22 settembre 2019
22 settembre 2019

Udinese-Brescia in pillole

I numeri della partita

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Il match della Dacia Arena di ieri pomeriggio è stato il ventunesimo scontro diretto nella storia della Serie A tra Udinese e Brescia, con lo score complessivo e aggiornato che recita 9 vittorie in favore dei bianconeri, 6 per le «Rondinelle» e, a chiudere, 6 pareggi. Tenendo da conto, invece, solo gli ultimi 5 precedenti regna un sostanziale equilibrio: 2 successi a testa e una «X», risalente al febbraio 2011.

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La chiave tattica

L’Udinese ha cercato di impostare il gioco partendo dalle retrovie, con ordine e attenzione tra i reparti, per poi sfruttare ampiezza e profondità delle fasce. In particolar modo, nel pacchetto arretrato, spicca l’ottima percentuale di precisione nei passaggi dei tre difensori bianconeri: l’86% per Rodrigo Becão, l’82% per De Maio e l’81% di Samir. Fondamentale, da questo punto vista, è stato il lavoro svolto in mediana da Walace: il brasiliano, di fatto, pur avendo amministrato una mole di gioco inferiore dello 0.8% rispetto a Jajalo (6.0% contro il 6.8% del bosniaco), ha completato positivamente il 92% del suo fraseggio. In merito ai due esterni, invece, c’è discordanza tra i numeri relativi al possesso palla e quelli inerenti all’impiego delle fasce d’attacco: Stryger–Larsen ha gestito un maggior numero di palloni sull’out di destra (6.2%), mentre Ken Sema è stato piuttosto propositivo in fase offensiva completando 2 dribbling e 6 traversoni, sul lato opposto. In termini percentuali, dunque, il versante d’attacco maggiormente utilizzato è stato il sinistro (45%), seguito da quello destro (33%) e dalla corsia centrale (22%). Complice il gol subito, nella seconda frazione, l’Udinese ha incrementato la propria predominanza nella gestione del gioco (dal 52% al 58%) e nel numero di tentativi sortiti verso la porta presidiata dal finlandese Joronen (3 nel primo tempo, 7 nel secondo), senza riuscire a trovare la via del gol. Dei numeri che testimoniano quantomeno un cenno di reazione, senza considerare il fatto che i bianconeri nel 60% delle chance create sono riusciti a concludere dall’interno dell’area di rigore, cercando invece una soluzione dalla lunga gittata nel 40% dei casi.

Un Samir a tutto tondo

Incisivo nella fase difensiva, senza perdere in termini qualitativi nella costruzione del gioco: alla sua terza presenza in questo campionato Samir è riuscito a erigersi come condottiero della retroguardia bianconera, in virtù di una prestazione a trecentosessanta gradi. Il brasiliano, che arriva dalle prime convocazioni con la maglia della Seleção, è stato field leader della squadra di Igor Tudor per quanto riguarda la percentuale di possesso palla amministrata (il 7.8%, del 58% totale), il numero di tocchi compiuti (91) e i passaggi completati positivamente (51, uno in più di Sebastien De Maio). A queste ottime doti mostrate nel primo palleggio si addizionano anche quelle difensive, a voler testimoniare l’atteggiamento battagliero e la tempra del centrale verdeoro: per lui 4 spazzate (come De Maio) e 3 passaggi intercettati, arricchiti dal 100% di successo nei contrasti (2 su 2) e in 3 duelli aerei.

L’ottima prova di Musso

Solo un tiro dell’esperto Rômulo, sporcato da una deviazione di De Maio, è riuscito ad avere ragione dell’estremo difensore argentino, autore di un’altra prestazione solida e piuttosto convincente: tra i numeri della gara di Musso rientrano una presa alta e 3 parate totali, di cui 2 derivanti da situazioni potenzialmente pericolose generate dal Brescia nella fase di transizione offensiva. Straordinario sui tentativi (uno per tempo) sortiti da Donnarumma e Bisoli, e ancor di più sulla conclusione al volo di Sabelli, ma non è tutto: la solita reattività tra i pali di Juan viene impreziosita, ancora una volta, dalle sue grandi doti associative nell’accompagnare la manovra della squadra. L’argentino ha completato positivamente 33 tocchi, 8 lanci lunghi (il 57%) e 13 passaggi.

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