26 luglio 2019
26 luglio 2019

Coppa UEFA 2008: riviviamo il match di andata

Borussia Dortmund-Udinese

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Uno 0-2 perentorio: peraltro in quello stadio, il Westfalen, dove due anni e due mesi prima l’Italia di Marcello Lippi ebbe ragione della Germania, conquistando la finale del Mondiale grazie al medesimo risultato. Di fronte a cinquantamila spettatori, dei quali settecento friulani, rumorosissimi e pronti a tutto, l’Udinese di Pasquale Marino pone un importante tassello per accedere alla fase a gironi della Coppa UEFA, sconfiggendo il Borussia Dortmund nella gara d’andata del primo turno. Correva l’anno 2008, e sulla panchina giallonera si era appena accomodato un certo Jürgen Klopp: l’uomo che nella passata stagione ha portato il suo Fußball heavy metal sul tetto d’Europa, con il Liverpool, e che nel suo primo anno in Vestfalia inizierà a coltivare l’orticello di talenti, da Hummels a Nuri Şahin, sino a Subotić e Schmelzer, che arriveranno a giocarsi la finale di Champions League 2013 contro il Bayern Monaco. Nei giorni antecedenti alla gara ci aveva pensato nientemeno che l’ex bianconero Vincenzo Iaquinta, che al Dortmund aveva rifilato una doppietta pochi mesi prima, in occasione di una partita amichevole tra Borussia e Juventus, a dispensare saggi consigli: pressing costante sui due mediani e tagli degli esterni a infilare la retroguardia. Una chiave di lettura, quest’ultima, che i nostri calciatori d’allora interpretarono con il perfetto physique du rôle. Le scelte di formazione attuate da Pasquale Marino inoltre, alcune più obbligate e altre no, si rivelarono vincenti: in primis Antonio Floro Flores come terminale del reparto avanzato, in luogo di Fabio Quagliarella e di un acciaccato Di Natale, con Gaetano D’Agostino a supporto: con licenza d’inventare, e di stupire, ovviamente. Sulle fasce, invece, spazio alle sgroppate stacanoviste di Simone Pepe e all’ubriacante dribblo–mania del chileno Alexis Sánchez. Ed è proprio sui piedi sbarazzini di quest’ultimo, lesto e chirurgico nel prendere il tempo a Hummels all’altezza del centrocampo, che all’Udinese si presenta la grande occasione per sbloccare dopo appena ottanta secondi la gara. Un appuntamento, quello con il gol del vantaggio, che tuttavia viene rimandato solo di qualche giro d’orologio per i bianconeri: sei per la precisione.
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Quando sugli sviluppi d’una punizione a sfavore un ispiratissimo D’Agostino manda al bar Hajnal con un elegante tocco di punta prima di imbeccare Floro Flores, che a tu per tu con Weidenfeller non sbaglia con un glaciale piattone sul secondo palo. A quel punto il Dortmund prova a metter la testa fuori dal guscio con una velenosa conclusione di Kringe, dai venticinque metri: potentissima, sì, ma comunque non abbastanza se l’intento è quello d’infilare un Samir Handanovič in stato di grazia. Il Borussia insiste con ardita perseveranza, ma l’esordiente Maurizio Domizzi e Andrea Coda, lì dietro, non sembrano proprio dell’idea di far passare anche un solo filo d’aria: figuriamoci Sebastian Kehl. L’ultima chance creata dal Borussia, alla mezz’ora, con il tiro a giro di un Hajnal particolarmente in palla, altro non è che l’apripista per il nostro gol del raddoppio: il degno coronamentum di una prestazione collettiva inappuntabile, impostata su ranghi serratissimi e repentini ribaltamenti di fronte. Scorrono appena quattro minuti infatti e, dopo un colpo da biliardo tentato da Alexis, neutralizzato da Weidenfeller, Luković brucia Błaszczykowski e serve D’Agostino che, girandosi, lancia Pepe in campo aperto. Dal vertice destro dell’area di rigore l’esterno romano converge e la dà sullo scarico a Gökhan Inler, che con un tiro potente e preciso piazza un pallone imprendibile sul secondo palo: set, partita, incontro. Peraltro considerando che lo scarto maturato in nostro favore sarebbe potuto essere ben maggiore guardando al numero di pericoli e occasioni create. Quella sera del 18 settembre 2008 l’Udinese ha espugnato uno degli stadi più temuti d’Europa giocando una partita pugilistica, alla Muhammad Ali: volando come una farfalla, in contropiede, con i suoi esterni, e pungendo come un’ape, sfruttando al meglio ogni singolo errore commesso dagli uomini di Klopp. La prima battaglia vinta, in attesa della resa dei conti, in Friuli: tutta una storia a parte.
 
Articolo a cura di Daniele Pagani
 
TABELLINO: Westfalenstadion (Dortmund)/Coppa UEFA/primo turno
 
BORUSSIA DORTMUND (4-4-2): Weidenfeller, Lee, Subotić, Hummels (Felipe Santana, 23’), Rukavina; Kehl ©, Kringe, Hajnal (Frei, 63’), Błaszczykowski; Zidan (Tinga, 9’) Haedo Valdéz (all. Klopp)
UDINESE CALCIO (4-4-1-1): Handanovič, Ferronetti (Motta, 83’), Domizzi, A. Coda, Luković; Isla, Inler, Pepe, Sánchez (Di Natale, 68’); D’Agostino ©; Floro Flores (Quagliarella, 78’) (all. Marino)
 
MARCATORI: Floro Flores (8’, assist D’Agostino) & Gökhan Inler (34’, assist Pepe)