Nonostante non fosse in campo, Gerard Deulofeu non cerca giustificazioni per la sconfitta casalinga contro la Juventus. “Ieri ho visto delle cose che non mi sono piaciute, come tutti – esordisce l’attaccante al Tonight, ma il campionato è lungo e c’è consapevolezza nei mezzi dei compagni – Ho piena fiducia nella mia squadra, però non può succedere quello che è successo ieri nella prossima partita. Siamo stati poveri, dobbiamo lavorare per cambiare subito questa immagine di noi perché non è quella che corrisponde all’Udinese”.
Il numero 10 poi continua, mostrandosi senza maschere nel suo dispiacere: “Chiediamo scusa per questo inizio di stagione, posso capire le sensazioni della tifoseria. Per me è molto importante iniziare bene non solo il campionato, ma anche le singole partite. Abbiamo di fronte una settimana lunga per prepararci alla trasferta di Salerno e dare un’altra immagine di noi”.
Interrogato sulla vicenda di mercato che ha coinvolto Lazar Samardzic, Deulofeu si erge a protezione del compagno. Uno scudo in difesa “di un ragazzo incredibile. Mi dispiace per lui, perché se eliminiamo le componenti note a tutti di questa storia ci si rende conto di quanto Lazar sia meraviglioso, è una persona incredibile”. Il fantasista prosegue e riconosce che “non sappiamo quello che succederà, ma quando l’ho visto tornare sono stato felice. Io sono legato a questa piazza e lo voglio qui. È un fuoriclasse, fa la differenza”.
Un commento anche sull’errore di Oier Zarraga, che ha aperto al vantaggio ospite dopo due minuti. “Io come giocatore posso analizzare l’episodio in una forma generale, ne parlerò nel dettaglio con lui. So com’è l’adattamento in una nuova squadra. Dobbiamo ripartire, possiamo sbagliare tutti, ma quello che va cambiato è la sensazione”, afferma Deulofeu. Che poi si spiega: “Ad esempio, Gerard può giocare male, ma alla Juventus devi dare la sensazione che come squadra vai forte. È questo che ci è mancato. I dettagli e gli sbagli individuali si sistemano così. Sono arrabbiato – ammette poi – ma non è facile trasferire la mentalità assassina al gruppo. L’anno scorso c’erano dei giocatori come Roberto Pereyra e Rodrigo Becao con una mentalità fortissima, tenteremo di non far riaccadere ciò che è successo ieri. La Juventus non può venire qui a Udine e vincere 3 a 0. Mai”.
Dallo studio emergono, sempre più forti, le speranze di rivederlo presto tra i titolari. Lo spagnolo ci scherza su con palpabile dispiacere: “Manca più a me che a voi, voglio essere in campo. Le cose le sento col cuore, se vedi le immagini delle mie partite vedi un ragazzo che vuole vincere. Quello che sono quando gioco viene visto dagli avversari, se siamo tutti aggressivi sanno che sarà difficile batterci”. Questo Deulofeu l’ha “appreso con l’esperienza, è così che fa una squadra tosta che vuole vincere. Mi fa piacere che si veda la grinta, la scorsa stagione ho fatto un bel lavoro non per essere il migliore in gol e assist, ma per far vincere la squadra. È questo che conta alla fine”.
“Mi manca tanto giocare – ribadisce – Ho fatto spesso le valigie per andare da un posto all’altro, qui nelle ultime stagioni mi sono sentito tanto bene, come ogni calciatore vorrebbe. Mi dispiace di aver avuto questo infortunio in un momento importante della mia carriera e di soffrire tanto. Perché sto soffrendo tanto. Mi alleno quasi tutto il giorno, ci sono delle volte in cui ti alleni per tante ore e i risultati non sono come ti aspetti, che inizia la stagione e tu sei ancora fermo. È difficile. Ma non c’è altro cammino che continuare così finché mi danno il fischio di uscita, e allora darò tutto”.
Deulofeu poi risponde alla lunga sfilza di messaggi da casa dei supporter bianconeri: “Sono un po’ triste. Sono felice che i tifosi mi pensino, ma mi fa anche male perché mi manca giocare. Non è la prima volta che faccio questa operazione, sto solo aspettando il via”. Ad aiutarlo nel recupero c’è la sua famiglia, “è tutto per me – asserisce – un calciatore quando gioca fa vedere l’amore che c’è a casa. Io lo uso per scendere in campo per vincere con i miei compagni”.
La grinta non gli è mai mancata, e Geri sa che “ho creato la mia mentalità da solo, si tratta di avere pazienza e tempo. Anche oggi mi piace essere vicino allo spogliatoio, quando faccio le sessioni fotografiche mi metto gli scarpini e mi dico che sto bene, che sono pronto per giocare”. La voglia è frutto della fiducia percepita e va instillata nei nuovi arrivati: “L’anno scorso nella prima parte di stagione mi avvicinavo ai centrocampisti per creare gioco. Mi sentivo bene, spero di avvertire di nuovo quella sensazione al mio rientro. Cerco sempre di percepire lo spazio libero e mi piace che la società e i compagni mi lascino fare questo. Conosco il mio ruolo di leader, quando tornerò sosterrò la squadra ancora di più”.