26 giugno 2020
26 giugno 2020

Łukasz Teodorczyk al Gazzettino

Le parole dell'attaccante bianconero al quotidiano Il Gazzettino

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L’Udinese ha bisogno di gol e deve cercare di attingerli dai suoi attaccanti. Ci proverà anche Lukasz Teodorczyk, il polacco di Zuromin, che è in credito evidente con la sfortuna e cerca di regalare ai bianconeri quei gol che sente nelle gambe, dopo il duro periodo del lockdown. «Come per tutti è stata dura - dice -. Ma noi calciatori siamo dei professionisti e abbiamo curato il nostro corpo, aspettando che tutto finisse».

In Polonia com’è andata?
«All’inizio la situazione non era così grave come in Italia, ma dopo due settimane i numeri hanno cominciato a crescere. Hanno riaperto tutto quasi subito, e ora la situazione sta peggiorando, con quasi 500 contagi al giorno, mentre prima i numeri erano più contenuti».

Che sensazione è stata tornare ad allenarsi?

«Bellissima. Non riesco a dire quanto mi era mancato correre, toccare il pallone, incontrare i compagni».

Il campionato è ricominciato. Quanto è diverso dal normale?
«Tanto, prima di tutto per la mancanza dei tifosi. E poi non è mai facile riprendere dopo un così lungo periodo d’inattività. Tenersi in movimento è un conto, “sentire” il campo, il pallone e l’erba è tutto un altro. A Torino ho notato la differenza. Però penso che noi siamo meglio del Torino, e si è visto: loro ci hanno aspettato tutta la partita per poi giocare in contropiede. Abbiamo avuto tantissime occasioni ma siamo stati sfortunati, spero che questa sfortuna ci abbandoni presto».

L’Udinese gioca bene ma non segna: perché?
«Ci sono tanti fattori. Personalmente aspetto la mia grande occasione per risolvere questo problema. Lavoro e aspetto: finalmente mi sento bene, dopo tanti problemi fisici, e sono pronto. Spero di convincere presto mister Gotti a puntare su di me».

Cosa vuol dire a Mandragora?
«Lo capisco, so cosa significa avere problemi fisici e subire interventi chirurgici. La lesione del crociato è sempre bruttissima, ma lui è giovane e forte, anche mentalmente. È un bravissimo ragazzo, gli auguro il meglio e sono sicuro che tornerà da questo infortunio più forte di prima».

È stato ancora più brutto sentire le sue urla nel silenzio dello stadio?
«Sì, dalla panchina abbiamo capito subito che era qualcosa di grave. Tutti speravamo di no, ma la sensazione era la peggiore, ed è poi stata confermata».

Come mai su Instagram lo ha chiamato “Cygano”?

«È un gioco tra di noi - ride -, in amicizia. Abbiamo un gran bel rapporto, e lo chiamo così affettuosamente perché sembra un gitano, che in polacco si dice appunto cygan».

Ha segnato in amichevole contro il Brescia, ora c’è da fare il bis in campionato?
«Non vedo l’ora ma ho avuto tanti problemi, che mi hanno tenuto fermo per lunghi tratti della stagione. È sempre stato difficile rimettermi in forma, per fortuna ora ci sono riuscito: penso di poter dare all’Udinese gol importanti».

L’esperienza che ricorda con maggiore felicità?
«Senza dubbio ilMondiale in Russia, ma anche la Champions e l’Europa League. Poi ho avuto l’onore e la bravura di vincere il titolo di capocannoniere in Belgio, un obiettivo mai semplice».

Lei ha vinto 4 campionati, è difficile ora lottare per la salvezza?
«No, è semplicemente una situazione diversa. Alla fine conta sempre dare il massimo e vincere. E il giorno in cui il mister mi dirà “Teo, giochi tu”, io sarò pronto a dare tutto in campo per trascinare l’Udinese».

L’Atalanta al momento è forse il peggior avversario possibile?
«Giocano benissimo, segnano tanto e senza pubblico sarà ancora più difficile. Abbiamo visto come hanno rimontato la Lazio dallo 0-2, dovremo staremolto attenti».

Le piace Udine?
«Sì, ho girato molte città, ma devo dire chemi piace molto».

Che fa nel tempo libero?
«Mi riposo, principalmente: Udine ti dà la grande possibilità di poter andare quando vuoi sia in montagna che al mare, senza doversi spostare troppo».

Con quali compagni si vede di più fuori dal campo?
«Principalmente sto con la mia fidanzata. Capita spesso però che andiamo a cena o a prenderci un caffè con i compagni,mi trovo bene con tutti».

Cosa prova indossando la maglia della Polonia?
«È un onore, la cosa migliore che puoi fare come atleta. Far parte della Nazionale è il sogno di quando ero bambino».

Che significa giocare con Lewandowski, uno dei migliori nella storia del calcio polacco?
«Per me è uno degli attaccanti più forti del mondo, ha una capacità realizzativa incredibile ed è continuo. Resta un piacere giocare insieme a lui, anche se in campo non è frequente trovarci in tandem».

Il prossimo obiettivo con la Nazionale: essere all’Europeo 2021?
«Sì, ma prima di tutto giocare. Devo fare più minuti e mostrare ciò che realmente valgo. Il pensiero principale è segnare gol per l’Udinese».

Quanti, da qui alla fine?
«Non saprei. Innanzitutto lavoro, poi vedremo».

Stefano Giovampietro