ma rimanere equilibrati e mantenere la serenità”.

Gli obiettivi dello zimbabwese sono “diventare titolare e debuttare in Serie A. Mi piacerebbe contribuire ai risultati, non voglio essere uno spettatore passivo, stare nella squadra tanto per. Voglio fare assist, gol, e aiutare a mantenere la porta inviolata perché per prima cosa sono un difensore. Voglio mantenerci uniti. Se tutto andrà bene, potremo finire la stagione in una buona posizione”. Guardando oltre il campionato, c’è l’ambizione “di tornare in Nazionale, abbiamo le qualificazioni per il mondiale e speriamo di poter portare gioia alle persone”. I commenti conclusivi sono sulla città e i suoi abitanti. “Mi piace Udine, è bella, tranquilla, ha un bel contrasto tra i giovani che arrivano per l’università e la storia della città. Nel tempo libero mi piace uscire coi compagni, giocare a Uno e a Fifa, in cui forse sono il migliore”, racconta con un grande sorriso mentre accanto a lui passa Abankwah. Il giovane centrale fa segno di ‘no’ con la testa, e Zemura affonda il colpo: “Lascia stare, non sei al mio livello”. Alla fine, arriva un messaggio per i tifosi: “Grazie per avermi accolto nella vostra bellissima città, non vedo l’ora di vedervi allo stadio. Godiamoci tanti bei momenti – per poi aggiungere, in italiano – Andiamo!”.