07 ottobre 2025
07 ottobre 2025

Padelli: "La crescita non è una linea retta. Contro il Cagliari creato tanto"

Il portiere a Udinese Tonight

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Ospite di Udinese Tonight dopo il pareggio con il Cagliari è Daniele Padelli. Con lui si è parlato della partita di domenica, del momento della squadra e dei suoi compagni di squadra, dagli altri portieri, a un pilastro dello spogliatoio come Christian Kabasele, fino ai giovani talenti come Lennon Miller.

“Come va?” è la prima domanda che viene rivolta al portiere bianconero: “Potrebbe andare meglio. Nel finale di partita ho avuto la sensazione di essere tornati a due anni fa ma, volendo guardare alle cose positive, due anni fa questa partita l’avremmo persa. Invece abbiamo mosso la classifica e sollevato un po’ il morale con questo punto, adesso abbiamo la sosta per riprenderci”.

Padelli non è però critico sul momento della squadra: “Siamo ancora a inizio campionato, abbiamo cambiato tanto, è un momento di ripartenza. È già un segnale di continuità aver mantenuto lo staff tecnico, ma questa continuità va tradotta sul campo e ci vuole tempo. La partenza forte è sintomo di un buon lavoro svolto durante il ritiro, ma la crescita non è una linea retta, è fatta a onde. Queste onde devono comunque tendere verso l’alto, con tutte le loro oscillazioni”.

Contro il Cagliari è arrivato un pareggio, ma per Daniele Padelli non era una partita facile: “Abbiamo iniziato contro il Verona non bene, abbiamo fatto quell’exploit e poi sono arrivate due battute d’arresto, soprattutto quella contro il Sassuolo per come è arrivata. Devi considerare questo e pensare che ci siamo trovati in casa contro una squadra chiusa, è complicato per tutti giocare contro squadre così, anche l’Inter fa fatica, e non è possibile fare un bel gioco in queste situazioni. Il loro mister ha detto che l’Udinese avrebbe meritato qualcosa in più, quindi vuol dire che meritavamo tanto di più. A fine partita non facevamo i salti di gioia, certo, ma bisogna capire cosa si pretende da questa squadra. Il calcio non è schematico: non è che se giochi meglio e sei più forte il risultato arriva automaticamente. Ora dobbiamo prenderci le cose positive da questa gara e sfruttarle: abbiamo preso un gol fortunoso e abbiamo subito reagito, poi abbiamo continuato a provarci. I commenti sulla partita sono negativi per il risultato, ma non credo si sia interrotto un percorso. Se fra dieci giornate saremo qua a parlare delle stesse cose ci si potrà pensare, ma ora mi pare prematuro”. Dopo il gol del Cagliari la squadra ha vissuto un momento di sbandamento, ma per Padelli non c’è da preoccuparsi: “C’è stato un piccolo calo, anche mentale, ma è normale quando vieni da risultati non positivi e ti trovi sotto in una partita in cui ti senti meglio e stai giocando bene. Se fossimo venuti da tre vittorie consecutive avremmo potuto giocare più serenamente, per noi era una partita importante, che dovevamo vincere, come lo saranno le prossime due. Nervosismo in campo? Sarebbe stato strano non ci fosse stato e, anzi, sarebbe stata vista come una cosa negativa. Venivamo da un momento particolare, stavamo facendo la nostra partita mostrando voglia di andare a prenderci la vittoria e siamo andati sotto: è normale e giusto che ci sia nervosismo”. 

L’Udinese ha avuto tante occasioni da gol e questo Padelli ci tiene a sottolinearlo: “Bisogna dare a Cesare quel che è di Cesare: abbiamo creato tanto e li abbiamo indotti noi all’errore. Se non sei lì, le occasioni non nascono da sole”. A fermare i bianconeri è spesso stato il portiere avversario: “Le parate di Caprile sono state molto belle, soprattutto quella su Atta e quella su Davis. È bravo, sta facendo bene, sta crescendo. Già la scelta di andare via da Napoli per andare a Cagliari dice tanto su di lui: sa cosa vuole e se lo sta prendendo”.

Dopo la partita di domenica è stata sottolineata anche l’imprecisione sottoporta della squadra. Padelli però difende i suoi compagni: “Ora si punta il dito su chi ha commesso gli errori, ma io questi ragazzi li vedo tutti lavorare tantissimo. C’è spirito di squadra e voglia di lavorare, lo vedete agli allenamenti a porte aperte quanto lavoriamo”.

Un gol è arrivato, e lo ha firmato Christian Kabasele, scoppiato poi in lacrime nel dedicare la rete alla nonna da poco scomparsa: “Stava vivendo già un momento particolare come giocatore e ne avevamo parlato spesso. Dopo la partita sono andato da lui senza sapere del lutto e gli ho detto: “Peccato solo non aver vinto, te lo sei meritato questo momento”. Con il senno di poi se l’è meritato ancora di più, con quello che gli è successo”. Per lui il portiere bianconero ha solo belle parole: “Kabasele è fondamentale in spogliatoio, è un vero professionista, inappuntabile. È un ragazzo d’oro, ha due figli educatissimi, una bellissima famiglia. È sempre il primo ad arrivare in spogliatoio e l’ultimo a uscire dalla palestra, quando viene chiamato in causa fa sempre bene, ci serve come il pane uno come lui”. Un profilo simile proprio a quello di Daniele Padelli, viene fatto notare: “È un onore essere accostato a Kabasele. Io provo a dare l’esempio, a parlare con i ragazzi e anche a sgridarli qualche volta. Questo è il mio ruolo e un po’ anche il suo, solo che poi lui va in campo e fa pure gol (ride, ndr)”.

Di parole, Padelli ne ha avute anche per Razvan Sava al termine della partita: “Quando serve gli do pareri o consigli, ma in generale su aspetti in cui può crescere più che sulla partita in sé. Lo aiuto a diventare quello che secondo me può diventare”. Sava sta attraversando un momento con qualche difficoltà in più, ma il suo compagno di reparto crede molto in lui: “È un ragazzo molto inquadrato, pacato, non è sicuramente l’ansia il problema. Ultimamente però non sta dando le risposte che aveva dato lo scorso anno. Non è facile trovare un perché, altrimenti il problema sarebbe già stato risolto, è una serie di circostanze: magari fai qualche errore, perdi delle certezze… Ma è normale, è giovane, viene da un campionato diverso, quanti portieri della sua età giocano in Serie A? Anche per i giocatori il miglioramento è un’onda, sta a lui trovare la spinta per salire verso l’alto. Poi non sta facendo errori così clamorosi, semplicemente non sta dando la sicurezza che dava lo scorso anno. Sa cosa deve fare per arrivare in alto, non deve buttarsi giù”.

Dalla prossima partita tornerà a disposizione anche Maduka Okoye, che Padelli vede pronto: “Si sta allenando bene, come se dovesse giocare ogni settimana, forse si allena anche più di prima. È stata un’occasione per migliorare alcune piccole lacune. Si è preparato bene in questi mesi, ora la “pausa” è finita e sta al mister decidere chi far giocare. L’unica certezza è che finisco ancora più indietro nelle gerarchie (ride, ndr). Maduka ha una personalità forte, non si fa coinvolgere dalle aspettative. Anche lui ha avuto alti e bassi, è normale, ma è cresciuto tanto ed è un portiere importante. Due anni fa con tutto il peso del mondo sulle spalle ha fatto tre parate super nella partita decisiva. Nella seconda parte della scorsa stagione magari ha influito anche su di lui la squadra che non girava bene, ma non ricordo particolari problemi”.

Un giudizio arriva anche sul terzo compagno di reparto, Alessandro Nunziante: “È un ottimo prospetto, ma non avevo dubbi: l’Udinese ci vede sempre bene sui portieri. È giovane, ma ha un futuro importante davanti a sé se continua a lavorare nella maniera giusta. Lo vedo molto inquadrato”.

Infine, qualche parola da chi li vede allenarsi ogni giorno su altri tre talenti bianconeri. Padelli si esprime su Arthur Atta: “Noi già sapevamo fosse forte quando lo scorso anno non giocava tanto, lo vedevamo in allenamento e lo dicevamo. Ha tanti margini di miglioramento, ma se continua a lavorare così può diventare un grande giocatore”, su Lennon Miller: “È forte, su di lui mi sembra di ridire le stesse cose che dicevo di Atta lo scorso anno. Ha visione di gioco, personalità, può diventare un giocatore importante. Nel nostro sistema di gioco è una mezzala, con un’impostazione diversa potrebbe anche fare il play” e su Oumar Solet: “Solet è Solet (ride, ndr). A volte è troppo lezioso, ma poi contro il Venezia te ne dribbla quattro, fa fare un gol, e diventa un fenomeno. Ha dei pro e dei contro, in certe zone del campo sarebbe meglio essere più pragmatici, ma ha uno strapotere fisico e mentale pazzesco. Se limita quelle sbavature diventa fortissimo”.