Stefano Campoccia nuovo Consigliere Federale
Il vicepresidente bianconero eletto in quota Lega Serie A

 
Stefano Campoccia, vicepresidente dell’Udinese Calcio e figura di spicco nel panorama calcistico italiano, è stato recentemente nominato nuovo consigliere federale della FIGC. Un incarico prestigioso che riconosce non solo le sue competenze giuridiche e gestionali, ma anche il modello virtuoso rappresentato dall’Udinese Calcio, da anni simbolo di stabilità e innovazione nella Serie A. In questa intervista esclusiva, l’Avvocato Campoccia ci racconta cosa significa per lui e per il club questa importante nomina, affrontando temi cruciali per il futuro del calcio italiano: dall’importanza delle infrastrutture moderne, come il Bluenergy Stadium, all’attrattività del campionato all’estero, fino alle prospettive di riforma del sistema calcistico nazionale. Uno sguardo approfondito su un calcio che cambia, tra sfide, opportunità e la volontà di portare l’intero movimento verso un futuro più sostenibile e competitivo.
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Avvocato Campoccia, cosa significa questa sua nomina a consigliere federale per Lei e per il club?

“A livello personale sono chiaramente molto orgoglioso. Ritengo in ogni caso che la mia nomina sia un prestigioso riconoscimento al Club Bianconero e alla serietà gestionale e professionale che l’intero sistema accorda da molto tempo.
Udinese è tra i club medio piccoli della Serie A, il club più stabile che da 30 anni ininterrotti milita in Serie A. Il suo rigore gestionale, l’indiscussa e ammirata capacità di scoprire continuamente giovani talenti (italiani e internazionali) e la forte propensione agli investimenti sono virtù riconosciute a livello Federale e UEFA. Udinese è l’unico club tra quelli non partecipanti stabilmente alle competizioni europee (e quindi con ricavi non abbondanti come per i club partecipanti) che ha saputo finanziare e costruire uno stadio di proprietà moderno (tanto da essere scelto anche per ospitare la Supercoppa Europea), polifunzionale ed attivo 365 giorni l’anno con attività che vanno oltre il calcio.  Va Ricordato che Udinese è un club di espressione di un piccolo bacino, eppure con la forza delle idee, la grande dedizione e competenza ed il suo know how abbiamo una riconoscibilità e prestigio anche a livello istituzionale: questo traguardo gratifica tutto un lavoro non solo svolto a titolo personale. Non nascondo poi che personalmente mi venga riconosciuta una competenza e conoscenza della complessa macchina normativa e regolamentare del calcio professionistico che credo abbia contribuito alla nomina nella più alta carica dell’organo di gestione del Calcio Italiano per un amministratore di club professionistico”.
 
L’Udinese è una delle pochissime società in Italia ad avere uno stadio all’avanguardia…

“Come dicevo, il Bluenergy Stadium è un punto di riferimento per il mondo imprenditoriale non solo per il calcio. Possiamo dire che Udinese Calcio, con investimenti privati di una famiglia lungimirante ha consegnato alla città ed all’intera Regione un esempio virtuoso di ottimizzazione del Territorio ponendo le basi per un progetto che sarà di vera rigenerazione urbana e che è già ora ma sarà ancor più in futuro tra i migliori esempi in Italia. Con la recente autorizzazione delle competenti Autorità (dopo anni di incredibili ostacoli burocratici!) Udinese Calcio e la Famiglia Pozzo, potranno concorrere a donare alla Città ed a tutti i friulani un nuovo cuore pulsante della città, con attività capaci di generare occupazione, nuovi servizi alla collettività e grandi opportunità economiche per tutti.
Nei suoi primi anni di vita il Bluenergy Stadium ha saputo evolversi da stadio destinato al solo “match day” ad un vero e proprio business center, dando opportunità alle imprese del territorio e nazionali con l’organizzazione di eventi con i nostri partner ed aziende del territorio con ricadute positive importanti. Udinese Calcio ospita ormai 150 eventi l’anno: questo rende l’idea del lavoro che una squadra di infaticabili collaboratori con una regia illuminata sa esprimere a Udine (che non è una metropoli!). Un lavoro ed un successo fantastico!
Non dimentichiamo anche che il nostro stadio è un riferimento mondiale in termini di sostenibilità e, a breve, inaugurerà il primo parco solare mai realizzato in un impianto italiano grazie a Bluenergy e alla lungimiranza della società e della famiglia Pozzo che credono fortemente ai valori della sostenibilità e dell’esempio che anche i club possono dare alla collettività per un futuro migliore”.
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Una bella cornice, uno stadio moderno ed architettonicamente ammirato può aiutare anche ad esportare il “prodotto Serie A” migliorando la qualità dell’infrastruttura sportiva e la qualità del prodotto audiovisivo nel mondo e su nuovi mercati dei broadcasters. Quali saranno i prossimi passi per rafforzare la presenza del nostro campionato all’estero e cosa può lei portare con sé in FIGC di quanto fatto con l’Udinese per raggiungere questo risultato?
 
“Sappiamo che il tema della riqualificazione degli stadi è centrale per incrementare l’appeal del nostro calcio globalmente ma anche per generare nuove fonti di ricavi per i club stessi. Il calcio è la seconda industria in Italia e va approcciato con mentalità imprenditoriale, un concetto caro al Paron Pozzo sin da quando ha rilevato l’Udinese. In tal senso credo che Udinese abbia nel tempo saputo dare un grande esempio al sistema essendo stato precursore per l’ammodernamento dello stadio (come un asset societario ma anche sociale). Ma non solo. Basti pensare alle prime sperimentazioni mondiali per la cosiddetta “Goal Line Tecnology” e per il Var; oppure alla prima sperimentazione del sistema di riconoscimento facciale che oggi il Ministero degli Interni ha condiviso e sta applicando (e tra non molto diverrà per tutti gli stati di serie A uno standard obbligatorio); oppure ancora si pensi ai progetti di sostenibilità che Udinese ha per prima tra tutti i club italiani assunto come priorità strategica: Udinese Calcio è orientata a perseguire con il parco solare che a breve sarà completato l’obiettivo della carbon neutrality. Concetti modernissimi in cui il nostro Club Bianconero ancora una volta è in primissima fila!  Tanti aspetti quindi in cui le nostre best practices nascono da sperimentazioni fortemente volute dalla proprietà che poi sono offerte al servizio del calcio italiano diventando best practices e obiettivi generali per il futuro di un calcio migliore. Si deve essere orgogliosi del lavoro e dei risultati conseguiti! 
Indubbiamente investire sulle infrastrutture è una priorità capace di aumentare l’attrattività del pubblico. La qualità di ospitalità da un lato e la qualità del prodotto televisivo interagiscono per garantire presenze maggiori allo stadio e qualità dello spettacolo televisivo agevolando la vendita dei diritti del nostro calcio all’estero. Tutti i club dovrebbero perseguire questi obiettivi perché solo se l’intero sistema si impegna a questa riqualificazione si potranno godere collettivamente dei benefici anche economici dell’apprezzamento del calcio italiano nel mondo! Un lavoro che tutti insieme, FIGC, Governo ed amministrazioni pubbliche, dobbiamo perseguire organicamente semplificando iter, facilitando l’accesso alle fonti finanziarie e favorendo investimenti privati per la riqualificazione dell’infrastruttura sportiva. Un impegno che personalmente farò mio nel nuovo incarico per sospingere il sistema normativo, regolamentare e finanziario a perseguire in tempi brevi.
 
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Una delle chiavi per aumentare lo spettacolo e la competitività del campionato può essere la riduzione delle partecipanti o si lavorerà per mantenere il numero attuale di squadre?
 
“Credo che non bisogni cadere nel tranello che meno squadre voglia dire più equilibrio e tasso tecnico superiore. Chiaro che i club più impegnati vedano come un vantaggio giocare meno partite a livello domestico perché così possono accedere a tornei europei ed internazionali che garantiscono maggiori entrate ma la riduzione delle squadre in serie A andrebbe ad impattare su un format collaudato con il rischio di rendere il calcio elitario, totalmente legato agli interessi dei più forti e soprattutto renderebbe la Serie A più debole come prodotto audiovisivo rispetto alla nuova Champions League e agli altri tornei organizzati da UEFA e FIFA. La Serie A a 20 squadre è un modello virtuoso che permette di essere in linea con le principali leghe europee come Premier e Liga Spagnola. Una serie A a 20 consente inoltre di ambire alla partecipazione alla massima serie professionistica città importanti che ancora oggi sono escluse. Si pensi a bacini come Bari, Catania, Palermo. Il valore del calcio italiano non può prescindere dal prestigio che potrà avere nel mondo con la partecipazione di tante città che sono espressione di eccellenze italiane uniche nel mondo. Solo l’Italia può offrire un panorama di città e di Regioni così uniche. Il Calcio Italiano deve credere a questa propria unicità; oil calcio potrà essere sempre più un motore di economia del turismo per attrarre investitori, spettatori e tele utenza. La Regione Friuli-Venezia Giulia in questo è un esempio virtuoso perché ha saputo intravvedere queste potenzialità.
 
Infine, un’ultima domanda: quali sono le priorità per i club di Serie A al momento? Con quali istanze lei e gli altri consiglieri in quota Lega Serie A vi presenterete in queste prime fasi?
 
La Serie A è un asse portante del nostro calcio, credo che la priorità sia tenere un dialogo istituzionale con la federazione che permetta di proseguire nel percorso di riforme appena avviato per rendere sempre più attrattivo il nostro calcio partendo dalla sua espressione di vertice.
La riforma di criteri finanziari che sappiano educare tutti i club a comportamenti virtuosi per ridurre l’indebitamento e sappiano stimolare ad investimenti sempre più funzionali al miglioramento dello spettacolo sportivo è un obiettivo che certamente la FIGC deve porsi.   
Ma, come detto, la priorità è anche la riqualificazione degli stadi e la semplificazione di normative che permettano, in sintonia con gli organi di governo, di tenere alta la competitività della Lega Serie A sullo scenario internazionale; penso, ad esempio, alle questioni di ordine fiscale. Il Calcio Italiano è uscito da un evento pandemico come il COVID-19 che non è stato solo un dramma umano nazionale ma che ha messo in ginocchio il calcio che ha saputo, nonostante tutto, reggere senza alcun aiuto o contributo. Ora è tempo che il Governo sappia guardare il calcio della Serie A non come un conclave di imprenditori ma come un importante asset dell’economia italiana con specificità e complessità che vanno comprese e supportate. Solo la programmazione anche normativa e fiscale potrà aiutare il Calcio Italiano! Le istituzioni sportive devono saper dialogare ed esprimere una propria narrazione diversa a livello istituzionale. Il Calcio è il fenomeno sociale più importante del Paese ma è anche un incredibile generatore di ricchezza che produce ogni anno come pochi settori economici sanno produrre. Questo sinora non è stato compreso e riconosciuto a livello istituzionale. C’è molto da fare ma a Udine il lavoro e la fatica non spaventano”.