
Nel corso di una lunga intervista rilasciata a TV 12, il group technical director Gian Luca Nani ha commentato la stagione appena conclusa e l’ultima gara di campionato contro la Fiorentina. Si sono toccati diversi temi, dai risultati al mercato, passando per l’allenatore, gli episodi arbitrali e la società.
Nani inizia facendo una panoramica sull’intera annata: “Se dobbiamo fare un bilancio di tutta la stagione non può essere che positivo. Le ultime partite ci hanno lasciato l’amaro in bocca, ma se torniamo all’inizio noi avevamo tre obiettivi: salvarsi – possibilmente prima della scorsa stagione – e lo abbiamo fatto con 12 giornate di anticipo, giocare un calcio propositivo e lo abbiamo fatto, giocando con personalità a Napoli, Bergamo, Milano e sviluppando un gioco avvincente e tecnico, lanciare dei giovani e lo abbiamo fatto, con l’affermazione di giocatori come Bijol, Lucca, Solet, Atta e Bravo, poi contro la Fiorentina ha pure esordito Palma che è un 2008. Credo che l’Udinese abbia raggiunto tutti gli obiettivi e mantenuto il trend – anche migliorando rispetto agli ultimi anni – di quello che è il miracolo della famiglia Pozzo. Ricordiamo che l’Udinese è una delle squadre che è da più tempo in Serie A e le altre quattro sono top team con grandi piazze alle spalle e giocatori importanti. Credo sia stato un anno positivo, poi quando fai così bene fino a 10 giornate dalla fine ti aspetti qualcosa in più e lì non abbiamo mantenuto le attese di quanto fatto nella prima parte di stagione, ma il bilancio dell’intera stagione non può che essere positivo”.
Gianpaolo Pozzo, nel corso della stagione, aveva fatto riferimento alla volontà di tornare in Europa: “Ha ragione, ognuno di noi deve poter sognare in grande. Sono d’accordo con lui, vorrei sempre alzare l’asticella, fermo restando che per prima cosa l’Udinese deve sempre garantirsi la partecipazione alla massima serie. Noi ci siamo abituati ai buoni risultati, ma sono risultati frutto di un lavoro, di un’organizzazione, che non è figlia solo di quest’anno, ma di quarant’anno di storia. Sono la certificazione, ogni anno, del buon lavoro della proprietà. Domenica era il compleanno del Paron e volevamo fare un regalo a lui e ai nostri tifosi – per ringraziarli del loro costante supporto – con una buona prestazione e con i tre punti, ci tenevamo molto. Ci è dispiaciuto uscire con una sconfitta, però abbiamo lottato. Non dobbiamo dimenticare che siamo espressione di una città di 100.000 abitanti, che si trova a giocare contro squadre che rappresentano città con milioni di abitanti e hanno budget differenti; poi pure quelle magari non arrivano in Europa – come Lazio e Milan – o si trovano in zona retrocessione, come la Roma a inizio anno. Dobbiamo essere orgogliosi ma, seguendo le parole del presidente, alzare sempre l’asticella, ricordandoci chi siamo. Questa dev’essere una base chiara e da lì dobbiamo ambire a fare sempre di più. Tutti vogliamo andare in Europa, è il nostro sogno, ma dobbiamo fare le cose con coscienza, seguendo i nostri parametri e il nostro modo di lavorare”.
Il Direttore passa poi alla più stretta attualità, commentando l’episodio dell’espulsione di Bijol nell’ultima gara di campionato: “Da quando c’è il VAR siamo i primi per rigori a favore non concessi e primi per rigori a sfavore concessi, qualche domanda me la faccio. Io non faccio dietrologia, però ho la sensazione che quando si sbaglia contro l’Udinese ‘chi se ne frega’, gli arbitri sono più preoccupati di sbagliare contro le grandi squadre. Non dico che ci sia la volontà di fare un danno, ma parlo di fatti. Domenica su Bijol già il primo cartellino mi sembrava abbastanza generoso, ma il secondo è un’invenzione: arriva in anticipo e prende la palla. L’arbitro è stato un 'fenomeno', con il VAR è difficile sbagliare e il doppio giallo è praticamente l’unica situazione in cui non può intervenire. Non era nemmeno fallo, il guardalinee e il quarto uomo erano lì davanti, cosa stavano facendo? Poi ci si chiede se effettivamente la classe arbitrale italiana è la migliore. Siccome noi non abbiamo la cassa di risonanza che hanno le altre squadre, io vado in sala stampa a parlare. Domenica non l’ho fatto perché ci stessimo giocando qualcosa, ma per dare un riconoscimento ai tifosi, ai giocatori e alla società. Mi è dispiaciuto, perché la partita era iniziata bene, stavamo facendo meglio noi, e poi è stata rovinata con una decisione inspiegabile. Mi ha dato ancora più fastidio la mancata ammonizione a Beltran, si è aggrappato alla maglia e lo ha tirato giù sotto il naso dell’arbitro, se non lo butti fuori penso che tu non sia abbastanza bravo per la Serie A. Io dico sempre alla squadra che dobbiamo essere più forti di ogni cosa, non sopporto chi cerca alibi. Io non mi lamento, racconto dei fatti, bisogna farsi sentire e non lasciar passare queste situazioni. Ci sono stati anche alcuni errori a nostro favore in questa stagione, ma di sicuro gli episodi non si sono pareggiati come si dice di solito. Dobbiamo essere più forti dell’arbitro a prescindere da cosa succede, domenica con l’atteggiamento lo siamo stati, abbiamo avuto un approccio propositivo, vincente, abbiamo giocato in avanti anche in dieci uomini. Poi la Fiorentina è una grande squadra e ha trovato la vittoria”.
Nel corso dell’intervista arriva un’ulteriore conferma su mister Kosta Runjaic: “Non è mai stato in dubbio, nemmeno nei momenti negativi. Non abbiamo finito bene la stagione e questo ci dispiace, ma la colpa è nostra. Dobbiamo guardare a quello che noi possiamo fare, non guardare a quello che gli altri possono fare. Sono convinto che Runjaic possa farci alzare l’asticella, sennò non lo avremmo preso. Ha fatto un buon lavoro quest’anno, tutti fanno errori. Poi devi fare un bilancio generale e venendo da un altro campionato ha raggiunto tutti gli obiettivi anche con anticipo, siamo contenti”. Nani si sofferma anche sul rapporto tra il tecnico e Alexis Sanchez: “L’allenatore deve avere la facoltà di decidere il suo undici titolare e le sostituzioni, e il suo lavoro viene giudicato su questo. Il giudizio è positivo, ovviamente si può ancora migliorare e lui lo sa. Sanchez è un giocatore importantissimo, è la storia dell’Udinese ed è uno dei più acclamati. Merita il giusto rispetto, come ogni giocatore, ma il rispetto non si misura dal fatto che giochi titolare o meno. Sono scelte tecniche e il mister deve avere la libertà di farle”.
Da parte del group technical director anche una risposta alle voci che circondano la società in questo momento: “Prima della partita contro la Fiorentina ho parlato per due ore con Gino Pozzo. Per un’ora e 59 abbiamo discusso della squadra del prossimo anno e nel minuto restante abbiamo commentato questa situazione. Lui mi ha detto: ‘Le mie foto sono ancora sulla scrivania, le coppe sono ancora al loro posto, non mi pare di star traslocando’. A me tutti chiedono i nostri giocatori e lo considero un motivo di orgoglio, allo stesso modo se un imprenditore considera l’Udinese appetibile e può essere interessato ad un’acquisizione o a una partecipazione la vedo come una nota di merito. Se c’è qualcosa di concreto verrà comunicato. Nel corso degli anni ci sono stati tanti approcci, ma la famiglia Pozzo è rimasta sempre al comando con dignità e dedizione. Mi concentrerei piuttosto sulla realtà: è finito il campionato e ora prepariamo il prossimo anno, il mercato procede regolarmente. Oggi è così, poi se le cose dovessero cambiare affronteremo la realtà. Parliamo di cose concrete come il mercato, se lo scenario dovesse modificarsi saremo informati”.
Si passa quindi a parlare di mercato, partendo da Jaka Bijol: “Ho parlato con lui e gli ho raccomandato di fare le vacanze tranquillo. Il suo lavoro è giocare a calcio, il nostro fare mercato. È un vero capitano, fa benissimo il suo lavoro, ho visto come si è preparato per la gara contro la Fiorentina e per lui era la finale di Coppa del Mondo. Deve continuare su questa linea, poi al resto ci pensiamo noi”. Nani risponde anche su Lorenzo Lucca: “È uno di quei giocatori da cui ci arrivano richieste praticamente da ogni squadra. È un giocatore forte, è normale arrivino tante proposte. Noi cerchiamo di tenere qui i nostri calciatori, poi l’esperienza ci insegna che è difficile trattenere giocatori che hanno grandi squadre che li seguono. Non vuol dire però che il primo che passa se lo prende. Se Lucca restasse noi saremmo molto contenti, poi se arriverà una squadra importante, che sarebbe un upgrade per il ragazzo e ci darebbe delle risorse da reinvestire per cercare altri talenti, potremmo cederlo. Per fare un’operazione c’è però bisogno di tre parti e devono essere d’accordo tutte e tre”. Su Oumar Solet, invece, afferma: “Come Lucca e Bijol ha molte richieste, ma noi non svendiamo i nostri giocatori, non è nel nostro DNA. Noi diamo il valore giusto ai giocatori, non li ‘imprigioniamo’, ma devono essere apprezzati. Se arriverà un’offerta adeguata la valuteremo”. Sul mercato in uscita, a prescindere dal giocatore, Nani è chiaro: “Tutti i nostri giocatori hanno richieste, non ce n’è uno che non ne abbia, ma non vuol dire che venderemo tutti. Noi non vogliamo vendere i nostri giocatori, ma ci sono delle circostanze per cui una cessione può essere la soluzione migliore per tutti. Diventa difficile trattenere un ragazzo quando gli offrono sei o dieci volte lo stipendio che prende qui e la possibilità di giocare la Champions. Diverso è quando il giocatore mette pressione sulla società per andare in un club che non soddisfa le nostre richieste. In quel caso decidiamo noi”.
C’è, ovviamente, anche il mercato in entrata: “Su alcuni ruoli lavoreremo per migliorarli, per alzare l’asticella. In altri dovremo sostituire giocatori che magari hanno tante richieste. Noi però non abbiamo necessità di vendere. Abbiamo la volontà di migliorare alcune posizioni, in altri ruoli dovremo seguire le opportunità migliori per il giocatore e per il club, perché anche cedere per poi reinvestire nei ruoli da rinforzare fa parte della gestione di un club”. Il group technical director però non si sbilancia: “A volte rendere noti troppi dettagli complica le trattative e il mio obiettivo è portare in porto il lavoro per il club. Ci sono alcuni ruoli su cui dovremo lavorare, posso pensare che qualche difensore andrà via perché è in scadenza o perché andrà in prestito e lì dovremo intervenire. Se andrà via Lucca dovrà essere sostituito, poi ci sarà da fare anche in altre posizioni. Quando finisce il mercato noi iniziamo a programmare già quello dell’anno dopo e iniziamo a seguire le possibili alternative, quindi noi siamo già pronti. Si tratta di riunirsi con il mister, capire come vogliamo giocare e poi vedremo le opportunità che ci offre il mercato”.
Uno dei difensori di cui dovrà essere deciso il percorso è Matteo Palma, che ha esordito in Serie A contro la Fiorentina: “Palma è un giocatore straordinario, ne sentirete parlare. Contro la Fiorentina è entrato in campo in un momento difficile con personalità, presenza, velocità, letture; se dovesse mantenere questo livello potrebbe fare cose molto importanti. Vedremo quale sarà il suo percorso, a volte è meglio giocare con continuità, altre è meglio crescere accanto a giocatori più esperti giocando meno. La cosa certa è che è un giocatore importante”.
Infine, la partita di questo 2024/25 che Gian Luca Nani vorrebbe rigiocare: “Quella contro la Roma di settembre. Eravamo ancora all’inizio, ma arrivavamo da primi in classifica, eravamo in fiducia, magari rigiocandola ora la affronteremmo diversamente. Io però vorrei rigiocare tutte le partite che abbiamo perso, dopo le sconfitte provo rabbia e fastidio, anche se di meno quando diamo tutto. La vera sconfitta non è essere battuti ma sapere di aver potuto fare di più. Domenica da questo punto di vista abbiamo fatto quello che dovevamo fare. Poi puoi fare sempre meglio, devi pretendere sempre di più se vuoi arrivare a livelli importanti, ma senza dimenticare chi sei. È stata una stagione positiva ma voglio sempre ambire a qualcosa in più. Sulla squadra devo essere obiettivo e dico così, ma nei miei confronti sono sempre critico. Preferisco guardare non le cose positive ma quelle che avrei potuto fare meglio, e ce ne sono. Da questo punto di vista non sono soddisfatto”.