13 gennaio 2020
13 gennaio 2020

Udinese-Sassuolo in pillole

La partita della Dacia Arena tra numeri e statistiche

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Le reti di Okaka, Sema e Rodrigo De Paul hanno permesso all’Udinese di ottenere un’ampia vittoria contro il Sassuolo, tra le mura casalinghe della Dacia Arena. Per la squadra bianconera non si tratta solamente del terzo successo consecutivo in questo campionato (un evento che non accadeva dalle ultime 3 partite della scorsa stagione), ma anche del settimo risultato utile su dieci in terra friulana (5V/2N/3S) nel girone di andata appena terminato. Il bilancio complessivo dei precedenti in Serie A tra le due squadre è di 4 vittorie a testa e 5 pareggi: un sostanziale punto di equilibrio, che si rompe solamente guardando la classifica, in cui attualmente l’Udinese conta 5 punti in più della squadra neroverde. L’ultimo trionfo degli emiliani sui bianconeri risale al marzo 2018: un 1–2, con l’autogol dell’iracheno Ali Adnan e il gol decisivo di Stefano Sensi, inframezzati dal pareggio di Fofana. 

La chiave tattica
Una gara ben interpretata dal punto di vista tattico, contro una squadra che ha segnato il 93% delle sue reti (28 su 30) su azione, e vinta attraverso una lodevole meticolosità collettiva, in ogni fase del gioco. Sin dalle prime battute il Sassuolo ha imposto un denso giropalla a partire dalle retrovie, con Filippo Romagna nelle vesti di primo palleggiatore, al netto dell’atteggiamento attendista sfoggiato dall’Udinese di Gotti, imperniato su ranghi serrati e repentini ribaltamenti di fronte. Il cinismo della squadra bianconera ha prodotto non pochi grattacapi alla manovra degli emiliani, impossibilitati in fase di possesso a superare le linee di pressione dei padroni di casa, capaci di produrre 11 spazzate difensive e 3 intercetti, nel corso della primo tempo. Il gol del vantaggio di Stefano Okaka è arrivato intorno al primo quarto d’ora di gioco, con il Sassuolo dominante nel possesso palla (64%, tasso di precisione pari all’85%), ma soggiogato nelle statistiche relative ai tiri tentati: 4–2 (2–0, on target). Dovendo recuperare lo svantaggio Roberto De Zerbi ha scelto di passare dal 4–3–3 al 4–2–3–1, con Hamed Traore avanzato sulla trequarti: una mossa che ha permesso ai neroverdi di mantenere una discreta continuità sia quantitativa che qualitativa nel fraseggio (60% e precisione dell’87%, al 45’) ma comunque ininfluente in termini di produzione offensiva (7 tiri: 4 respinti e 3 off target). D’altro canto l’Udinese, nella prima metà di gara, ha tentato 8 tiri (3 on target) sfruttando al meglio tutti gli spazi creati dal tandem Lasagna–Okaka, poco associativi nella manovra collettiva (rispettivamente hanno gestito l’1% e il 2.2% del possesso friulano), ma sempre pronti ad aggredire i difensori della formazione neroverde su ogni minimo tentennamento. La formazione bianconera ha sfoderato una prestazione eccellente soprattutto a centrocampo, con De Paul a fare da raccordo tra i reparti ed un Mandragora in formato monstre, capace di completare 21 passaggi su 22 (95% di precisione), 3 key passes e 2 spazzate difensive oltre all’assist per il gol del vantaggio (il terzo in questo campionato). Nel secondo tempo il Sassuolo ha alzato il ritmo del palleggio e ha infittito le linee di dialogo con le scorribande di Boga e Traore, invertirti di posizione, ma nonostante i 5 tiri tentati in poco più di 15 minuti, l’Udinese ha mantenuto la sua spietata tranquillità gestionale e ha colpito in ripartenza, con Ken Sema. Il 2–0 siglato dallo svedese su assist di Fofana ha evidentemente scoraggiato la manovra imbastita dagli emiliani, che in quel momento si era attestata sul 61% di possesso palla ed un tasso d’accuratezza pari all’87%. Da quel momento in poi le trame del Sassuolo sono apparse incolori e a tratti confusionarie, mentre Gotti ha inserito Jajalo al posto di Mandragora, al fine di anestetizzare i ritmi e accompagnare più tranquillamente la partita al fischio finale. In campo aperto, praticamente allo scadere, De Paul ha siglato il definitivo 3–0: anche in questo caso la rifinitura porta la firma del solito Seko Fofana. Da quando gioca in Serie A il centrocampista ivoriano ha segnato 2 gol contro il Sassuolo, la sua vittima preferita, ma ieri ha deciso di incidere “limitandosi” a mandare in gol i suoi compagni di squadra. L’Udinese ha vinto una partita insidiosa, dimostrando quanto possa risultare determinante un approccio metodico applicato a degli incipit tattici già consolidati. I bianconeri pur avendo gestito il 37.5% del possesso palla hanno creato 10 occasioni da gol a 5, e nell’86% dei casi hanno concluso le proprie trame offensive dall’interno dell’area di rigore. Un manifesto, forse il più nitido, del peso specifico che può assumere la mentalità in una partita di calcio. 

La costante Rodrigo De Paul
Il centrocampista argentino ha saputo sfruttare al meglio il devastante contropiede imbastito dalla squadra negli ultimi scampoli di partita, salendo dunque a quota 4 gol in questo campionato, ormai giunto al giro di boa. Quello di ieri contro il Sassuolo non è solamente il terzo centro consecutivo di Rodrigo in altrettanti match – un record per lui – ma rappresenta la controprova tangibile della sua straordinaria continuità di rendimento. Luca Gotti sembra avergli cucito un abito su misura nel suo consueto 3–5–2, trasformandolo in elemento di raccordo tra centrocampo e attacco: la prestazione complessiva di De Paul si riassume in 4 tiri tentati, di cui 2 on target, che lo nobilitano a field leader della gara (a pari merito con Hamed Junior Traore), 1 passaggio intercettato, 2 spazzate difensive e infine il 100% di successo nei dribbling (2 su 2). L’argentino ha amministrato il 4.4% (il 5.1% nella prima frazione) del possesso palla friulano attraverso 62 tocchi compiuti (field leader), 33 passaggi completati positivamente su 37 (precisione pari all’89%) e 1 key pass. Inoltre, in concomitanza con Okaka, De Paul è anche il calciatore che ha prodotto il maggior numero di occasioni da gol nell’arco della partita: 3, delle 10 complessive dell’Udinese. Dale, diéz!

Un Ken Sema double face
La freccia in più nella faretra di Luca Gotti, nonostante l’infortunio muscolare che lo ha tenuto fuori dai giochi per quattro turni: nelle ultime tre gare di campionato Ken Sema ha raccolto 231’ (di 1204 complessivi, in 15 presenze), dimostrando di aver ritrovato il giusto ritmo partita e il suo guizzante atletismo. La prima rete in Serie A dell’esterno di centrocampo svedese, contro il Genoa, allo stadio Marassi, aveva permesso all’Udinese di portarsi in vantaggio sulla compagine ligure. Invece, quella segnata ieri al Sassuolo, ha messo in cassaforte il risultato, probabilmente nel miglior momento degli uomini di De Zerbi durante il secondo tempo. Sema ha gestito il 3.3% del possesso palla bianconero con 52 tocchi compiuti, 20 passaggi completati positivamente su 30 (precisione dell’80%) e 1 key pass, cui vanno ad aggiungersi 4 spazzate e 1 passaggio intercettato. Sotto il profilo tattico la prestazione del calciatore di Norrköping è stata pressoché perfetta: la sua indole votata all’attacco ha “incatenato” Toljan a una costante protezione dell’out, inibendone la spinta, mentre la sua generosità di corsa è stata fondamentale nel lavoro di ridimensionamento di Jeremie Boga, non proprio un cliente facile.