È un Andrea Sottil con tanti pensieri in testa quello che parla alla vigilia della gara contro il Frosinone. In primo luogo, riflessioni liete per merito dei sostenitori bianconeri: è stata superata quota 13.000 abbonati, record delle ultime stagioni. “È un grande attestato di stima e di passione verso una splendida realtà che da anni partecipa alla Serie A, sfornando tanti campioni – commenta il tecnico – I nostri tifosi non smettono mai di sorprendermi, questi numeri rappresentano la voglia di essere il dodicesimo uomo in campo. Complimenti a loro, noi dobbiamo ricambiare con prestazioni da Udinese”.
In secondo, riguardo al mercato. Sottil rimarca il fastidio per la sessione non ancora chiusa, ma che “fortunatamente stasera finirà”. Uno degli ultimi acquisti è il danese Thomas Kristensen, difensore classe 2002, “giocatore che lo scouting segue da tempo e in grado di portare fisicità e dinamismo –elogia il mister – Può coprire diversi ruoli nonostante la giovane età. Ha una buona tecnica, aveva già iniziato il campionato in patria e quindi lo considero pronto. Entra in una difesa rodata, ma darà il suo contributo”.
In terzo, sul prossimo avversario. Sottil mostra un’alta considerazione dei ciociari e del collega che siede sulla loro panchina: “Il Frosinone è una squadra che ha dimostrato di avere un’identità ben precisa, Eusebio Di Francesco è un allenatore molto preparato. Hanno grande entusiasmo, hanno vinto meritatamente la Serie B e hanno mantenuto quell’impianto consolidato”. I gialloblù “corrono, stanno bene e sono organizzati, sanno fare pressing e ripartire in velocità. Hanno giocatori con ottime capacità tecniche e d’inserimento e ne hanno presi altri come Matias Soulé, un ragazzo molto interessante. Dobbiamo approcciare con grande lucidità la gara, come al solito rispettando il Frosinone ma facendo la nostra partita. Non dobbiamo pensare di risolvere la gara in 10/15 minuti – ammonisce il tecnico – ma costruire un match come quello di Salerno, fatto di corsa e umiltà, per portare il pallone nelle zone in cui possiamo metterli in difficoltà”.
In quarto, su se stesso e i suoi giocatori. Sottil spiega come, secondo la sua esperienza, ci vogliano “quattro o cinque partite vere di campionato perché si arrivi al top della forma. Adesso veniamo dai carichi del ritiro, dalla fatica, dalle intese che si stanno costruendo”. Ciò che fa la differenza nelle prime gare del torneo “non è soltanto correre più degli avversari, ma correre bene: non puoi essere sempre aggressivo durante la gara, bisogna saperne leggere i momenti. La squadra è in una buona condizione fisica, stiamo crescendo, ma siamo ancora in rodaggio”.
Rodaggio necessario per instillare nei nuovi arrivati “l’identità che voglio portare avanti e che è sempre la stessa: voler essere protagonisti della partita, non guardare gli altri giocare”, ricorda l’allenatore. “A Salerno, secondo me, abbiamo fatto un’ottima gara per 70 minuti, ho visto la squadra che mi piace. Dobbiamo portare a 100 minuti le belle cose fatte – afferma Sottil – Per questo tutti sono indispensabili per raggiungere l’obiettivo comune, coi cinque cambi spesso si determinano gli incontri. Con la definizione della rosa tutti i ragazzi sapranno che dovranno dare il loro contributo, tanto da titolari quanto da subentrati”.
I gradi da titolare in attacco sono ricaduti sulle spalle larghe di Lorenzo Lucca, autore dell’assist per il momentaneo vantaggio sui campani. “I ragazzi che arrivano hanno tutti qualità, altrimenti non sarebbero qui – taglia corto Sottil – I giovani sono fortunati, perché trovano dei giocatori che sono a Udine da tanti anni, un impianto tecnico rodato e un gruppo a livello umano ben amalgamato. Ci vuole solo un po’ di tempo per apprendere i meccanismi e i movimenti”. In particolare, il centravanti italiano “è ovviamente diverso da Beto, che è in grado di accelerare in maniera unica, ma ha altre caratteristiche importanti e margini di miglioramento molto ampi”. Sottil illustra le capacità di Lucca, che “non disdegna l’attacco della profondità e ci dà cose che Beto non ci dava col gioco al piede. Deve perfezionarsi nel servire gli inserimenti dei quinti e delle mezzali, ma si fa trovare dentro l’area. La rifinitura per il gol di Lazar Samardzic l’ha fatta lui, con grande qualità”. Passi avanti anche per Isaac Success, il quale “ha avuto dei problemi a inizio stagione, va gestito ma sta tornando a una buona condizione fisica. Dobbiamo essere bravi a capire come giocare, si stanno conoscendo tutti”.
In ultimo, l’integrità. “Io ho una convinzione – conclude Sottil – ossia che un giocatore maturi quando trova continuità di partita. Nessuno potrà convincermi del contrario”. Questo al di là del processo di sviluppo umano che coinvolge i singoli individui nel corso della loro vita, perché “calcisticamente un ragazzo può essere esperto anche a 22 anni, ma lo diventa solo quando gioca. Essere responsabilizzato è tutta un’altra cosa rispetto ad allenarsi”. Il tecnico fa l’esempio di Kingsley Ehizibue: “Giocava già al Colonia, ma all’inizio anche lui doveva apprendere. Quando è diventato titolare ha fatto gol, inserimenti, è diventato padrone del ruolo. Perché ha giocato più partite consecutive. Lo stesso vale per Samardzic – chiosa – più gioca e più si alzano l’autostima, il coraggio e quella che io chiamo la ‘condizione da partita’. Entra in gioco l’adrenalina e, su questo, Lazar è cresciuto tanto”.