27 marzo 2019
27 marzo 2019

Testa al Genoa - gli avversari

Si torna a giocare in casa

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C'è un girone di mezzo ma per Udinese e Genoa è cambiato tutto.
 Per entrambe le squadre i cambiamenti sono stati tantissimi tra campo e panchina.
 A Marassi, all'andata, il Grifone vedeva alla seconda gara sulla sua panchina Ivan Juric, reduce dell'ottimo esordio con il pari strappato alla Juventus.
 La terza esperienza in rossoblù del tecnico croato, però, naufragò aprendo le porte all'era Prandelli: adesso, ironia della sorte, la bandiera croata sventola sulla panchina bianconera.
 Con l'ex ct azzurro il Genoa ha ritrovato serenità e mutato anche pelle, sia tatticamente che da un punto di vista degli uomini a disposizione dopo la rivoluzione sul mercato di gennaio.
 Dal suo insediamento Prandelli ha, infatti, archiviato la difesa a 3 che, sin dall'era del primo Gasperini, era stato il marchio di fabbrica del Grifone.
 La squadra, adesso, si dispone con un 4-3-3 che in fase difensiva diventa 4-5-1, con l'allargamento sull'esterno di Kouamè , precedentemente utilizzato da seconda punta ma , comunque, ancora adesso, libero di variare su tutto il fronte d'attacco.
 Quattro i gol sin qui per questo promettente attaccante ex Cittadella.
 A far coppia con lui in attacco, chiamato a raccogliere la pesantissima eredità del pistolero Piatek, Toni Sanabria. Il paraguaiano aveva impattato benissimo al suo ritorno in Italia, trovando la via della rete per due volte nelle prime due gare giocate, contro Empoli e Sassuolo, ripetendosi poi contro la Lazio il 17 febbraio. Da quel momento in poi, però, si è fermato.
 Una valida alternativa è rappresentata dal sempreverde Pandev, capace di andare a segno 3 volte, non ultima contro la Juventus nell'impresa firmata dai rossoblù prima della sosta per le nazionali.
 In porta si è preso il posto, oramai da mesi, Radu, estremo difensore rumeno scuola Inter, protagonista di una stagione interessante, a destra inamovibile Biraschi, mentre la coppia centrale più utilizzata da Prandelli è stata quella composta da Romero, 21enne argentino già opzionato dalla Juve e a segno all'andata, e Zukanovic. A sinistra il capitano Criscito, autentica bandiera rossoblù.
 Anche la mediana è stata interessata dal restyling di gennaio, sul centrodestra agisce, infatti, il danese Lerager, compagno di nazionale di Stryger e sempre temibile negli inserimenti, il volante del centrocampo è invece affidato all'esperto Radovanovic, affiancato dall'argentino Rolon, ripescato da Prandelli dopo lo scarso utilizzo della prima parte di stagione complice la presenza dell'attuale bianconero Sandro.
Occhio, però, alle quotazioni in decisa ascesa di Sturaro, pienamente recuperato dopo i guai fisici e galvanizzato dal gol dell'ex rifilato alla Juventus.
Anche il Genoa proprio come l'Udinese ha fornito ben 9 nazionali alle rispettive selezioni, molti dei quali soltanto da mercoledì si sono rimessi a disposizione di Prandelli. Comunque un handicap, seppur meno accentuato rispetto a quello di casa bianconera visto il cambio in panchina.
Attenzione, però, al fattore trasferta: lontano da Marassi, infatti, il Genoa ha vinto solo due volte, il 30 settembre a Frosinone con ancora Ballardini in panchina, e il 28 gennaio ad Empoli imponendosi per 3-1. Nelle ultime due gare lontane da casa, poi la squadra di Prandelli non ha mai trovato la via della rete, restando a secco contro Parma e Chievo, e, in generale in 3 delle ultime 4 gare giocate non è riuscita ad andare a segno. Si affrontano, dunque, due squadre decisamente “casalinghe”.
D'altra parte, però, la difesa ha trovato una solidità importante avendo incassato un solo gol, a Parma da Kucka, negli ultimi 360 minuti.
Quella contro i liguri, infine, sarà una sfida dai tanti intrecci: sono diversi, infatti, i giocatori accomunati da un passato con entrambe le maglie.
Quelli più freschi sono Pezzella e Sandro, fino a gennaio a casacche invertite, ma in casa Udinese ci sono De Maio, 3 stagioni a Genova tra il 2013 e il 2016, Behrami che al Genoa, nel 2003, intraprese la sua lunga avventura italiana e, su tutti, Rolando Mandragora, prodotto del vivaio rossoblù con cui si è imposto ancora 17enne sulla ribalta nazionale esordendo in A da titolare contro la Juventus nella partita vinta 1-0 dal Genoa.


Jacopo Romeo