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La squadra festeggia con Massimo Giacomini
El año siguiente fue aquél del cambio, de la esperada revancha: el Udinese, finalmente, accedió en la serie B. Los blanqui-negros, fuertes también de la entrada del goleador Nerio Ulivieri, magistralmente dirigidos por Massimo Giacomini, salido desde la experiencia con el Treviso y al cual Sanson dio total confianza, dieron muestra de ser los más fuertes. Giacomini revolucionó el modo de jugar del Udinese que entonces fue típicamente holandés, con la táctica del fuera de juego que fue actuada de manera exagerada, con el pressing, con el fútbol total. El Udinese obtuvo también la Copa Italia semiprofesional ganando la final ante el Reggina.

Pero la obra maestra de Sanson, Dal Cin y Giacomini se completó en el torneo de Segunda División 1978-79, en el que el Udinese triunfó. A los blanqui-negros sólo hacía falta un substancial retoque para ser todavía más aguerridos: la entrada de Luigi Del Neri en la dirección técnica.

Esta fue la formación-tipo que suscitó nuevos entusiasmos entre el pueblo friulano: Della Corna, Bonora, Fanesi, Leonarduzzi, Fellet, Riva, De Bernandi, Del Neri, Bilardi, Vriz, Ulivieri. Entrenador: Giacomini.

El empiezo de la era Sanson y la esperada revancha del Udinese

El 8 de junio de 1975, después la enésima decepción, la "Associazione Calcio Udinese" se disolvió y fue fundada una Spa con capital formado por los accionistas y por las cuotas del ex vicepresidente Lino Midolini, por Angelo Da Dalt y por el industrial veneto Teofilo Sanson como nuevo presidente. Sanson dio la dirección técnica a Livio Fongaro, mientras Franco Dal Cin fue el nuevo Director general.

La sociedad trabajó bien en el mercado definiendo una compra importante como el delantero Claudio Pellegrini (desde el Barletta), que marcó algo como dieciocho goles. No fueron suficientes porque al final el Udinese fue segundo detrás del Cremonese.

A la tercera fecha de aquel campeonato, exactamente el 26 de septiembre 1976, en ocasión del partido ante el Seregno, ganado 1 - 0 por los blanqui-negros, fue inaugurado el Estadio "Friuli", cuya capacidad inicial fue de 20 mil asientos.

Las apuestas en el fútbol salvaron Udinese

La temporada 1979-80 no se presentó fácil para el neo-promovido equipo blanqui-negro, cuya guía fue tomada por Corrado Orrico, el cual había entrenado en C2, puesto que Giacomini se había rendido a las adulaciones del Milan. El comienzo fue digno, luego los límites de un equipo que no podía basarse solamente en la gana que tenía para quedarse en A surgieron de manera elocuente. La segunda vuelta del campeonato fue simplemente desastrosa, por lo menos la primera parte. Orrico, después la derrota de Cagliari, dio la dimisión que fue rehusada por Sanson. Pero el divorcio entre sociedad y entrenador era sólo cuestión de tiempo: Orrico, después la derrota en casa ante Avellino (1-0), se dimitió otra vez y su dimisión fue aceptada. El equipo fue entregado a D'Alessi. El Udinese concluyó el torneo al penúltimo lugar y eso significó el descenso. Pero, en la primavera de 1980, hubo el escándalo de las apuestas ilegales en el que fueron implicados jugadores y sociedades. El Milan fue el club más enredado y la Justicia Deportiva sancionó el descenso del equipo rojinegro en B, mientras se salvó el Catanzaro, llegado antepenúltimo. El Udinese partió al contraataque, presentó un recurso de apelación ante el Lazio que, según Sanson y Dal Cin, también era implicado en el escándalo. El recurso fue aceptado y el Lazio fue retrocedido, mientras el Udinese se quedó en A. 
 

La ascensión a principio de los años ochenta

El año siguiente Sanson entregó el Udinese a Mario Perani, pero después tres partidos le dimitió promoviendo temporalmente Enzo Ferrari (partido ante el Fiorentina, 0 a 0). Luego llegó Gustavo Giagnoni, pero el equipo fatigaba, perdía y no tenía juego, quedándose en la parte baja de la clasificación. Después de la derrota en Milano ante el Inter, el 8 de febrero de 1981, Giagnoni fue dimitido y sustituido por Enzo Ferrari. El equipo se encontró a la deriva, prácticamente destinado al descenso, pero Ferrari demostró valor confiando en jugadores motivados y en los jóvenes. El Udinese entonces ganó terreno, jugándose todo en la última fecha en el estadio "Friuli" ante el Napoli, porque el éxito hubiera significado la permanencia. Al comienzo del partido, que fue electrizante, Zanone falló un penalti. En cambio marcó un gol el Napoli con el ex-Udinese Pellegrini; al 54' empató Vriz, pero no era suficiente, era necesario un milagro. Al 87' Gerolin dribló cuatro jugadores, incluso Castellini, y marcó el gol que hizo explotar el estadio. 

Arriva sua maestà Zico

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Arthur Antunes Coimbra alias Zico
C'è ambizione nel club bianconero, ci sono idee, pure i quattrini. L'1 giugno 1983 giunge dal Brasile la notizia-bomba: l'Udinese ha acquistato nientemeno che Antunes Coimbra Zico, il miglior giocatore al mondo.  Ma la Federcalcio pone il veto al tesseramento dell'asso del Flamengo perché, a suo dire, l'Udinese non garantirebbe la copertura finanziaria della spesa dell'acquisto di Zico. 

Il popolo friulano si ribella, scende in piazza, nel frattempo la società prepara nei dettagli il ricorso, alla fine un Giurì d'Onore del Coni dà ragione all'Udinese (e alla Roma, dato che la FIGC aveva bocciato l'acquisto di Cerezo da parte del club giallorosso). Zico nell'Udinese significa stadio "Friuli" sempre pieno, significa 26˙611 abbonati. Un record! La squadra parte bene, sale nei posti di vertice, Zico segna e incanta. Ma l'8 marzo 1984 il "Galinho" si "stira" in un amichevole disputata a Brescia. È la fine delle ambizioni dell'Udinese, il brasiliano sta fuori cinque giornate, quando rientra non è più lo stesso, la squadra dal terzo scende al sesto posto. 
 
Nulla è perduto, però, per sperare almeno di conquistare il pass per l'Uefa. Ma all'ultima giornata l'Udinese perde in casa con il Milan per 2 a 1. Da questo momento inizia una nuova fase di lenta decandenza della compagine bianconera. L'anno successivo la squadra si salva nel finale, anche perché Zico, fermato da noie muscolari, gioca col contagocce. Il campione brasiliano deve addirittura fare i conti con la Giustizia. Viene accusato di costituzione di capitali all'estero, viene processato e condannato, nel maggio del 1984, a otto mesi di reclusione e a un miliardo e 630 milioni di multa. La sera, poche ore dopo la sentenza, Zico scappa in Brasile e rientrerà in Italia solamente dopo che – dicembre 1988 – sarà completamente riabilitato dalla Corte d'Appello di Trieste. L'Udinese, che un anno prima aveva perso Dal Cin, in rotta con Mazza, continua nella sua parabola discendente, nel 1985-86 conclude al tredicesimo posto con 25 punti.

Parte l'avventura di Gianpaolo Pozzo

Nel luglio del 1986 Gianpaolo Pozzo subentra a Lamberto Mazza in un momento drammatico per il calcio friulano: l'Udinese è coinvolta in qualche caso di presunto scandalo scommesse. Il 28 luglio 1986 il club bianconero viene retrocesso in B, poi in Appello il provvedimento viene parzialmente rivisto, ma in peggio: all'Udinese inflitti nove punti di penalizzazione. 

In pratica è una retrocessione posticipata. Pozzo tenta il miracolo, soprattutto vuol garantire la massima regolarità del campionato e spende fior di quattrini per allestire una buona squadra quando avrebbe potuto risparmiare quel denaro, servito per ingaggiare i campioni del mondo Graziani, Collovati e l'argentino Bertoni e investirlo, invece, l'anno dopo per tentare la risalita in A. Alla fine l'Udinese è ultima con 15 punti, ma, senza il fardello della penalizzazione, si sarebbe salvata.

Gianpaolo Pozzo si affida a Massimo Giacomini. Vuole riportare subito la squadra in A, niente da fare. L'inizio è disastroso, Giacomini, dopo il pareggio casalingo con il Bari, 11 ottobre 1987, viene esonerato. La squadra viene data provvisoriamente a Marino Lombardo in attesa che arrivi Bora Milutinovic. Il serbo non ha fortuna, stecca di brutto e la compagine passa ancora di mano. È la volta di Nedo Sonetti che tenta il miracolo, con lui i bianconeri risalgono in superficie, si portano a ridosso delle prime, ma nel finale cedono nuovamente. Nel 1988-89 si riparte ancora con Sonetti allenatore, la squadra è rifatta, arrivano De Vitis, Minaudo, Angelo Orlando, Lucci, Antonio Paganin, Garella, Zennoni, Catalano; per fine prestito Branca rientra dalla Sampdoria. Alla fine è terzo posto, è nuovamente serie A.

Sonetti, però, non viene confermato, l'Udinese, che ha acquistato in Argentina Sensini e Balbo (al posto dell'israeliano Rosenthal, scartato per un'anomalia alla schiena), Gallego dal Real Madrid, è affidata a Bruno Mazzia. Ma i risultati sperati non arrivano. A Natale Gianpaolo Pozzo decide di esonerare il tecnico biellese, al suo posto arriva Rino Marchesi; le cose inizialmente vanno un po' meglio, poi la squadra perde qualche gara di troppo. L'Udinese  ritorna in B, ma, quel che è peggio, dopo i mondiali scoppia il "caso Udinese". La disciplinare penalizza la squadra di quattro punti per una telefonata di Pozzo al presidente della Lazio Calleri alla vigilia del match tra le due squadre. Pozzo si difende strenuamente, gli viene inflitta un'inibizione di cinque anni a ricoprire cariche sociali. Per lui è troppo, da allora non accetterà più la carica di presidente. In appello i quattro punti di penalizzazione diventano cinque. Eppure il torneo di B vede l'Udinese tra le protagoniste, peccato che inizialmente con Marchesi prima e con Fontana poi, la squadra sciupi ghiotte occasioni per far bottino pieno. Poi tocca ad Adriano Buffoni guidare i bianconeri e il nuovo tecnico riesce a dare gioco e vivacità alla squadra che risale la corrente. Ma non viene centrato l'obiettivo-serie A, o meglio la promozione sarebbe stata centrata senza la penalizzazione.
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Causio contro il Milan
Sanson, después de aquel partido, dio la dimisión, entregando el equipo al alcalde. Era el 31 de mayo. Mientras tanto se buscaba una sustitución o un grupo de accionistas. El 27 de junio fue refrendado el acuerdo con la Zanussi y Lamberto Mazza, jefe de la empresa de Porcia. Él fue el nuevo presidente del Udinese.

La nueva sociedad trabajó bien. Fueron fichados elementos importantes como Causio desde el Juventus, Muraro y Pancheri desde el Inter, Orlando Pereira desde el Vasco da Gama, Orazi desde el Catanzaro. El camino fue bueno y el Udinese se ganò la permanencia sin problemas. El año siguiente con las nuevas adquisiciones de Pulici, desde el Torino, del croato Surjak, del brasileño Edinho y de Virdis (desde el Juventus) fue conquistado el sexto lugar. El Udinese era una bella realidad del fútbol italiano que Mazza y Dal Cin intentaron transformar en un super-equipo.
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